Le commissioni delle sgr sono le più care d'Europa
Le commissioni delle sgr sono le più care d'Europa UNO STUDIO DI FITZROVIA LANCIA UN'ACCUSA ALLE SOCIETÀ ITALIANE Le commissioni delle sgr sono le più care d'Europa Anna Messia L'accusa arriva da un'autorevole società britannica specializzata nello studio del risparmio gestito, la Fitzrovia: le sgr italiane praticano, con spagnoli e lussemburghesi, le commissioni più alte d'Europa. Il sistema del risparmio gestito itóiiano balza al primo posto per le spese addebitate nella gestione dei fondi azionari con un cospicuo distacco rispetto ai meno cari, ovvero i prodotti belgi e tedeschi. La rilevazione di Fitzrovia non riguarda le sòie commissioni di gestione ma tiene conto di tutto gli elementi che compongono il Ter, ovvero il «Total expense ratio», un indice che riassume l'incidenza di tutte le commissioni (gestione, compenso della banca depositaria, costo dei rendiconti spese di revisione ecc.) che gravano su un fondo comune. Il risultato, come anticipato, non è tra i più lusinghieri. Tra i meno cari spicca il caso di Investitori (gruppo Ras) guidata dall'ex presidente di Assogestioni Cario Maria Mascheroni, mentre la mglia nera è di Banca Finnat Euro america. Perché questa tendenza al caro fondo? Vittorio Ambrogi, re¬ sponsabile della distribuzione della sicav Morgan Stanley spiega: «Il mercato italiano è abbastanza giovane e ha costi più alti della media europea. Ma in futuro assisteremo ad un riallineamento». I gestori difendono la loro posizione. «Non ha senso parlare di fondi più o meno cari sostiene Gianni Bizzarri ad di Ifigest -. Le commissioni devono essere messe in relazione alla bravura del gestore. Per avere il meglio io sono disposto a pagare di più». Discorso analogo di Alberto Foà, amministratore di Anima (in testa alle classifiche di performance): «Bisogna distinguere tra fondi a gestione attiva e a gestione passiva. Questi ultimi non possono avere commissioni uguali ai primi. Il cliente deve imparare a riconoscerli». Le spiegazioni convincono, almeno se riferite ai fondi azionari. Ma perché sui monetari, impiegati in strumenti a brevissimo termine, le commissioni in certi casi incidano per un terzo abbondante della performance tanto che il sottoscrittore rischia di vedersi riconosciuto un reddito modesto o quasi nullo? Basti citare 1194 trattenuto dall'Euganeo di Eptafund. C'è da dubitare poi che i prezzi tendano al ribasso. Anzi, secondo Fitzrovia, la tendenza europea è di una ripresa di movimento verso l'alto per la concorrenza tra le società per assicurarsi le migliori reti di distribuzione. La tendenza - spiegano dal quartier generale del centro studi - è partita dal Lussemburgo, il Paese più importante d'Europa per l'alto numero di fondi comuni domiciliati. Ed è più che probabile che tenda a contagiare il resto del Vecchio Continente». Facile prevedere che anche i fondi italiani seguiranno questa onda. [Borsa&Finanza] Alberto Foà di Anima
Persone citate: Alberto Foà, Anna Messia, Gianni Bizzarri, Maria Mascheroni, Morgan Stanley, Vittorio Ambrogi
Luoghi citati: Anima, Europa, Lussemburgo, Vecchio Continente
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