SALVATORES OSCAR corre per l'OSCAR

SALVATORES OSCAR corre per l'OSCAR IERI LA GIURIA «ALLARGATA» DEI DAVID HA SCELTO «IO NON KG PAURA» PER GLI ACADEMY AMTARDS SALVATORES corre per l'OSCAR Fulvia Caprera ROMA Bambini forti e innocenti, adulti deboli e corrotti, natura potente e misteriosa: con «Io non ho paura», la favola nera che Gabriele Salvatores ha tratto dal romanzo di Niccolò Ammaniti, l'Italia tenta di partecipare alla prossima notte degli Oscar, in programma il 24 febbraio al Kodak Theatre di Hollywood. L'obiettivo è ripetere il successo del 1992, quando il regista, con «Mediterraneo», ottenne la statuetta per il miglior film in lingua non inglese: «Sono emozionato e contento, al di là della singola candidatura, è un buon momento per il cinema italiano ed europeo e credo che bisogna approfittarne - ha detto Salvatores al telefono da Stoccolma, dove si trova per promuovere l'uscita della pellicola -. Sono anche molto colpito dalla scelta dei votantiperchè quest'anno erano in lizza film veramente molto belli, come "La finestra di fronte" di Ferzan Ozpetek, "Buongiorno notte" di Marco Bellocchio". Insomma, io stesso sarei stato in forte dubbio su chi mandare agli Oscar». Per Pupi Avati che «ha fatto il gesto molto corretto ed elegante» di ritirarsi dalla gara, Salvatores si dice «dispiaciuto», ma allo stesso tempo febee di sapere che il suo «Cuore altrove» potrà concorrere nelle altre categorie degli Oscar e anche ai Golden Globe. In questo momento propizio per il cinema italiano ed europeo, il regista è convinto che «potremmo essere noi a proporre storie agli americani. Non dobbiamo dividerci, dobbiamo invece provarci. Ben vengano, insomma, tanti itabani che sbarcano tutti insieme in America». Intanto a Melfi, vicino a Potenza, teatro di gran parte delle riprese della pelbcola e luogo dove i due protagonisti bambini Giuseppe Cristiano e Mattia Di Pierre frequentano una scuola di recitazione, c'è grande entusiasmo per la candidatura: «I nostri piccoli, grandi attori sono emozionatissimi», fa sapere Lucia Cosmo che ha seguito gli interpreti sul set. Di «Io non ho paura», già venduto in 33 Paesi del mondo e in procinto di uscire negli Stati Uniti (forse a dicembre) con il marchio Miramax, il pubbbeo, soprattutto quello straniero, ha apprezzato «il fatto che racconta una storia assolutamente universale, cioè l'abbandono dell'infanzia e il passaggio all'età adulta, la ribellione alle convenzioni e alle regole». E poi, prosegue Salvatores, c'è la novità dei paesaggi: «Molti sono rimasti colpiti dall'immagine di un Sud itabano che non conoscevano affatto: niente paesini, niente mare, niente mercati. In tanti mi hanno chiesto dove si sono svolte le riprese». Il film, prodotto da Cattleya e Colorado con il sostegno di Medusa che lo ha fatto uscire nelle sale itabane, ha già iniziato il suo viaggio nel mondo, dalle proiezionitest con il pubbbeo americano alle partecipazioni ai Festival di Telluride, Montreal e Toronto: «E' bello pensare - ha osservato l'amministratore delegato di Medusa Giampaolo Letta - che "Io non ho paura" appartenga oggi, in prospettiva Oscar, a tutto il cinema itabano e lo rappresenti con il suo contributo di suggestioni, drammi, sonorità affascinanti e poesia accostati al mondo dell'infanzia e al suo traumatico contrasto con quello degli adulti». Le candidature all'Oscar saranno rese note il 27 gennaio e ieri mattina, subito dopo l'annuncio nella sede dell'Anica, il presidente dell'unione dei produttori Aurelio De Laurentiis ha raccomandato a giomahsti e addetti ai lavori di non alimentare il fuoco delle polemiche itabane che, in qualche modo, potrebbero ostacolare l'affermazione della pelbcola negli Stati Uniti. A scatenare la bagarre era stata, pochi giomi fa, la decisione di inserire 112 nuovi partecipanti nella Giuria del David di Donatello (incaricata dall'Anica di designare il candidato) senza un confronto tra le categorie interessate e proprio alla vigiba deba designazione all'Oscar. Contro il provvedimento sono scesi in campo, con un appello, circa cinquanta nomi celebri del nostro cinema, da Monicelli a Giordana, da Occbipinti a Soldini, da Moretti a Risi : ((La decisione dell'allargamento - ha replicato ieri il presidente dell'Ente David Gian Luigi Rondi - è assolutamente legittima, siamo diventati Accademia e, per omologarci agb altri organismi europei, era necessario aumentare il numero dei giurati. I francesi che votano per i Cesar sono 3 500, gb spagnob del Goya 800». Così gli aventi diritto al voto per l'Oscar 2004 sono diventati 478, ma alla votazione hanno preso effettivamente parte 363 persone. I film rimasti fuori, a parte quelli di Avati, Ozpetek, Giordana e Bellocchio, sono «L'anima gemella» di Rubini, «My name is Tanino» di Virzì, «B. posto dell'anima» di Milani e «H trasformista» di Barbareschi. Grande assente alla corsa per la statuetta, «Ricordati di me» di Gabriele Muccino. Ma stavolta, sostengono gb interessati, non si tratta di scelta polemica: «Non avendo ancora un distributore americano - ha spiegato il produttore Domenico Procacci - "Ricordati di me", anche se nominato dall'Italia, non avrebbe avuto concrete possibibtà di entrare nella cinqui- «Sento che è un buon momento per noi italiani al di là della candidatura Bisogna approfittarne»

Luoghi citati: Hollywood, Italia, Melfi, Potenza, Roma, Stati Uniti, Stoccolma