Pensioni, il governo apre sullo «scalone» del 2008

Pensioni, il governo apre sullo «scalone» del 2008 LA MAGGIORANZA CERCA IL DIALOGO E PROVA A RICOMPATTARSI. BUTTIGLIONE: STIAMO AGLI ACCORDI PRESI, MA TUTTO SI PUÒ RIDISCUTERE Pensioni, il governo apre sullo «scalone» del 2008 Baldassarri: non si può passare in una notte da 35 a 40 anni di contributi La riforma potrebbe partire da subito. Coi sindacati i rapporti restano tesi retroscena Roberto Giovannini ROMA NON piace davvero a nessuno, il cosiddetto «scalone» che dal 2008 si ergerà di fronte ai lavoratori italiani con meno di 40 anni di anzianità. Si tratta del nome in gergo per l'improvviso innalzamento - da 35 a 40 anni del requisito minimo per la pensione anticipata che scatterà alla mezzanotte del 31 dicembre del 2007, separando i fortunati (che oltre alle regole più generose godranno persino del superincentivo salariale) dagli sfortunati che dovranno lavorare per altri cinque duri anni se non vogliono ricevere un assegno seccamente diminuito di valore. Così stabilisce oggi il testo della riforma deUe pensioni varato dal governo, ma sono gh stessi esponenti dell'Esecutivo e della maggioranza ad ammettere che questo «scalone» è troppo duro. Ieri ne ha parlato di nuovo il viceministro dell'Economia Mario Baldassarri, ma il clima dei rapporti con i sindacati resta pessimo. Anche perché per il centrodestra l'eliminazione dello «scalone» dovrà comunque assicurare lo stesso effetto di risparmio alla riforma previdenziale. Per Baldassarri, «il problema va affrontato, va discusso con le parti e risolto in una forma più equa. Non si può pensare che nella notte di Capodanno tra il 2007 e il 2008 avvenga questo improvviso salto. Buon senso avrebbe dovuto indurre e dovrebbe indurre le parti sociali e anche le varie parti pohtiche di maggioranza e di opposizione a predisporre un innalzamento dell'età di pensionamento più morbido e progressivo nel tempo». Per avere progressività, però, la riforma «dovrebbe partire da subito, dal 2004», ipotesi contro cui si sono schierati da tempo sia i sindacati che - soprattutto - la Lega. E di necessaria gradualità parlano anche il sottosegretario all'Economia, Giuseppe Vegas (Fi), il ministro delle Pohtiche Comunitarie, Rocco Buttighone (Udc), e il sottosegretario al Welf are, Maurizio Sacconi (Fi): purché, precisano i tre, si rispetti il risparmio preventivato. «Se ci sono misure diverse che permettono di raggiungerlo, per esempio eliminare lo scalino dal 2008 - dice Vegas - se ne può discutere». «Noi - sostiene Buttighone - stiamo agh accordi presi in sede di governo e maggioranza, che prevedono la disponibilità a ridiscutere tutto con i sindacati purché si tenga conto degh obiettivi di risparmio. Una maggiore gradualità è un qualcosa su cui si può ragionare se il sindacato è intenzionato a farlo». Mentre Sacconi assicura: «Abbiamo sempre detto di essere disponibih a correggere la riforma delle pensioni, purché l'effetto finanziario resti lo stesso». Vero è che in questa fase a Cgil-Cisl-Uil la gradualità dell'entrata in vigore non interessa affatto. Non è un segreto per nessuno che già da settimane il ministero del Welfare aveva messo a punto ima versione «graduata» deU'innalzamento del criterio contributivo da 35 a 40 anni, respinta al mittente dalle confederazioni. Non è un segreto per nessuno che nel corso degh incontri con Confindustria Maroni abbia rilanciato questa possibilità definendola come «suggerita dai sindacati» (che hanno seccamente negato). Alla fine, nella versione conclusiva, la riforma consente una scappatoia per evitare lo «scalone» e andare in pensione di anzianità con meno di 40 anni di contributi, però tutta a spese del lavoratore. I sindacati respingono dunque le reiterate richieste