Quando i miti danno spettacolo

Quando i miti danno spettacolo CARTELLONE Quando i miti danno spettacolo S'inizia all'Erba il «Festival di cultura classica» Il teatro religioso nella chiesa di Santa Chiara [S" VIA FRANCIA Un po' di classici, per cominciare. «Persuadere, incantando, le rocce» è il titolo della serata all'Erba. Centrato su «Il mito di Orfeo nell'iconografia antica», l'appuntamento è curato da Diego Elia e condotto da Valeria Meirano. Intorno al mitico cantore della Tracia s'intrecciano vicende strabilianti e terribili, come la discesa nell'Ade alla ricerca della moglie morta. Tra documenti archeologici e testimonianze letterarie, si rievoca una figura affascinante e misteriosa, a cui si ispiravano gli iniziati del culto orfico, con la speranza di sfuggire «al cerchio che dà affanno e pesante dolore». L'incontro è inserito nel cartellone del quinto «Festival di Cultura classica» promosso da Torino Spettacoli. Domani, la stessa rassegna vede protagonista un'altra figura mitologica, Giocasta, mentre da giovedì tocca a «Elettra o la caduta delle maschere» dalla Yourcenar (scene e regia di Girolamo Angione). Altra serie inaugurata di recente è «H sacro a teatro», rassegna di teatro religioso europeo proposto dalla Compagnia Anna Bolens che da anni, ormai, lavora su questo tema. Sino all'11 ogni sera alle 20,45, la chiesa di Santa Chiara di via delle Orfane ospita la recita di «Lettere ai Romani»» di Piero Ferrerò, con la regia di Oliviero Corbetta e l'interpretazione di Mario Brusa, Piero Marcelli e Graziano Piazza. «La perfetta cadenza dell'epistolario che intercorre tra i due sacerdoti protagonisti della vicenda rende necessaria una lettura teatrale estremamente precisa. Siamo vicini all'esattezza di una partitura» spiega Corbetta, che ha montato l'allestimento quasi in forma di oratorio, calato in «un'atmosfera di suggestiva e intensa riflessione». Linguaggi diversi, dal cinema al teatro, per riflettere su come prendano forma le «vocazioni» di una città e come si disegni il suo assetto urbanistico, culturale, sociale. Su questa istanza si fonda «Stazione nord. La fabbrica delle immagini nella barriera operaia», iniziativa ide- ata da Beppe Rosso e programmata nell'area degli ex-stabilimenti cinematografici F.E.R.T. di corso Lombardia. Quattro incontri, come altrettante scene di film, trasformate per l'occasione in laboratorio sui temi dell'ambiente urbano, delle sue trasformazioni, della sua identità. Si comincia giovedì 9 con «Il cinema e la cintura operaia», retrospettiva di documentari d'epoca e letture di Irene Zagrebelsky. Segue proiezione del film: «La pattugUa sperduta» di Piero Nelli. Venerdì, nella stessa sede. Laura Curino interpreta «Camillo OUvetti, alle radici di un sogno», spettacolo firmato dalla stessa Curino con Gabriele Vacis e prodotto dallo Stabile. All'Espace di via Mantova, venerdì 10 si inaugura «Marginalia», sesta edizione di una rassegna «nata per le Compagnie emergenti, per offrire loro un'opportunità di visibilità». Venerdì e sabato, in cartellone uno spet¬ tacolo di danza contemporanea scandito in tre momenti: si comincia con «La perdita di controllo» ovvero «No man's land» di Emmanuelle Bloy e si prosegue con «Il canto del corpo» e «Volumi d'acqua», entrambi firmati da Valentina Sordo. Ancora venerdì sera, alla Cascina Marchesa di corso Vercelli, per i «Match d'improvvisazione teatrale», si scontreranno una formazione torinese e una proveniente dalla Svizzera. All'Alfieri, dove si è inaugurata la settimana scorsa la rassegna «Eventi d'autunno», proseguono sino al 12 le recite de «La via del cuore», musical per ragazzi firmato da Eva Mesturino e Andrea Lioy (coreografie di Daniela Chianini, regia di Franca Dorato). Una «favola» a sfondo ecologista, dove i giovani protagonisti cercano di richiamare 'attenzione degli adulti sulla tutela della natura e della vita sulla terra. Da venerdì «Marginalia» all'Espace: la rassegna offre alle compagnie emergenti la possibilità di avere una ribalta MARIO BRUSA, TRA GLI ATTORI DI SCENA PER «IL SACRÒ A TEATRO»

Luoghi citati: Curino, Scena, Svizzera, Torino