Un foxtrot metafisico per De Chirico di Renato Rizzo

Un foxtrot metafisico per De Chirico A VARESE, NELLA VILLA PANZA DI BIUMO, LA «SALA DEI GLADIATORI» CHE L'ARTISTA CONCEPÌ PER LEONCE ROSENBERG Un foxtrot metafisico per De Chirico Renato Rizzo inviato a VARESE UN ambiente che è specchio nel quale rimbalzano tempi e spazi lontani. Settant'anni dopo, la villa appartenuta al mecenate Panza di Biumo, a Varese, riflette l'immaginifico appartamento del mercante d'arte Léonce Rosenberg in rue de Longchamps a Parigi. Qui e ora toma a vivere, infatti, la miracolosa Sala dei Gladiatori realizzata da Giorgio De Chirico per il suo gallerista francese e inaugurata in un'estiva serata di tanghi con la parentesi del Maestro della Metafisica lanciato in uno scatenato foxtrot. L'iniziativa, voluta dal Fai in collaborazione con Banca Intesa e Provincia di Varese, propone un unicum: il solo, completo allestimento mai composto dall'artista che ha operato, addirittura, sulle strutture architettoniche di quella stanza da ricevimento nella quale campeggiavano i suoi grandi quadri: le «scritture dei sogni», come le chiama Paolo Baldacci che, con Fernando Mazzocca, Gerd Roos e Pia Vivarelli, ha curato la mostra allestita da Gae Aulenti con l'apporto di Piero Castiglioni per l'illuminazione. Così, nella villa ora proprietà del Fai, la Sala di De Chirico trova il suo luogo «naturale», accanto a quelle vestite di luce di Dan Flavin e a quelle d'arte ambientale di Robert Irwing e James Turner commissionate come «site specific» da Giuseppe Panza. Delle 11 grandi tele dipinte dal Maestro i curatori ne hanno riunite 8 con un'impresa che molti all'inizio consideravano disperata: «La stanza spiega il professor Baldacci - è stata ricostruita con grande fedeltà grazie alle foto pubblicate da Arte fr Decorazione e Vogue». Sui muri spiccano le riproduzioni delle opere man¬ canti mentre nicchie e incisioni segnano i punti in cui erano le finestre e i magnifici mobili neoclassici e napoleonici «retour d'Egypte» collezionati da questo mercante i cui sogni di grandeur s'arenarono nella Depressione del'31. L'esposizione, che durerà da oggi al 14 dicembre (orario 10-18 tutti i giorni esclusi i lunedì non festivi; ingresso, 5 euro) è stata presentata ieri dal direttore generale del Fai, Marco Magnifico, e dai curatori: propone, tra altri 17 dipinti realizzati dal '27 al '29, imo dei soggetti pittorici meno indagati dalla critica, quei «gladiatori», appunto, che qualcuno da «destra» - come il critico Waldemar George - considera ispirati a un progetto ideologico di reazione alla «decadenze immanente di quegli anni». E che per Baldacci sono, invece, «slegati da ogni riferimento politico. E rivelano, semmai, un atteggiamento per certi aspetti addirit- tura ironico e scanzonato del pittore, non certo una rivistazione dell'arte imperiale». Un giudizio è, comunque, condiviso: i «gladiatori» uniscono diversi elementi d'ispirazione, «dalla contaminazione tra aspetti alti della tradizione classica agli elementi bassi della cultura popolare». Metafisica e foxtrot, appunto, intrecciati in una tiepida sera parigina. Una delle 11 tele dipinte da De Chirico per la Sala dei Gladiatori. Committente era Il mercante parigino Léonce Rosenberg nel cui appartamento il ciclo fu collocato L'esposizione di Varese propone otto quadri e nasce per iniziativa del Fai. L'allestimento è di Gae Aulenti

Luoghi citati: Parigi, Varese