«Ho ucciso la mamma Non mi dava 100 euro per la dose di cocaina» di Fabio Poletti

«Ho ucciso la mamma Non mi dava 100 euro per la dose di cocaina» ORRORE NEL MSLANESE «Ho ucciso la mamma Non mi dava 100 euro per la dose di cocaina» La donna accoltellata in casa. Per qualche ora si sospetta un rapina poi scatta la caccia al ventunenne, trovato a pochi chilometri dalla villa reportage Fabio Poletti inviato a P0ZZU0L0 MARTESANA (Milano) LO sapevano tutti che non era una rapina come tante altre. Lo sapeva la signora Giovanna, la prima ad aprire la porta socchiusa della villetta, la prima a scoprire Angela Pedrazzini a terra in camera da letto, ancora in pigiama, almeno 5 coltellate dappertutto, all'addome, al collo, sulle braccia e sul viso, ammazzata dal figlio Paolo per ima storia di soldi e di cocaina. Lo sapeva Bruno Valcarenghi, il marito della vittima, a Bari con il camion, mille chilometri e il telefono di casa muto, nessuno che rispondesse dalla sera. Lo sapeva Giorgio che ha solo 17 anni ed è già in una comunità di recupero per tossicodipendenti, testa rasata e orecchino, in lacrime quando vede la bara di legno chiaro con dentro sua mamma, uscire dalla villetta beige con il prato curato e le siepi potate. E lo sapevano anche i carabinieri, che oramai ci hanno fatto l'occhio: nessun segno di scasso, i cassetti di casa aperti ma non mancava niente. A parte la Polo grigio che era in garage. A parte Paolo, l'altro figlio, 21 anni, stesse storie di droga, scuole dai Salesiani e vita troppo facile. «Dov'è Paolo?», chiedeva suo fratello. «Non riesco a trovarlo, ha il telefonino spento», non ci voleva credere suo padre. «E Paolo, dov'è Paolo?», chiedevano i vicini, stesse villette fatte di mattoni e sudore, stesse storie blindate dietro ai cancelli con il cartello «Attenti al cane» e il pericolo a volte non è nemmeno fuori. Ma dentro queste mura rispettabili di «gente perbene che lavora e fa tutto per i figli», come dicono quelli con gli occhi rossi che adesso se la prendono con le telecamere. Ma poi raccontano che una volta l'Angela l'aveva anche denunciato suo figlio Paolo, che voleva soldi, sempre più soldi, quei maledetti soldi per comperarsi la cocaina. Paolo Valcarenghi, 21 anni, cocainomane, nessun precedente ma solo la segnalazione della madre, era scappato dopo l'ennesimo litigio in famiglia. «Mamma voglio 100 euro». «Paolo no, basta». «Mammaaaa...». E chissà come è spuntato il coltello, 20 centimetri di lama come se ne trovano in ogni cucina. Anche in questa al primo piano della villetta con tanti alberi e il prato in ordine, perchè all'Angela piaceva il giardinaggio e adesso che era andata in pensione, baby si capisce, dalla scuola elementare di Pozzuolo, aveva potuto dedicarsi finalmente al giardino e ai suoi due figli. Anche se a volte è più facile crescere un albero. E i soldi non sono tutto. E papà Bruno che macinava chilometri su chilometri anche se era un padroncino e i camion potevano guidarli gli altri era sempre troppo lontano. Come ieri, che i carabinieri lo hanno chiamato che era a Bari e gli han detto di prendere un aereo e tornare a casa: «Sua moglie è morta. Suo figlio Paolo non si trova. Lo stiamo cercando anche con gh elicotteri». E poi lo hanno trovato alle due del pomeriggio. A 20 chilometri da qui, sulla Rivoltana, in una roggia di Lanzano di Tribiano. Solo al volante della Polo con cui era scappato. Solo con i suoi peggiori incubi e niente per farli scappare che l'ultima pista di cocaina se l'era fatta subito dopo l'omicidio, per darsi forza, per affrontare la fuga, perchè saranno gli psichiatri a spiegarci di questo ennesimo figlio che per le solite storie di droga ammazza la madre. «Quando ci ha visto, ha cercato di fuggire a piedi. Lo abbiamo preso subito». E allora i carabinieri lo sanno già, che la storia è quella di sempre. Che manca solo la confessione e magari il coltello e poi basta. Il coltello è nel sottoscala della villetta dove lo ha buttato dopo aver ammazzato sua madre. Paolo Valcarenghi lo dice subito e i carabinieri della scientifica lo trovano tra i ceppi di legno del camino. Il movente dell'omicidio è nel buio della sua coscienza. Esce subito anche quello. Prima davanti ai militari che raccolgono le prime sommarie dichiarazioni piene di lacrime e di paura. Poi davanti all'avvocato e al magistrato di Milano, Massimiliano Carduc¬ ci, che alle 9 e passa di sera chiude il verbale e dispone il fermo per omicidio volontario del ragazzo, che finisce in carcere e sull'auto dei carabinieri che lo portano via dalla caserma di Cassano d'Adda abbassa la testa. Lo sapevano tutti che non era una rapina come tante. Lo sapeva la signora Giovanna che era un'amica di famiglia e ogni tanto faceva le pulizie a casa dei Valcarenghi ed è a lei che pensa il marito della donna morta, quando le telefona al mattino alle 5 per andare in casa a vedere. Dove non ci sono segni di scasso, la porta è aperta come i cassetti da cui non manca niente. A parte Paolo che ha 21 anni e aveva tutto e voleva 100 euro per comperarsi la cocaina e sua mamma gh ha detto di no. E poi ancora di no fino alle 11 di sera, quando lui ha preso il coltello, l'ha uccisa e un po' è morto insieme a lei. La villetta dell'omicidio a Pozzuolo Martesana, vicino a Milano

Persone citate: Angela Pedrazzini, Bruno Valcarenghi, Lanzano, Massimiliano Carduc, Paolo Valcarenghi, Valcarenghi

Luoghi citati: Bari, Milano, Pozzuolo Martesana, Tribiano