Riso, a picco prezzi e produzione di Gianfranco Quaglia

Riso, a picco prezzi e produzione IL COMMISSARIO GARRIONE: «CORSA DEGLI AGRICOLTORI A VENDERE A QUALSIASI QUOTAZIONE» Riso, a picco prezzi e produzione Il raccolto è di buon livello, ma inferiore del 1507o al 2002 Gianfranco Quaglia MILANO Dopo una partenza-sprint con le mietitrebbia in risaia subito dopo Ferragosto, l'annata risicola è arrivata alla conclusione con due record: anticipo storico della trebbiatura dovuta all'eccezionale andamento climatico, crollo dei prezzi per alcune varietà. Quest'ultima situazione sta allarmando i produttori, già penalizzati da un calo progressivo (complessivamente un -3007o dal '98 a oggi). Sulleprincipali piazze di contrattazione (Vercelli, Novara, Mortara, Milano), il fixing per le varietà di tipo tondo e Indica non si è mosso dalla soglia dei 25 euro il quintale (il riferimento alle vecchie lire è quello ancora più utilizzato in risicoltura), con ribassi sino a 24 euro. Lontani dal tetto massimo previsto per chi conferisce il prodotto all'ammasso e gode del prezzo d'intervento garantito dalla Comunità europea. Resistono soltanto i «superfini, co- me Camaroh, Arborio, Vialone Nano. Piero Garrione, commissario dell'Ente Nazionale Risi: «Il fenomeno più preoccupante è rappresentato dalla corsa degli agricoltori a vendere a qualunque prezzo. Così è stata stravolta l'offerta-domanda. La disponibilità è decisamente superiore alla richiesta delle indu¬ strie di trasformazione e questo squilibrio determina un'anomalia e uno squilibrio delle quotazioni. Il ribasso dei prezzi è tanto più assurdo se si considera che sui mercati intemazionah sta avvenendo esattamente l'opposto, cioè un andamento positivo con quotazioni aumentate del 5007o rispetto al 2002». In questo quadro l'Italia sconta una cronica deficienza strutturale (mancanza di concentrazione del prodotto) che si riflette sulle tendenze di mercato. Ma anche altre cause stanno determinando il fenomeno penalizzante. Garrione: «1 produttori sarebbero spinti a vendere subito nel timore che il risone resti invenduto e non sia accettato dai magazzini comunitari, per una serie di motivi. Primo fra tutti il tetto imposto dalla Comunità, che già a partire dalla campagna in corso ha deciso di contingentare l'intervento, sino a un massimo di 100 mila tonnellate per tutti i paesi produttori (Italia, Spagna, Portogallo, Francia e Grecia». Non solo: parametri più restrittivi che danno il via libera all'intervento solo a prodotti privi di qualunque minimo difetto. Le decisioni, primi passi nell'ambito della riforma Ocm che prevede una graduale riduzione dell'intervento stesso e sostegni al reddito, sono state prese da Fischler perchè nei magazzini europei giacciono scorte di tre-quattro anni fa e parte, di queste eccedenze sono vendute all'asta a industrie zootecniche per la trasformazione in mangimi. Contro questa iniziativa comunitaria sono insorti i produttori itahani, che chiedono invece di aprire il capitolo «aiuti alimentari» ai paesi poveri. La produzione 2003, fortemente caratterizzata da temperature anomale, dovrebbe essere minore rispetto al 2002, malgrado la superficie risicola italiana sia aumentata a 220 mila ettari. Le prime indicazioni: prodotto complessivamente buono, ma resa inferiore di un lO-lS'/o. Piero Garrione

Persone citate: Arborio, Fischler, Garrione, Piero Garrione, Riso