del governo a «dialogare» sulla base del testo già varato. «Il confronto sulle pensioni è possibile solo se il governo si dichiara disponibile a cambiare la riforma», spiega il segretario generale della Uil, Luigi AngeJetti, che aggiunge: «se non è così, è mutile continuare a parlare di dialogo». «Profferte senza fondamento», le definisce il leader della Cgil, Gughehno Epifani, convinto che il governo ha fatto di tutto per non volere il diàlogo. «Non si può suonarcela e cantarcela e poi chiedere a noi di dialogare - afferma il segretario generale della Cisl Savino Pezzotta - o si crea una condizione diversa o noi andiamo avan- ti». E se il vicepremier Gianfranco Fini accusa i sindacati di aver proclamato uno sciopero politico, Cgil, Cisl e Uil replicano seccamente. «Lo sciopero è contro le scelte sbagliate del governo», dice Epifani; lo sciopero del 24 è fatto «per ragioni puramente sindacali», anche se vuole contrastare una politica del governo, afferma Pezzotta; «non punta a far cadere il governo, sulle pensioni c'è un problema di merito», conclude Angeletti. E intanto, cambio (annunciato) al vertice in casa Cgil. Ieri il direttivo del sindacato di Epifani ha eletto (con r830Zo di consensi) un nuovo segretario confederale, il ligure Mauro Guzzonato, ex leader del sindacato dei chimici. Guzzonato occuperà la «strategica» poltrona di segretario organizzativo, fin qui occupata da Carlo Ghezzi, che abbandona per scadenza del mandato di otto anni vigente in Cgil. Ghezzi sarà a breve nominato presidente della Fondazione Di Vittorio, non appena Sergio Cofferati formalizzerà le sue dimissioni. [r. gì.] LA RIFORMA PUNTO PER PUNTO DAL 2008 IN PENSIONE CON 40 ANNI DI — ~ GONTRIBUTI— -— Dal 2008 si potrà andare in pensione o con 65 anni ..,. dieta (60.pfirJe.donne) o con almeno 40 anni di^^ contributi a prescindere ~ dalKetàrEntro t8-mesi~—~ ™, xlalllapprovazione—ìXì«della delega saranno previsti regimi speciali a favóre dèi — -tavorrtJstirantÌ74e iavoratrtei «. madri e L lavoratori precoci m JJquejJKheJhanno versato almeno" un anno "dRonfriButT — tra-t -14-e4-t9-anni)~"——- «DISINCENTIVI» PER CHI VA A RIPOSO PRIMA ~-ehrconranqurdat-2008--—r volesse andare in pensione— ^ jgrima di aver raggiunto 40 ^ anhTWcòrffrrButì potrà " continuare a farlorma-solo- - i jcu^ifiHndft u11a4jfin.si.aoe interamente calcolata sulla - IsssBUelTómrrbQtrversatl w (e quindi decurtata.rispetto airassegno calcolato sulla Basedel'mélòclo retrìButivoT -t ^uestaipoteshmrrà-trrvta sperimentale finaaL20-l5 .- RISPARMI PER 12 MILIARDI U rìfornM^dtovrebbéportaie rìsgarmi pCT 12 miliàrai di euro. In pratica,«regime Ì risparmi dovrebbereftàmmontare a circa - un puntó.peixentuale,di spesa previdenziale sul Pil a partire dai tirm?" """"~~—i'™' INCENTIVI PER CHI RESTA AL LAVORO CHrdecìde di rlrttflamr" pensione potrà restare al lavoro (senza che sia necessario il consenso dell'impresa) chiedendo di avere in busta paga | l'Intero ammontare del — contributi previdenziali (32,7Vo del salario) -tirsentasse: , "~ La-pensione-cbesi-avrà 4aLrcis«nentQ.MrJi[roè comunque quella calcolata atTfiomemodelfDpzloner-— [Ma il lavoratorechedecide ~. dÌJ^tarèJ.nmattMtàayreLm.m altre due bpziònf: continuare arversarei contribtrtralflnps— pfic.,avfiteiuia.pensiQne m più alta, oppure destinarli alla proprlà'prèVfdenTa comptementare . ~- LE REGOLE DAL 2004 AL 2007 Per chi matura i requisiti per la pensione di anzianità fino alla fine del 2007 sarà possibile andare in pensione con le— anni di contributi a crescere fino a 40 nel 2008 indipendentemente dàirétà);5é|i "deddè^ - | pensione si avrà certificato il diritto a uscire dallavoro in qualsiasi moraenteàrehe se wmbiasSfiralfLi^gole. ISTITVTO NA/IONAU DELIA PREVIDENZA SOCIALE

Luoghi citati: Delia, Roma