Telekom Serbia Sono tre i filoni dell'inchiesta
Telekom Serbia Sono tre i filoni dell'inchiesta Telekom Serbia Sono tre i filoni dell'inchiesta TORINO Sono tre i filoni di indagine che la Procura di Torino sta seguendo per cercare di individuare con certezza i contatti di Igor Marini sulla via della sua folgorazione. Un «miracolo» che l'ha portato a trasformare una storia da niente (la sua) di truffe e truffatori seriali in un grande scandalo itahano, con protagonisti (negativi) quasi tutti i leader dell'opposizione. In un primo momenCo, dopo l'esplosione della «bomba Marini» con l'audizione del 7 maggio di fronte alla commissione parlamentare d'inchiesta su Telekom Serbia, la magistratura torinese ha cercato di chiarirsi le idee su chi fosse e come fosse arrivato a Palazzo San Macuto. C'era una contraddizione in termini evidentissima sin dalla comparsa del «grande accusatore» di Prodi, Fassino e Dini: per gran parte dell'anno scorso Marini ha frequentato stazioni dei carabinieri e uffici della Procura romana - è stato interrogato 14 volte - per raccontare in lungo e in largo le trame della garanzia bancaria indonesiana da 50 milioni di dollari, dei «titoli della chiesa» e dei pay order per l'affare delrubino da 320 carati dalle ricadute economiche altrettanto vertiginose e mai ha accennato, neppure per sbagho, allo scandalo di Telekom Serbia. Che nelle sue successive «rivelazioni» a commissari parlamentari, magistrati svizzeri e italiani è emerso come il lato oscuro e inquietante delle precedenti dichiarazioni. Così gh affannosi tentativi di piazzare una garanzia bancaria falsa da 50 milioni di dollari si sono trasformati nella ((tecnica del balzo e rimbalzi» (appresa, sostiene Marini, da un dirigente della banca vaticana) per far scomparire da un istituto di credito all'altro le tracce della maxi-tangente. E' solo una delle versioni e piste incrociatesi nella trama rivelata da Marini. Chi ha avuto l'idea del «salto di quabtà»? E chi può aver incoraggiato Marini a praticarla? La Procura della Repubbbca ha a disposizione un abbondante materiale investigativo: verbab di interrogatori, intercettazioni telefoniche e ambientali, rapporti di pohzia giudiziaria. Mancano ai magistrati tasselli decisivi e ci si muove in più direzioni per ricostruire senza incertezze lo scenario dal quale sbuca il nuovo Marini aU'mizio di quest'anno. Quello che viene ritenuto credibile seduta stante e accompagnato di gran carriera a Lugano a ritirare (de prove» delle sue accuse, anch'esse rivelatesi im bluff. Rispetto alla prima e grave contraddizione, il «conte» Igor se l'è cavata dichiarando prontamente di aver provato a parlarne con il pm romano Maria Bice Barborini, ma di essere stato bloccato dal magistrato: «Per carità, vuol farci ammazzare tutti!». Per quell'incauta affermazione Marini risponde già di calunnia a Perugia (sede giudiziaria competente per le denunce di pm e giudici della Capitale). In attesa che il 15 ottobre chiarisca definitivamente le sue intenzioni (chiusura dei lavori della commissione e relazione di maggioranza sulle sole responsabilità politiche del centrosinistra?), il presidente Enzo Trantino trova ancora il modo di tenere a galla Marini: «Vi rinunceremo se sarà acclarata 'impossibilità di raggiungere la prova o la volontà di calunniare uomini politici». [alga.]
Persone citate: Dini, Enzo Trantino, Fassino, Igor Marini, Maria Bice Barborini, Prodi
Luoghi citati: Lugano, Perugia, Serbia, Telekom Serbia, Torino
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