«Siamo la barca più italiana che ci sia»
«Siamo la barca più italiana che ci sia» «Siamo la barca più italiana che ci sia» L'armatore Vincenzo Onorato rilancia da Genova la sfida per l'edizione 2007 ASPETTANDO la Coppa America. Nell'attesa, il Salone festeggia uno dei protagonisti di Auckland. E' Mascalzone Latino, il team tutto italiano dell'armatore napoletano Vincenzo Onorato che ha partecipato alla Louis Vuitton Cup del 2002 e che ha già annunciato la sua partecipazione ah'edizione 2007 della regata delle regate. Il Mascalzone degh antipodi si potrà ammirare nell'area di Marina Due, il regno della vela. Ci sarà lo scafo, ma ci saranno anche il patron con alcuni componenti dell'equipaggio. Una tappa genovese, prima di fare rotta sul Campionato del mondo Mumm 30, il monotipo sul quale Onorato e i suoi ragazzi alternano la loro passione per la vela e per le competizioni sul mare. Onorato, che significato ha la presenza di Mascalzone Latino al Salone Nautico di Genova? «Credo che la nostra presenza al Salone debba essere letta nei valori che Mascalzone Latino rappresenta, vale a dire una barca tutta itahana con equipaggio tutto italiano. Direi che attualmente è la barca a vela più itahana che ci sia, almeno tra quelle in circolazione». Mascalzone a Genova anche per guardare alla prossima edizione della Coppa? «Sì, è così. Siamo a Genova anche per dire che Mascalzone Latino parteciperà alla prossima sfida». E Mascalzone è pronto? «Stiamo strutturando il team, che ruoterà attorno a due nomi, quelli dello skipper Vasco Vascotto e del timoniere Flavio Favini. Diciamo che stiamo vivendo una fase di lavori in corso, fase che subirà una accelerazione quando gli svizzeri scioglieranno le riserve sul luogo in cui si terrà la Coppa America, sulla data e sul tipo di barca con la quale ci si dovrà dare battaglia». Mister Alinghi, cioè Ernesto Bertarelli, ha detto in alcune interviste che non avrebbe intenzione di cambiare gli scafi che abbiamo già visto ad Auckland... «E' sufficiente una minima variazione, un maggiore o minore dislocamento, una deriva mobile e la barca non è più la stessa. Aspettiamo e vedremo». Lasciamo da parte Mascalzone e parliamo del Salone Nautico. Che cosa rappresenta per lei? «Un'occasione irripetibile per ammirare tutte le barche del mondo in un'unica vetrina. Vedo anche il Salone come il termometro per misurare lo stato di salute dell'economia itahana». [f. poz.l
Persone citate: Alinghi, Ernesto Bertarelli, Flavio Favini, Louis Vuitton, Mascalzone Latino, Vasco Vascotto, Vincenzo Onorato
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