Il futuro di Valentino dipende da una firma di Enrico Biondi

Il futuro di Valentino dipende da una firma MOTO, SI E' CORSO NELLA NOTTE IL GRAN PREMIO DEL PACIFICO Il futuro di Valentino dipende da una firma Sempre tesi i rapporti con la Honda, la Yamaha è invece pronta a fare ponti d'oro al campione che deciderà in Malesia cosa fare Enrico Biondi «Non vedo l'ora di andarmene via». La frase, buttata lì da Valentino Rossi ieri pomeriggio al termine della 2a giornata di prove del Gp del Pacifico, si riferiva all'idiosincrasia del pesarese per il Giappone, alla voglia di volare lontano da una nazione che non ama. Ma poiché Valentino è ragazzo che pesa le parole, non spreca mai una battuta e, soprattutto, arriva al nocciolo del problema, ecco che quella frase assume un valore più ampio. In parole povere, il rapporto tra Valentino e la Honda potrebbe anche essere arrivato al capolinea. Mercoledì scorso Carlo Fiorani, responsabile europeo della Casa giapponese, ha consegnato ai legali di Valentino il voluminoso contratto biennale (si parla di oltre 60 pagine) con la preghiera di leggerlo e firmarlo. Non c'è fretta, hanno fatto sapere da Tokyo: l'importante è che la cosa si concluda prima del Gp della Malesia, in programma tra 7 giorni. Con un'avvertenza, però: divieto assoluto di cambiare anche una sola virgola, perché i dirigenti non sono più disposti a fare concessioni. Prendere o lasciare. E Valentino di mollare tutto ne ha ima gran voglia. Tuttavia è ancora da vedere che lasci la Honda, non si può abbandonare la moto migliore del mondo a cuor leggero. La Yamaha, però, sta usando tutte le armi per convincerlo a saltare il fosso. Aparte i soldi (si parla di 10 milioni di dollari e la carena a disposizione degli sponsor personali), la Casa di Iwata - a digiuno di Mondiah dal '93 con Schwantz - solletica l'oi^goglio di Valentino che, dovesse vincere anche con la nuova moto, entrerebbe nella leggenda oltre a rifilare un sonoro schiaffone a Max Biaggi, incapace di una simile impresa. Con la clausola di lasciarlo libero l'anno successivo per potergli permettere finalmente di salire su una moto italiana. Ducati o Aprilia che sia. Non male. Il tutto con la «bene¬ dizione» della Doma, organizzatrice del Motomondiale al cui presidente, Carmelo Ezpeleta, sta a cuore soprattutto lo spettacolo: un cambio della guardia non farebbe che rivitalizzare la classe regina, oggi sul punto di diventare un campionato monomarca Honda. Tokyo, poi, si libererebbn di un pilota «scomodo» per puntare a vincere magari con un rappresentante del Sol Levante (Tamada?), record che manca nel suo palmarès. In attesa degli eventi, nella notte italiana si è corso il Gp del Pacifico, terzultima gara del Mondiale, dove Valentino aveva la possibilità di laurearsi campione solo se Gihemau fosse finito non meglio di 15". L'ultima sessione di prove aveva modificato di poco la griglia di partenza della MotoGp: in pole position si era insediato Max Biaggi, seguito dal giapponese Tamada (unico con gomme Bridgestone), quindi Rossi e Gihemau. Sesta la Ducati di Capirossi (caduto senza conseguenze), 9" tempo per Melandri (Yamaha). Nelle classe 250, le Aprilia di Elias, Battami e De Puniet si erano sistemate davanti alla Honda di Porto (disastroso IT tempo per Rolfo). Infine nella 125 il leader del mondiale Pedrosa (Honda) aveva conquistato la pole su Perugini (Aprilia), Lorenzo (Derbi) e Barbera (Apriha). Per i meno nottambuli, che non hanno messo la svegha alle 4,15 per la diretta tv su Italia I, la stessa emittente ha previsto ima replica stamane: alle 11,10 la 125, alle 13,30 la 250, alle 14,35 la MotoGp. Tra Valentino Rossi e Max Biaggi la sfida è continuata anche in Giappone

Luoghi citati: Aprilia, Giappone, Italia, Malesia, Tokyo