«Le cento cose buone» di una piccola Italia

«Le cento cose buone» di una piccola Italia LA NUOVA GUIDA ENOGASTRONOMICA DI PAOLO MASSOBRIO «Le cento cose buone» di una piccola Italia Edoardo Raspelli E' un'Itaha piccola e grande; è il Paese dell'impegno e del sacrificio; è il simbolico Tricolore che accomuna e testimonia passione entusiasmo voglia di fare e, ultimo ma non ultimo.anche il legame alle nostre tradizioni, alla nostra terra, ai nostri mille territori. Sono gli artigiani della gola: ci fanno venire l'acquolina in bocca con i loro prodotti; ci attirano con le loro leccornie più diverse, simbolo della propria terra, delle proprie terre. Sono testimonianza di un mondo che vive tra mille difficoltà, che in qualche caso lotta per sopravvivere, il cui lavoro è fondamentale, addirittura, per il paesaggio. Ed allora ecco che per raccontarli, per presentarli all'Italia, è stato scelto un luogo non a caso, imo dei simboli del nostro Paese, la splendida sala del Cenacolo, in uno dei palazzi più belli del cuore di Roma, uno dei luoghi più suggestivi della Camera. Insomma, gli artigiani dell' Italia della gola, gli artefici del buon mangiare sono passati, non casualmente, nel cuore dell'Italia della pohtica. E li, accanto all' aula del Parlamento, ieri pomeriggio, martedì 30 settembre, è stata presentata la quinta eizione del Golosario di Paolo Massobrio, summa del mangiare bene italiano, enciclopedia degli indirizzi che fanno lltalia del piacere a tavola. Quando il Golosario nacque, cinque anni fa, aveva per sottotitolo: «Le cento cose buone». Oggi, in 750 pagine, sono elencati, commentati, raccontati, 487 prodotti tipici, 203 oh, 1670 cantine, 1790 tra negozi e boutique dei sapori. C è tutta la filiera dell'enogastronomia: dalla terra, dalla produzione. al negozio grande e piccolo che vende leccornie in ogni angolo d'Italia, fino a farle arrivare alla tavola di tutti noi. Settecentocinquanta pagine edite da Comunica di Alessandria, in cui Paolo Massobrio ed i suoi 50 amici e collaboratori (da Marco Gatti a Sandro Bocchio a Giovanna Ruo Berchera), hanno raccolto il meglio degli ultimi dodici mesi passati a girare, comperare, assaggiare, raccontare. Divisi per regioni, presentati in poche righe accorate ed esaurienti, ecco lltalia dell'artigianato alimentare anche più piccolo: ci sono 110 formaggi, 69 tra carni e salumi diversi, 21 tipi di miele (di casa nostra, non quello che arriva a prezzi stracciati dalla Cina e che l'industria alimentare mette in vasetti e caramelle senza dirci con evidenza che si tratta di api che hanno volato molto, ma molto lontano). Ci sono 39 liquori; per i giovani Paolo Massobrio narra anche di otto microbirrerie. Per i più tradizionalisti, per i puri, racconta di un nugolo di aceti, compreso quello straordinario, simbolo nazionale del piacere e della storia italiana, come l'Aceto Balsamico Tradizionale di Modena che esce dalla periferica modenese strada Vaciglio nelle preziose bottigliette disegnate da Giugiaro, secondo quanto obbliga la legge dell'Europa. Il Golosario è il trionfo, la vittoria dei piccoli Golia di Terra Tradizione e Territorio contro i Davide della omologazione. E' la rivincita di chi per farsi conoscere può contare solo sulla qualità del proprio prodotto, contro gli inganni, le menzogne e, se va bene, il dico-non dico e le omissioni, della grande distribuzione e della pubalicità. Da una parte la Personalità, dall'altra la Globalizzazione».

Persone citate: Edoardo Raspelli, Giovanna Ruo Berchera, Giugiaro, Golia, Marco Gatti, Paolo Massobrio, Sandro Bocchio

Luoghi citati: Alessandria, Cina, Europa, Italia, Modena, Roma