«Zeri, il mio maestro d'anticonformismo»

«Zeri, il mio maestro d'anticonformismo» NASCE UN PREMIO INTITOLATO AL GRANDE STORICO DELL'ARTE MORTO CINQUE ANNI FA. INTERVISTA CON IL PRIMO VINCITORE, SALVATORE SETTIS «Zeri, il mio maestro d'anticonformismo» «Conosceva a menadito gli Uffizi come i musei dei centri minori. È stato un innamorato dell'Italia, contro cui imprecava in continuazione: ma al modo in cui si stramaledice un'amata, nella quale non si vorrebbero trovare vizi» Mano Baudino ROMA CINQUE anni fa moriva, nella sua casa-biblioteca di Mentana, Federico Zeri. Il grande critico d'arte, lo storico finissiino, l'anticonformista beffardo e amaro lasciava un vuoto non solo nel campo degli studi, dove era un punto di riferimento mondiale. Era stato infatti molto più di uno studioso: Zeri si è battutto in difesa del nostro patrimonio artistico come nessun altro. A suo modo, ha fatto politica, e in senso alto. Ebbe reboanti funerali di Stato che forse lo avrebbero mosso al riso. Oggi verrà ricordato, alle 11,30 in CampidogUo: un gruppo di amici, collaboratori e studiosi ha istituito un premio a lui intitolato, «per lo studio e la tutela del patrimonio artistico», che viene assegnato a Salvatore Settis, prestigioso storico dell'arte, direttore della Scuola Normale Superiore di Pisa, e autore del recente Italia spa, l'assalto al patrimonio cuZturaZe(Einaudi). Molte cose avvicinano Settis al grande scomparso: anche unperiodo di direzione del Paul Getty Museum di Los Angeles, lo stesso dove Zeri sedette, armi prima, nel consigho d'amministrazione; per andarsene sbattendo la porta dopo l'acquisto deciso a maggioranza di una statua greca che riteneva falsa. I fatti, poi, gli diedero ragione. Professor Settis, questo avvicendamento americano non creò problemi fra voi ? «Per nulla. Solo una volta, quando gli scrissi per errore su carta intestata del Getty, mi supplicò di npji,.farlo mai più perché aveva avuto, disse, "un vero choc"» Era il suo modo di giocare con l'enfasi e l'ironia. «Infatti non si capiva mai bene quando scherzasse, e se lo stesse facendo davvero. C'era sempre qualcosa di importante in quel diceva, qualunque fosse il tono». Zeri era importante. Qual è il suo lascito maggiore? «Ha sempre avuto una capacità straordinaria di guardare all'arte, e di ragionare sulle cose dell'arte. Come lui non c'è stato nessuno, né per cultura né tantomeno per intuizione, "occhio". Ci ha insegnato come il senso del nostro patrimonio culturale stia proprio nel fatto che è molto diffuso. Lui conosceva a menadito le chiese e i piccoli musei dei centri minori, esattamente come conosceva gli Uffizi. È stato un grande storico e un innamorato dell'Italia, contro cui imprecava in continuazione: ma al modo in cui si stramaledice un'amata, nella quale non si vorrebbero trovare vizi». U suo amore passava per l'arte. «L'arte italiana era per lui l'asse portante della nostra storia. Detestava il malcostume politico, le ipocrisie quotidiane, la logica del compromesso. L'Italia che gli piaceva era quella degli artisti, il momento in cui il paesaggio naturale si lega al dipinto. Ricordo un'intervista con Adriano Sofri, che venne titolata "Vissi d'arte". Ecco: lui usava l'arte come chiave di accesso alla realtà». In questo campo non aveva rivali. Per esempio come grandissimo attribuzionista... «Che detestava gli attribuzionisti puri, cui riservava ironie feroci. Diceva spesso: attribuire un'opera a im autore è facile, poi bisogna capire il perché e il come» Attribuire è molto difficile «E lui era un eccezionale scopritore: metteva insieme una cornice con un quadro, un pezzo di polittico col resto dell'opera, senza mai esibire questa qualità eccezionale. Aveva semmai il gusto della serendipity». Gli piaceva imputare le sco- perle all'incontro fra caso e sagacia. «Una volta mi raccontò di aver individuato un artista grazie a una foto trovata per caso in un libro giallo acquistato a New York. Ma a questo proposito credo sia ancora tutto da esplorare il grande lascito della sua raccolta di fotografie d'opere d'arte. Bisogna andare a leggere che cosa ci aveva scritto sul retro, tutti appunti preziosi. Non dimentichiamo che Zeri amava celare le conclusioni più importanti in articoli brevissimi. 0 nelle lettere che scriveva agli altri studiosi. Era sempre molto generoso». Professore, come interpreta questo premio? «Come un riconoscimento dato non tanto a me quanto al mio libro recente, perché istituisce un nesso con l'idea di Zeri del patrimonio artistico come patrimonio diffuso». Che, come lei scrive, è a ' rischio. «È sempre a rischio. La legge sul condono edilizio è un'aggressione al paesaggio, e quindi al nostro patrimonio» Lei però è anche consulente del ministro Urbani. «Con il quale ho stabihto un buon rapporto. Ho apprezzato la legge sulla qualità architettonica, e ho l'impressione di essere stato ascoltato con attenzione anche per quanto riguarda il "Codice dei beni culturali e paesaggistici" che il Consigho dei ministri dovrebbe ora approvare. Ma il problema italiano è che si disfa con una mano quel che si fa con l'altra. Le faccio un esempio: le mie preoccupazioni sono molto dinunuite a proposito della legge sulla possibilità di alienare i beni culturali. In passato era, almeno in teoria, possibile vendere il Colosseo. Ora non più. I beni archeologici sono diventati inalienabili, almeno sulla carta. Ma esiste sempre la possibilità che un altro ministero faccia passare una legge deroga....» Insomma, il «Codice» in fase di approvazione, a Zeri, potrebbe non dispiacere? «Non posso parlare a suo nome. Però sono assolutamente certo che sul condono edilizio sarebbe molto, molto feroce». Rideva e sapeva far ridere sorpreso d'essere considerato di cattivo carattere. Il nemico di corrotti e voltagabbana era anche un clown burlone. Contraffaceva la voce di vari personaggi da Argan a Brandi Amava Leonardo e detestava Michelangelo Guastatore di falsi miti e leggende, aveva nelle attribuzioni un'infallibile bravura: da un'unghia riconosceva Bronzino oTintoretto Lo storico Salvatore Settis Federico Zeri per 18 anni è stato collaboratore della Stampa

Luoghi citati: Italia, Los Angeles, Mentana, New York, Roma, Zeri