Vìgili dì quartiere, chi li ha visti in strada?

Vìgili dì quartiere, chi li ha visti in strada? Vìgili dì quartiere, chi li ha visti in strada? Polemiche in Sala Rossa mentre nasce anche il civich «di prossimità» Giuseppe Sangiorgio Il Comune ha dato vita ad un nuovo nucleo di vigili urbani, i «civich di prossimità». E ieri l'assessore Gian Luigi Bonino ha annunciato che dagli attuah 30 (con sede in corso Moncalieri 80) quel gruppo salirà a 60 unità, in modo da formare una seconda postazione a Nord-Ovest di Torino. Ma, accanto a questa sorta di task force, dove sono finiti i 360 vigili di quartiere? L'hanno domandato le Rsu dello stesso Corpo di corso XI Febbraio in un volantino inviato ai capigruppo del Consigho comunale, mentre in Sala Rossa si stava discutendo il problema su interpellanza di An (Ferdinando Ventrigha, Agostino Chiglia e Walter Altea), che, all'incirca, ha posto i medesimi interrogativi. Spiega Ventrigha: «Saranno anche 360 come dice l'assessore, ma ben pochi cittadini, nelle 36 zone in cui sono stati inviati, li riconoscono. Inoltre, prima dell'attuale "rivoluzione" erano più di 400, dove sta il potenziamen¬ to? ». Ribatte Bonino: «Il servizio sta funzionando con riscontri positivi e la gente sta incominciando ad accogliere l'iniziativa con favore». Ventrigha: «E allora perché è stato istituito il nucleo "di prossimità"? Peraltro se questo nuovo gruppo dovesse essere strutturato con i criteri seguiti a Parigi, potremmo anche discuterne, ma se si tratterà di un doppione dei vigili di quartiere, allora...». E Bonino chiarisce: «I vigili di quartiere si occupano della loro zona, niente di più. Raccolgono notizie fra la gente, nei negozi, cercano di risolvere le eventuali criticità. Nel contempo, però, se c'è un semaforo che non funziona, se ne occupano, se c'è un incidente ne rilevano la dinamica. I vigili di prossimità, invece, possono occuparsi del territorio in cui operano, in modo più flessibile, non saranno impegnati in strada per il traffico, né per altri inconvenienti. Avranno soltanto rapporti con la gente, con i quartieri loro assegnati, dai quali, tuttavia, potranno uscire, se, per esempio, dovranno seguire problemi che escano dalle zone predefinite». E, su questo punto, An ribadisce che potrebbe essere d'accordo. Non le Rsu, che in questi giorni, dopo alcune assemblee e proteste con volantinaggi svolti a fine settembre, stanno facendo il giro dei gruppi politici rappresentati in Sala Rossa, lamentando, fra l'altro, che «i progetti approvati dall'attuale amministrazione sono soltanto d'immagine e che, di fatto, i vigili operanti sul territorio, servono unicamente a presidiare l'enorme numero di cantieri esistenti in città, oppure per sostituirsi ad impianti semaforici fermi». Replica l'assessore: «Certo, per poter espletare a tutte le funzioni cui sono chiamati i vigili, sarebbe necessario aumentarne gli organici. Purtroppo le assunzioni sono bloccate per decisione assunta nelle ultime due finanziarie varate dal governo Berlusconi». Conclude: «Fra non molto, comunque, avremo più vigili a contatto con il cittadino. Sarà il compito specifico dei nuclei "di prossimità". E, sia chiaro, non per una politica di pura immagine che lasciamo al ministro degli Interni Pisanu, quando compare in televisione per dirci di aver istituito la figura del vigile di quartiere. Noi, lo ripeto, abbiamo diviso la città in 36 zone, con 10 vigili ciascuna. E siamo da tempo operativi». Perplessi i rappresentanti sindacali mentre An critica l'esperimento Ribatte l'assessore Bonino: «11 servizio dà buoni riscontri» Per la qiunta sono 360 i vigili di quartiere attualmente in servizio

Persone citate: Agostino Chiglia, Berlusconi, Bonino, Ferdinando Ventrigha, Gian Luigi Bonino, Giuseppe Sangiorgio, Pisanu, Walter Altea

Luoghi citati: Parigi, Torino