Ormoni, orge e testosterone da far dimenticare

Ormoni, orge e testosterone da far dimenticare L'INCREDIBILE BIOGRAFÌA DEL RAGAZZO AUSTRIACO DIVENTATO DIVO D! HOLLYWOOD Ormoni, orge e testosterone da far dimenticare Dal body building alla politica sempre un solo imperativo: primeggiare personaggio Lorenzo Soria SONO sette sillabe che appena un paio di settimane fa sembravano poter andare assieme solo in un film, in una qualche fantasia hollywoodiana: Governor Schwarzenegger. O così, nei discorsi tra amici che tra un bicchiere e l'altro chiacchierano sulla decadenza dei nostri tempi, su come un elettorato ormai ossessionato dalla cultura della celebrità potrebbe arrivare a tutto: anche a decidere di affidare la leadership della California, uno stato che se fosse indipendente sarebbe la quinta potenza mondiale, a qualcuno il cui unico merito è quello di avere un volto noto. Ma i sondaggi sono chiari, a cinque giorni da quando si apprestano ad andare alle urne, gli elettori californiani sembrano determinati a far fuori il loro attuale governatore, il grigio e impopolare Gray Davis. E poi a sceghere da una lista di 135 candidati proprio lui, il nostro Arnold. Pare insomma che bisognerà abituarsi a vedere associata quella carica a quel nome. Governatore Schwarzenegger. Un'ipotesi agli occhi «h molti ancora assurda. L'attore ha partecipato a un solo dibattito, dove ha ripetuto «Hasta la vista Davis» e altri slogan ispirati ai suoi film. L'unica soluzione che ha saputo offrire per porre rimedio al deficit dello stato è la promessa che non aumenterà le tasse e non taglierà i servizi. Non ha mai saputo fornire risposte chiare alle accuse di avere molestato sessualmente delle donne, di avere partecipato a orgie e di avere fatto ampio uso di stupefacenti. Eppure, se si va a vedere la sua biografia, la possibihtà che l'ex Mr.Olympia e campione del botteghino adesso possa reinventarsi come Govemor Schwarzenegger è anche assolutamente naturale, quasi ovvia. Perché sin da quando Arnold era bambino, il figlio di un ex-poliziotto nazista cresciuto nelle montagne attorno a Graz, c'è sempre stata una costante nella sua vita ed è l'ambizione di emergere e vincere. A ogni costo. E' in reazione al padre che lo accusava di essere im buono a niente e che aveva riposto le sue speranze nel fratello maggiore Meinhard che Arnold, ancora teenager, inizia a ridisegnare il suo corpo per partecipare ai concorsi di body building. A 17 anni conquista i suoi primi trofei, a venti aveva già racimolato tutto quello che c'era da vincere in Europa e si sposta in America, dove presto si trovò ad andare fronte a fronte contro Sergio Oliva, un cubano che per tutti gh Anni '60 aveva dominato quel mondo. La prima volta, nel '69, vinse il «Mito Cubano». Ma l'anno dopo il titolo di Mr. Olympia andò alla «Quercia Austriaca», che lo riconquistò altre sette volte. Furono anni di duro lavoro. E di steroidi e di iniezioni di testosterone, di accuse di giurie comprate e di donne affascinate dai suoi bicipiti e da quel suo strano accento. «Se voleva la tua ragazza, se la prendeva», ricorda Bob Delmonteque, un veterano del mondo del body building. «Se voleva la tua corona, se la prendeva. Arnold era pronto a fare qualunque cosa necessaria per vincere e per restare al centro dell'attenzione». Si ritrovò al centro dell'attenzione anche in «Pumping Iron», un documentario sulla gara per Mr.Olympia del 1975. Ed è qui, con questa sua prima esposizione alla cinepresa, che prende piede una nuova trasformazione: Arnold l'attore, con il nome, aUora, di Arnold Strong. Una carriera che ha avuto inizio con i film di azione e che piano piano lo ha portato a «Conan il barbaro» e poi, nel 1984, al primo «Terminator». Anche se handicappato da quel suo forte accento e da una recitazione estremamente robotica, Arnold era diventato un fenomeno. Ma non gh bastava, aveva ambizioni ben più vaste. Nel 1986 si sposò, non con una bambola bionda incontrata sulla spiaggia di Santa Monica ma con una Kennedy, con Maria Shriver : un body builder austriaco e repubblicano era entrato a far parte deUa leggendaria dinastia democratica americana. Si poteva dire che ormai aveva tutto, ma l'attore austriaco non voleva essere semphcemente un eroe dei film di azione sposato con una ragazza bene. Voleva conquistare anche il pubblico femminile. E i bambini. Ed ecco che nel 1988, recitando in «Twins» a fianco di Danny De Vito, riesce a sorprendere di nuovo tutti emergendo come un attore comico. Da quel giorno, l'attore-body builder ha mischiato film d'azione con commedie, pianificando metodicamente ogni passo della sua carriera, mettendo voce sulla scelta dei registi, sulle date di uscita, sulle campagne di marketing. Un vero businessman, che negli ultimi dieci anni si è visto protagonista di flop come «The Last Action hero», come «Il sesto giorno». La sua stella, insomma, non brillava più così forte. Che cosa fare? Ritùarsi? Gestire la sua fortuna? O buttarsi in politica? Per mesi dibatte con se stesso i rischi di questa scelta, poi il 6 di agosto sorprende tutti e annuncia che alla fine si è deciso, che intende mettersi in lizza per la carica di governatore della California. Una folha, commentano gli osservatori. Ma Schwarzenegger, un'altra volta, sembra avere provato che è meglio non scommettere contro di lui, che quando è determinato a raggiungere un obiettivo sa come ottenerlo. A qualunque prezzo. E alla faccia dei tanti scettici. Schwarzy in campagna elettorale

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