La paralisi di treni e aerei di Nadia Bergamini

La paralisi di treni e aerei La paralisi di treni e aerei Ieri voli cancellati e convogli in ritardo di ore Nadia Bergamini Angelo Conti La stazione di Porta Nuova e l'aeroporto di Caselle hanno vissuto ieri una domenica nerissima. I ritardi accumulati dai treni provenienti da tutte le città a Sud di Roma hanno persino superato le 12 ore. Impossibile fare previsioni. A Caselle, poi, i danni causati dal «black-out» sono stati aumentati dal maltempo del pomeriggio. A Porta Nuova c'erano viaggiatori che telefonavano da convogli fermi nelle campagne senza sapere quando sarebbero arrivati, parenti in attesa che non sapevano più nulla dei convogli sui quali viaggiavano i loro cari. Sui tabelloni della stazione il termine più ricorrente, «ritardo indefinito», stava a significare una sconfìtta senza appello. «Non sappiamo» ripeteva paziente l'addetto all'ufficio accoglienza Trenitalia, nella sua casa di vetro in mezzo all'atrio. «Ma come non sapete?» incalzava smarrita la gente. Complicato affacciarsi all'ufficio informazioni, dove la gente faceva la coda fra le transenne. Del tutto inutile anche tentare la strada del cali-center di Trenitalia, il cui numero risultava già occupato dopo la prima cifra. Più fortunati, ma di poco, i passeggeri in partenza. Almeno qui i patti sono stati subito chiari: «Si parte in ritardo, anche di diverse ore e non si possono fare previsioni su quando si arriverà». Con parole uguali sia per chi si stava imbarcando sul Regionale per Milano sia per chi era salito sull'Eurostar per Lecce (partito 4 ore dopo il previsto e ieri sera ancora in viaggio con ritardo sempre più abissale). Qualcuno ha cosi pensato all'aereo ed è corso ad una delle postazioni Internet per verificare le possibilità di un viaggio alternativo. Ma qui un'altra beffa: il sito della Sagat, cioè dell'Aeroporto di Torino, presentava, anziché l'elenco degli aerei in partenza, una vistosa scritta blu «Manutenzione in corso» (che i beni informati dicono sia lì già da qualche giorno), segnalando in alternativa due numeri di telefono della Sagat che nessuno, fra le decine di aspiranti trasvolatori imbufaliti, è mai riuscito a trovare libero. I primi passeggeri hanno cominciato ad arrivare dal sud solo con l'Eurostar da Roma delle 13.20, comunque approdato a Torino con un paio d'ore di ritardo. Poi, alle 15.45, ecco insieme il Napoli (con un ritardo di 510 minuti) ed il Palermo (che sarebbe dovuto arrivare 400 minuti prima). Il ritomo alla normalità è stato però lento. Ancora nel pomeriggio sono stati soppressi treni, mentre si registravano ancora ritardi incredibili anche su linee che avrebbero dovuto essere più tranquille (3 ore e mezza per il «Savona» delle 13.50 mentre, al mattino, l'Alessandria delle 7.15 era riuscito ad accumulare quattro ore e mezzo di ritardo, quattro volte il tempo di percorrenza della tratta!). Diventano invece regolari i collegamenti con Milano (che, anche al mattino, non avevano superato i 100 minuti di «sofferenza»), con la Val Susa, con Pinerolo. All'aeroporto Sandro Pertini di Caselle, molti voli sono stati cancellati e dirottati sullo scalo di Malpensa. Se non fossero bastati i problemi di «blackout» e di maltempo, i voli sarebbero stati deviati per consentire il disinnesco dell'ordigno belli¬ co della Seconda guerra mondiale nel quartiere Santa Rita di Torino (i piloti in fase di sorvolo a Torino avrebbero dovuto modificare le procedure di atterraggio, alzandosi di quota). Risultato? Molti passeggeri a terra alcuni dei quali con check-in e imbarco già effettuato o parenti costretti ad un lungo tour verso Malpensa. E' rimasto in aeroporto anche un gruppo di ventisette turisti, provenienti da Aosta diretto a Napoli. «Non riusciamo a capire se ci imbarcheranno - dicono - e quando questo avverrà anche perché ogni dieci minuti sui monito l'orario viene modificato. Giunti a Napoli avremmo dovuto proseguire per Ischia, ma ormai la coincidenza è persa. Bel modo d'incominciare la vacanza». Le informazioni sono state frammentarie per quasi tutta la giornata con la gente costretta a rimanere nell'incertezza

Persone citate: Angelo Conti, Sandro Pertini