Panatta: così il tennis muore di Stefano Semeraro

Panatta: così il tennis muore L'EX NUMERO UNO AZZURRO SI RIBELLA ALLE CRITICHE E LANCIA L'ALLARME Panatta: così il tennis muore «La Fit non fa nulla, tranne zittire i dissidenti» Intervista Stefano Semeraro ADRIANO Panatta contro Corrado Barazzutti, Nicola Pietrangeli contro Adriano Panatta, la Federazione contro chi la critica. Tutti contro tutti: l'Italia del tennis, appena retrocessa nella serie C della Coppa Davis, continua a dilaniarsi, a dividersi. Senza fine. Panatta, che cosa sta succedendo? «Io sono stufo come tutti, più di tutti di questa situazione. Ma non posso neppure accettare senza reagire che il nostro tennis venga distrutto e che mi piovano addosso tante falsità». Con Barazzutti però vi siete mandati reciprocamente a nascondere. Non sarebbe megho fare pace, tra vecchi compagni di squadra? «Con Barazzutti e con Pietrangeli non voghe più fare polemiche. Anzi, non vogho parlare di loro e non vogho che loro parlino di me. Non mi interessa. E poi sono polemiche create ad arte, per dividere. L'unica cosa che conta è che questa Federazione non funziona e che bisogna cambiare». Cambiare che cosa? «Innanzitutto il presidente. Perché senza di lui persone che capiscono di tennis - e che per il tennis hanno fatto qualcosa come Paolo Bertolucci, Raffaella Reggi, modestamente il sottoscritto, tecnici come Alberto Castellani e Tonino Rasicci - potrebbero tornare a lavorare per il nostro sport. Mentre ora sono tenuti fuori dalla Federazione». Messa così, sembra solo un fatto personale. «Allora dico che i dirigenti dilettanti devono smettere di fare la guerra a quelli professionisti. I dilettanti sono la spina dorsale del nostro sport, ci mancherebbe, ma non hanno le competenze per fare quello che spetta ai professionisti. Come l'attuale presidente, che neppure sapeva giocare a tennis ma pretende di fare i piani tecnici». Chi la accusa sostiene cYie per anni è stato lei a ricoprire ruoli importanti nella Fit, che Io sfascio attuale è anche colpa sua. E lei come replica? «Io sono stato l'unico a dimettersi, perché un mio piano tecnico non era stato approvato. E responsabile del settore tecnico non lo sono più da 11 anni. Quando lasciai la joltrona di capitano di Davis, l'Itaia era in semifinale nel tabellone principale. Le tre edizioni degli Intemazionali d'Italia in cui ero direttore sono state le migliori. Mentre il presidente, l'Innominabile, non fa che dire di essere in carica da poco, dimenticandosi che sotto la gestione Ricci Ritti era lui il consighere addetto al settore tecnico». Lei vuole candidarsi alle prossime elezioni federali, inibizione permettendo. Da dove partirebbe per ricostruire il tennis itahano? «Innanzitutto da un centro tecnico nazionale, come-erano quelli di Formia e Riano. Poi investirei sulle persone, dando fiducia a tecnici vahdi e aiutando concretamente i tanti maestri che hanno ancora voglia di lavorare con i giovani, aiutando i circoli a non snaturarsi. Poi occorre decentrare, affidando alle regioni la formazione dei giovani fino a 14 anni. A quel punto la Federazione dovrà poi investire sui migliori 15-20 talenti. Ma i soldi e gh aiuti vanno dati a chi lavora bene, non spalmati dappertutto come accade con i Pia, gh inutili piani partoriti da questa Federazione». Dicono che la Davis non rappresenta in realtà il vero valore tennistico di una Nazione... «Non scherziamo, la Davis è importantissima. In finale sono arrivate Spagna e Australia, in semifinale hanno giocato Svizzera e Argentina, tutte riazioni che hanno fior di giocatori. Le potenzialità in Italia ci sono, Volandri è un buon giocatore, va aiutato. Ma quello che conta è saper organizzare, mentre oggi sembrano dilettanti allo sbaraglio. Il presidente pensa solo a commissariare le regioni che non lo sostengono, ad allontanare o licenziare chi non la pensa come lui. L'informazione federale è di regime. D'altra parte anche nel '98, mentre i ragazzi in campo si giocavano la finale di Davis, i dirigenti in tribuna pensavano solo a come squalifi- carli e a cacciare Bertolucci da capitano. No, questa gente non può dirigere proprio niente». Dalla Fit la divide anche un contenzioso legale. Quando si risolverà? «L'arbitrato civile verrà risolto a dicembre, poi ci sono l'esposto che ho presentato in agosto alla Procura di Roma e la "farsa" con cui la Federazione mi ha inibito dalle cariche federah. Contro quest'ultima ho presentato appello, anche se non ho grande fiducia. Andrò fino in fondo. Non faccio come loro: io seguo le regole». ^^ Basta polemiche ^" con Pietrangeli o Barazzutti, qui si deve cambiare la Federazione Questo sport è gestito da dilettanti, ci vogliono esperti e tecnici con nuove idee 99 Panatta fu responsabile del settore tecnico, della squadra di Davis e degli Open d'Italia

Luoghi citati: Argentina, Australia, Formia, Italia, Riano, Spagna, Svizzera