Sì alla legge tv, ma il governo è ancora battuto

Sì alla legge tv, ma il governo è ancora battuto APPROVATO UN EMENDAMENTO DELLA MARGHERITA. DOPO IL VOTO DELLA CAMERA ORA LA «GASPARRI» TORNA AL SENATO Sì alla legge tv, ma il governo è ancora battuto Fini e Pollini: nella maggioranza c'è malessere. L'Ulivo: ormai sono in crisi I LEADER E LA ZAVORRA Augusto Minzolini C' E' un paradosso nei destini incrociati dei delfìni del centro-destra. Casini e Fini. Più inseguono la modernità e più debbono fare i conti con il loro passato. Più tentano di edulcorare l'identità dei loro partiti per renderla componibile con quella di Forza Italia, e candidarsi ad essere quando sarà.gli eredi del Cavaliere, e più all'interno di An e dell'Udo si formano opposizioni che lucrano su un argomento vecchio come il cucco: la difesa del loro partito. In quella pattujlia di 36 franchi tiratori che lanno rovinato la festa a Berlusconi durante l'esame della legge Gasparri, oltre ad un'insoddisfazione fisiologica e alla voglia di rimpasto e di poltrone, c'è anche questo, se non soprattutto questo. Il detonatore che ha fatto scoppiare questa contraddizione è stata la proposta di una lista unica del centro-destra per le europee, collegata con il Ppe, lanciata da Berlusconi e accettata da Fini e Casini. Un'idea che ha fatto da cornice all'accordo a tre che doveva riportare una tacita tregua nella coalizione. Tregua che invece non è stata rispettata da quei cecchini che hanno anche un nome. In An la corrente guidata da Storace e Alemanno che se ne infischia dei progetti personali di Fini e punta a marcare l'identità del partito per raccogliere consensi sul mercato della destra. Nell'Udo coloro che perseguono il sogno di un rassemblement democristiano, obiettivo che non vogliono sacrificare alle ambizioni di Casini. Ma queste politiche hanno una prospettiva? Bossi, con coerenza, da difensore dell'identità leghista non si è mai sognato di candidarsi un giorno alla guida del centro-destra. E' felice nella sua nicchia padana. Casini e Fini, invece, nel segno, appunto, della modernità, credono che nell'epoca del bipolarismo e del maggioritario la pohtica cammini sulle gambe delle leadership mentre i vecchi contenitori sono destinati a lasciare il campo ad una sorta di nuovo partito popolare, emanazione italiana de Ppe. Insomma, l'antagonista moderato del partito riformista di Prodi e D'Alema. Proprio per questo Casini e Fini hanno una sola strada: piegare le inerzie e le nostalgie dei loro partiti che rischiano di diventare una vera zavorra per le loro (legittime) aspirazioni. La Camera ha approvato la legge Gasparri, ma il governo è stato nuovamente battuto SU un emendamento Bruzzone, La Mattina e Martini ALLE PAG. 4-5