I grigiagabbana
I grigiagabbana BUONGIORNO di Massimo Gramellìni I grigiagabbana ^^^HE il nuovo presidente degli p^- onorevoli di An, Gianfranco kp^ Anedda, sia sconosciuto alla ^maggioranza degli italiani è un elemento che depone a suo favore. Specie dopo aver visto in qnesti anni, e non solo in politica, di che cosa siano capaci i conosciuti. Rimane il fatto, ammesso dagli stessi maggiorenti di quel partito, che l'elezione di un deputato settantatreenne al posto di La Russa è principalmente dovuta all'assenza di veti sul suo nome. Obbedisce cioè al meccanismo di selezione della classe dirigente che si è andato affermando nelrultimo decennio, dall'ufficio di paese fino al grande ministero. Se nella Prima Repubbhca della lottizzazione contava essere faziosi e catalogabili con chiarezza in uno degli schieramenti che si spartivano le poltrone, nell'Italia bipolare avanzano altre due tipologie di individui: i maggiordomi, meglio se voltagabbana, e chi la gabbana non l'ha mai dovuta neanche rivoltare, per la semplice ragione che quella che indossa ha un •colore talmente grigio da non urtare la sensibilità di nessuno. Laddove non comanda il portafogli di un padrone, chi deve decidere non ha più il potere di imporre il proprio candidato, ma conserva centuplicato quello di bloccare il candidato altrui. Non sarà il caso di Anedda, che ha l'età per fregarsene. Ma il risultato è che nei gangli dell'amministrazione pubblica e purtroppo privata è cresciuto un ceto di dirigenti che fanno della mancanza di personahtà il fiore all'occhiello di carriere travolgenti e altrimenti inspiegabili.
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