Il gestore di rete «Meno burocrazia e nuove linee» di Giacomo Galeazzi

Il gestore di rete «Meno burocrazia e nuove linee» Il gestore di rete «Meno burocrazia e nuove linee» Giacomo Galeazzi ROMA L'Italia s'è spenta per troppa burocrazia. Il gestore della rete elettrica punta l'indice contro le lentezze e le polemiche che bloccano i cantieri: «Senza nuove linee sarà ancora black out». Servono subito i collegamenti fondamentah, altrimenti la penisola resterà fino al 2005 in balia dei «punti critici» o di rottura della rete. La priorità, quindi, è costituita dal completamento degli elettrodotti Matera-Santa Sofia, Turbigo-Rho e Cordignano Linz. I tre impianti, previsti dalla legge obiettivo del 2001) restano sulla carta. La Matera-Santa Sofia dovrebbe portare l'energia dalla Puglia, che la riceve dalla Grecia, fino al nord di Napoli. La linea è stata costruita per 200 chilometri, però ne mancano 7 ad arrivare a destinazione. I programmi dell'Enel sono fermi al comune di Rapolla, un paese di 5mila abitanti che si oppone al passaggio dei cavi. Lo stesso accade in altre zone, per un complesso di ostacoli, delibere e comitati contro l'elettrosmog e la devastazione ambientale. Intanto l'Authority per l'energia chiarisce che non è previsto alcun indennizzo per il blackout, pur essendo allo studio la possibilità di introdurre, per il futuro, meccanismi di indennizzo individuali per alcune tipologie di utenti in media tensione. La battaglia, però, è principalmente politica. Per l'opposizione la colpa è del governo. Il leader dei Verdi Alfonso Pecoraro Scanio ribadisce la richiesta di dimissioni del ministro delle Attività produttive Antonio Marzano e di Andrea Bollino, presidente della società che gestisce la distribuzione, mentre Rifondazione comunista e Udeur criticano la privatizzazione e le fragilità dei sistemi «affidati alle lobby private», in quanto «le tariffe sono rimaste elevate e nessuno è riuscito a sostituire l'Enel nella gestione della rete». Il blackout, ribatte Forza Italia, non ci sarebbe stato se il sistema elettrico non avesse avuto «debolezze strutturali» sia sul lato della distribuzione che su quello della produzione di energia. «Bisogna lavorare assieme per individuare soluzioni al problema energetico - evidenzia Bruno Tabacci dell'Udc - vanno evitati scarichi di responsabilità sugli avversari». Per il diessino Pierluigi Bersani sono state fatte troppo leggi che hanno portato a poca chiarezza per gli investitori. Secondo Enrico Letta della Margherita, invece, il dialogo bipartisan sull'energia è possibile perché ci sono «elementi di convergenza molto forti» tra le proposte del Polo e dell'Ulivo, ma non è accettabile «lo scaricabarile» di chi in pieno blackout spiegava che la colpa era dell'opposizione.

Persone citate: Alfonso Pecoraro Scanio, Andrea Bollino, Antonio Marzano, Bruno Tabacci, Enrico Letta, Linz, Pierluigi Bersani