Il passato dalle belle immagini

Il passato dalle belle immagini TIVÙ 8c TIVÙ Tra memoria e nostalgia comincia la festa di Bando su Raitre per celebrare i 50 anni Il passato dalle belle immagini COME tutti i personaggi dotati di forte personalità, anche Pippo Baudo ha i suoi estimatori e i suoi detrattori. In passato, soprattutto, molti ritenevano eccessivo Ù suo presenzialismo. Però non si può non riconoscere che lui (per dirla alla Costanzo) la «patente» ce Iha, la tv la conosce e la sa fare. L'altra sera se la doveva vedere non soltanto con «La stanza del figlio» di Nanni Moretti in onda su Baiuno, ma anche con le «Charlie's Angels» di Canale 5 (5 milioni 252 mila spettatori il primo film, 5 milioni 922 mila il secondo). In quantità, se l'è cavata egregiamente, 3 milioni 610 mila spettatori; in qualità, ancora una volta la sua trasmissione, sullo stile di «Novecento», ha presentato una tv, e dunque un'Italia, «antologizzata», adatta soprattutto a chi certe cose le ha vissute e può dire «ti ricordi?». È difficile, è improbabile che uno spettatore giovane si lasci affascinare dalle vecchie immagini in bianco e nero: casomai va a cercarsele in quelle reti che non hanno la mediazione di un conduttore. Ma il clima vagamente «demodé» di «Cinquanta» non era privo di fascino. Inoltre, l'argomento è veramente enorme, ci può stare dentro tutto, e attingere dagli archivi della Rai, sempre per chi è appassionato, rappresenta un vero godimento. La televisione italiana compie cinquant'anni esattamente il 3 gennaio del 2004, e la Rai comincia così a festeggiare la ricorrenza. Baudo ha preferito non procedere in senso cro¬ nologico, ma per temi. E i temi sono scelti in modo eterogeneo. L'altra sera si parlava dunque del referendum sul divorzio, anno 1974: grande forza delle immagini, grandi testimonianze retrospettive di Fanfani, di Almirante, di Berlinguer; c'erano le imitazioni di Noschese e gli immancabili ospiti in studio sullo sgabello. Poi sono arrivate le due giovani nuove annunciatrici di Raitre, ed è arrivata l'intervista a Fulvia Colombo, che in quella domenica di gennaio del '53 annunciò per la prima volta il «palinsesto» della giornata, che allora non si chiamava neanche così. Girate pagina, cari spettatori, altro argomento: c'è un momento in cui la televisione deve fermarsi, di fronte alla tragedia? «Non si possono fermare le notizie», diceva giustamente Tiziana Ferrario, ma è «opportuno che la tv si ponga dei limiti sul come darle». Ogni tanto alcuni cantanti dalle belle voci ne cantavano una, e lo spettacolo continuava. Ma lo spettacolo doveva continuare in quel Festival di Sanremo del '67, dopo che Luigi Tenco si suicidò? Un dibattito sempre aperto, che naturalmente nemmeno questa trasmissione ha chiuso. Ognuno resterà del suo parere, ma intanto ci avrà pensato un po'. Dopo il discorso del presidente del Consigho, dopo «Un posto al sole», questa volta è stato Pippo Baudo, lui che tante volte ha fatto ritardare gli altri, con il disappunto, a esempio, di Bruno Vespa, ad essere ritardato. Ma, guarda un po', si è contenuto. Evviva!, direbbe lui. alessandra.comazzl@lastampa.ìt

Luoghi citati: Bando, Italia, Sanremo