Israele prepara nuove colonie di Aldo Baquis

Israele prepara nuove colonie I PACIFISTI: 600 NUOVI APPALTI, 1400 DALL'INIZIO DELL'ANNO Israele prepara nuove colonie .'Europa: inappropriata la costruzione del Muro Aldo Baquis TEL AVIV E' stata accolta da un coro generale di proteste, la decisione del governo israeliano di estendere fino al centro della Cisgiordania la costruzione di una «barriera di sicurezza» che nel suo tratto iniziale 1100 chilometri) corre grosso modo a ridosso della linea di demarcazione in vigore fino al 1967. Il nuovo segmento - approvato mercoledì - ingloba gli insediamenti di Kedumim e Ariel (presso Nablus), Talmonim e Nili (presso Ramallah) e l'area di colonizzazione di Gush Etzion (presso Betlemme). Secondo le stime del quotidiano «Haaretz», una volta completata l'opera - che sarà lunga 350 chilometri - l'SO per cento dei 230 mila coloni e i loro insediamenti saranno stati di fatto annessi al territorio israehano. Molte decine di mighaia di palestinesi resteranno «intrappolati» dalla barriera, che è composta da un insieme di reticolati accompagnati da valli e fili spinati, integrati da tratti in muratura, soprattutto presso Gerusalemme, Betlemme e Kalkilya. Per raggiungere il resto della Cisgiordania, questi palestinesi dovranno passare attraverso appositi varchi o utilizzare gallerie, ancora in fase di progettazione. «E' una decisione inappropriata - ha esclamato ieri l'Alto rappresentante per la politica estera dell'Unione Europea, Javier Solane Non penso che si possa accettare un muro che crea divisioni sul terreno». ((Anziché occuparsi dell' Iraq in modo affrettato, sarebbe stato megho affrontare prima il conflitto palestinese», ha commentato il ministro francese degli Esteri, Dominique de Villepin. E da Washington il segretario di stato Colin Powell ha ammesso che la barriera «costituisce un problema», che adesso diventa «ancora più acuto» con la penetrazione in Cisgiordania per una profondità di oltre 20 chilometri, nella zona di Ariel. I palestinesi sono furibondi. «Quel muro razzista e nazista espropria le nostre terre», si è indignato il presidente Yasser Arafat. «Israele ha di fatto assassinato la Road Map», ha rincarato l'ex ministro Yasser Abed Babbo. Anche i francescani della Custodia di Terra Santa disapprovano: nella zona di Betlemme il muro ha comportato la requisizione di terre destinate alla costruzione di appartamenti per palestinesi cristiani. II movimento «Pace Adesso» sottolinea come, in aperto contrasto con lo spirito della Road Map, Israele non solo non ha rimosso gli avamposti «selvaggi», né ha congelato gli insediamenti esistenti, ma prosegue la colonizzazione «fino a dare l'impressione che il Ministero dell'Edilizia sia diventato uno strumento operativo del movimento dei coloni». Secondo i dati di «Pace Adesso», dall'inizio dell'anno è stata avviata nelle colonie ebraiche la costruzione di quasi 1.400 nuove unità abitative. Seicento gare di appalto sono state annunciate negli ultimi giorni. Chi le ha ordinate prevede dunque un'aggiunta sul terreno di migliaia di nuovi coloni. Per non andare a un confronto diretto con gli Stati Uniti, il governo Israele procede per tappe. L'insediamento di Ariel (20 mila abitanti) sarà protetto dalla barriera, che però per ora non sarà collegata al tratto principale che corre lungo la linea di demarcazione fra Israele e Cisgiordania. Fonti giornalistiche israeliane hanno riferito ieri che esperti Usa verificheranno il tracciato della barriera in un tratto della Cisgiordania di grande importanza strategica: quello compreso fra le colonie di Beit Aryeh e Kiryat Sefer (a Ovest di Ramallah). Una zona che richiede protezioni particolari, vicina com'è all'aeroporto intemazionale Ben Gurion e ai magazzini militari utilizzati dagli Stati Uniti. Nelle dichiarazioni ufficiah, i dirigenti israeliani ribadiscono che lo scopo della barriera è essenzialmente difensivo: ostacolare l'ingresso di kamikaze, autobombe o di palestinesi intenzionati a insediarsi illegalmente in Israele. Ma ieri un importante demografo israeliano, Amon Soffer, ha sostenuto in un'intervista alla radio militare che la costruzione del muro è dovuta al fatto che «fra il Giordano e il Mediterraneo gli ebrei sono oggi in minoranza». Secondo Soffer, il governo israehano vede nel tracciato della barriera la futura linea di demarcazione fra lo Stato di Israele «a stragrande maggioranza ebraica» e l'entità palestinese, quale che sia il suo assetto politico definitivo. Scolari palestinesi curiosano attraverso i fori fatti nel muro della scuola dai proiettili di un tank israeliano a Deir al-Balah

Persone citate: Amon Soffer, Ben Gurion, Colin Powell, Dominique De Villepin, Javier Solane, Sefer, Soffer, Yasser Abed, Yasser Arafat