I classici, che riscoperta
I classici, che riscoperta DI CULTURA GRECO-ROMANA I classici, che riscoperta Sul palco dell'Erba, lontani dalla scuola si apprezzano Oreste, Orfeo e gladiatori QUALCUNO li ha studiati a scuola e magari un po' patiti. Altri hanno leggiucchiato qualcosa qua e là, altri scavano tra i ricordi in cerca di qualche frammento. Aparecchi incutono timore reverenziale. Pure, che «i classici siamo noi» ce lo andiamo ripetendo da secoli. La vicenda di Orfeo e quella di Edipo, la tragedia di Elettra e quella dei fratelli gemelli rivali sin nell'utero materno: storie vere o semivere, archeo-leggende, favole che dal racconto orale approdano alla scrittura, e poi vengono riprese, maneggiate, variamente lavorate, tradotte, adattate. Ma resta un nucleo profondo forse il senso della parola mito sfuggente nelle sue origini, pure così piantato a fondo nell'essere umano. Si scava, si scava e si arriva lì, dove ci sono radici e humus. E provare a estrarre un po' di quella linfa è l'intento di Torino Spettacoli, che da cinque anni ripropone il suo «Festival di Cultura Classica», mix di spettacoli, serate a tema e approfondimenti sulla cultura greco-latina. Anche quest'anno, lo Stabile Privato riprende la sua formula per ripercorrere un pezzetto del mondo classico: si spazia dagli allestimenti alle riflessioni condotte da esperti, dai passaggi lirici ai momenti festaiolo-gastronomici. La rassegna, che si svolge all'Erba, comincia, la sera di mercoledì 1 proprio con una ghiotta variazione sul tema, una «Cena romana dopo i Ludi Gladiatori»: la prima parte della serata, a cura di Dario Battaglia e Girolamo Angione riporta in scena le forme di combattimento gladiatorie, la seconda è un «Viaggio tra i sapori perduti (e non) della cucina romana, con degustazione guidata»: assaggi di ricette doc a confronto coi sapori di oggi. La sera successiva, protagonista Vittorio Alfieri con una sintesi deUe due tragedie dedicate al mito degli Atridi. Di e con Adriana Innocenti, la messinscena fonde, seguendo il dettato dell'astigiano, i temi dell' usurpazione e della vendetta. Venerdì 3 toma «Ciò che uno ama. Poeti lirici dell'antica Grecia in scena» spettacolo-conferenza con coinvolgunento del pubblico. «Processo per magia» che Francesco della Corte ha tratto da Apuleio, a cura di Piero Nuti, è in scena il 4 e 5: autodifesa di un intellettuale vittima della «caccia alle streghe». Martedì 7, colui che discese nell' Ade alla ricerca della sposa perduta ispira «Persuadere, incantando, le rocce» o «H mito di Orfeo nell'iconografia antica». Una donna ascolta avvicinarsi un individuo che porta un destino oscuro: «Gio casta, una voce nel silenzio» da Euripide e Hofmannsthal secondo Pier Paolo Fornaro (mercoledì 8). Tre gli spettacoli véri e propri. Dal 10 al 19 «Elettra» secondo la Yourcenar, regia di Angione, con Elena Canone. Unico titolo fuori sede, al Nuovo dal 15 al 18, il balletto «Orfeo» con Antonio Agui- la su musica di Maurizio Pacca e coreografia di Marco Berriel; alTErba a fine ottobre, «1 sette a Tebe» di Eschilo, regia dell'Innocenti. Non mancano eventi dopo spettacolo, con letture interpretative e approfondimenti. Il 14 Mirice Gaj parla di «Atene e i teatri di età romana in Piemonte», il 15 letture curate da Fornaro su «I volti di Elettra», il 16 variazioni su «Le Baccanti» con Gorlier e il 30 ottobre la U Guerra Mondiale si rispecchia nell'archetipo classico con «H silenzio del mare». Spettacoli e serate ore 21, domenica ore 16; serate a tema ingresso libero; info 011/661.54.47; Silvia Francia SERATE ATEMA, TRE SPETTACOLI, LETTURE E UNA CENA A BASE DI RICETTE DELL'ANTICA ROMA Antonlo Aguila, Orfeo; sotto Elena Canone
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