A CACCIA DI STORIE

A CACCIA DI STORIE DA CHARUE BROWN A MUSSOLINI A CACCIA DI STORIE Emesto Ferrerò ERA irrequieto come un chierico vagante. Non tanto e non solo per io scarto che esiste, in editoria come altrove, tra progetto e realizzazione. E nemmeno per i rapponi non sempre facili con gli editori. Direi piuttosto per la curiosità irrefrenabile verso ogni tipo d'esperienza creativa. Per il timore ipocondriaco di non avere abbastanza tempo per tutto. Forse esiste un rapporto diretto tra l'angustia dei luoghi natii e la frenesia dell'altrove. Forse l'ostentato understatement minimalista di OdB nasce per opposizione all'epica famigliare. Prima quella del nonno Pilade, imprenditore e deputato, che aveva costruito gli altiforni di Portoferraio, e commissionato all'allora giovane e sconosciuto architetto Coppedé alcune ville grandiose. Intorno al 1910 un investimento sbagliato in miniere del Venezuela aveva segnato il crollo improvviso e fragoroso delle fortune famigliari. Poi quella delle eroiche imprese dello zio materno Teseo Tesei, medaglia d'oro al valor militare, che s'era immolato su uno dei leggendari «maiali» nelle acque di Malta L'Oreste aveva scelto per sé il colore del topo, che secondo Montale è quello che vince. Come Calvino, era cresciuto anche con le vignette del Bertoldo, gli albi di Gordon, il cinema americano. In editoria si rivela subito prezioso proprio perché gioca a tutto campo. Segnala autori e libri, traduce (nottetempo), progetta riviste e collane, e soprattutto ha l'occhio sicuro dello scout per tutto quello che bolle nella gran pentola dove convivono cultura alta e cultura bassa, il giallo e il fumetto, il calcio, il cinema, la televisione, la pubblicità. Non c'è campo o genere dove OdB faccia le sue incursioni tra golosità e irriverenza, divertimento e sberleffo. Difficile spiegare oggi cosa abbia significato per i giovani e meno giovani degli anni '70 la novità dirompente di Unus. Il peperino «mezzotoscano» (definizione sua) naturalmente ha un fondo tenero alla Charlie Brown. Le sue redazioni sono composte da sole fanciulle, che lui gestisce come uno zio benevolo. Nelle dediche dei suoi libri si diverte a disegnare ombrelli, come a proteggere il destinatario dalla mal'acqua della pagina. Applica ai suoi stessi romanzi e racconti un'insofferenza un po' bisbetica. Li pubblica e li nasconde, minimizza, quasi se ne scusa. Riesce a dimettersi perfino come autore: Einaudi ha appena finito di stampare Un'ombra dietro il cuore, e lui se ne è già pentito per via di certe cattiverie del testo. Così blocca in magazzino l'intera tiratura, la paga e la ritira. Un primato anche questo. L'unica cosa che non dismette è il piacere di cacciare storie, dagli amori di Mussolini a fatti minimi e significativi, centinaia di pezzi per un gustosissimo Decamerone del '900. Vorrei ricordarlo così, nel fervido piacere di raccontare agii amici il tesoro appena scoperto.

Persone citate: Calvino, Charlie Brown, Einaudi, Mussolini, Pilade, Teseo Tesei

Luoghi citati: Oreste, Portoferraio, Venezuela