STRIPTEASE PER L'OCCIDENTE

STRIPTEASE PER L'OCCIDENTE L'INCONTRQ-SCONTRO CON L'ISIÀM E LE CULTURE «ALTRE» STRIPTEASE PER L'OCCIDENTE Claudio Goriier TJ OLITIQUE d'abord», il vecchio detto francese sublimato ''-IT della politica sembra imperiosamente monopolizzare il dibattito sull'incontro-scontro tra Occidente e Islam specie dopo la tragedia delle Torri Gemelle e le guerre in Afghanistan e in Iraq. In altre parole, la dimensione schiettamente culturale passa in seconda linea o viene utilizzata in funzione puramente strumentale. Sarebbe ora di ripensare i termini del dibattito, e soprattutto di rimettere in discussione l'idea, esplicita o implicita, di un primato dell'Occidente o, se si vuole, di una funzione missionaria dell'Occidente, che dalla politica si trasferisce nella cultura a proposito non soltanto dell'Islam, ma di tutte le culture «altre», ad esempio dell'Africa e dell'India. Non stupisca che, in una simile prospettiva, uno dei maggiori teorici del problema, il palestinese (professore a New \brk) Edward Said, morto prematuramente pochi giorni fa, abbia chiamato in causa Antonio Gramsci. Di più: il referente Gramsci ha conquistato negli ultimi anni un'incidenza sempre maggiore non solo presso le intellettualità africana, indiana e di alcuni paesi islamici, ma negli stessi Stati Uniti. La parola chiave, significativamente, è «egemonia»: Said, l'angloindiano Homi Bhabha e altri teorici delle culture cosiddette post-coloniali vedono in larghi settori della cultura occidentale l'invenzione di un Oriente - usiamo la parola nel senso più lato - assolutamente di comodo come strumento dei colonizzatori per rafforzare il loro potere sui colonizzati. Questa è, s'intende, una posizione volutamente militante e, se portata alle estreme conseguenze, talora sopra le righe, ma non priva di fondamento. La crescente fortuna, anche in Italia, di scrittori di quello che si usava definire Terzo mondo sembrerebbe smentire la tesi della persistenza dell'egemonia, ma sospetto che, scontata l'importanza del fenomeno, rischi di dar vita a una paternalistica moda. Penso, tanto per fare un esempio, al successo di una scrittrice aspramente militante come l'indiana Amndhati Roy, l'autrice di Il dio delle piccole cose e di saggi risolutamente aggressivi; ai «falsi dèi» occidentali denunciati dal premio Nobel africano Wole Soyinka. A proposito di uno dei testi più raffinati, nella loro militanza, come I dannati della terra dell'antillano Frantz Fanon, tuttora un punto di riferimento fondamentale per le culture post coloniali, Jean-Paul Sartre scrisse che «bisogna fare uno striptease del nostro umanesimo». Ho l'impressione che, di fronte allo sforzo di antiegemonia delle culture cosiddette «ibride» che l'Occidente ritenne e spesso è ancora tentato di colonizzare, il consiglio sartriano mantenga tutto il suo vigore.

Persone citate: Antonio Gramsci, Edward Said, Frantz Fanon, Gramsci, Occidente Claudio, Paul Sartre, Said, Wole Soyinka

Luoghi citati: Afghanistan, Africa, India, Iraq, Italia, Stati Uniti