«Così ho riavviato le linee bloccate»

«Così ho riavviato le linee bloccate» DENTRO ALLE CENTRALI PIEMONTESI DA CUf E' NATA LA CRISI. PARLA IL SUPERTECNIGO «Così ho riavviato le linee bloccate» «Mi hanno chiamato d'urgenza: abbiamo bisogno di lei» retroscena TORINO SIAMO in blackout, abbiamo bisogno di lei». La chiamata arriva alle 3,20 al telefono di Enrico Borello, 54 anni e 28 al servizio dell'Enel. E' il responsabile delle stazioni per la distribuzione di energia elettrica della società Terna (per conto dell'Enel) in Piemonte, Liguria e Valle d'Aosta; L'uomo dell'emergenza, se occoire. Per questo è reperibile, assieme a ima sessantina di tecnici, per la «sua» porzione di Nord-Ovest. Cosi, ieri è saltato giù dal letto a Chieri e si è precipitato in frazione Mandria 32 a Chivasso, dove c'è la «Stazione Rondissone». Strategica. Distribuisce elettricità in amvo da Francia, Svizzera, Austria e Slovenia. In Italia ci sono solo altre due stazioni come Rondissone: una a Dolo (Venezia), l'altra a Bari. «Abbiamo avviato il "piano di ripristino"», spiega. Sono le 17. Il peggio è passato. Dalla «Sfazione Rondissone» ha coordinato il lavoro del piccolo esercito di tecnici in tre Regioni. «La maggior parte dei colleghi sono già tornati a cp,sa», aggiunge. Ma u «fortino» di frazione Mandria a Chivasso è rimasto presidiato da una dozzina di specialisti fino a tarda sera. «(Siamo riusciti a ridare corrente già mezz'ora dopo il blackout», racconta Borello. Il sistema riparte in modo graduale. Il primo passo è avviare le centrab idroelettriche, tenute come «riserva» per eventuali «picchi di richiesta» energetica. Funzionano con ima tensione più bassa rispetto a quella necessaria per far partire le «sorehe» termoelettriche. Loro sono il secondo passaggio della procedura di emergenza, quando la tensione della corrente è già stata alzata a sufficienza grazie all'intervento delle centrali idroelettriche. La «Stazione Rondissone» è la prima a ricevere l'eneigia elettrica in arrivo d'Oltralpe. H primo guasto è avvenuto in Svizzera, a Brun- ner, poco dopo le 3. Un albero caduto su una linea ad alta tensione, pare. Una decina di minuti più tardi è accaduto qualcosa nella centrale di Albertvfile. Un fulmine, secondo le dichiarazioni arrivate dalla Francia e smentite in Serata. Di certo, alla «Stazione Rondissone» non è più arrivata energia. Il piano di aprowigionamento elettrico prevede una terza via, partenza dalla Francia, da Villarpdin, e passaggio attraverso la «centrale di punta» di Venaus. Ha un funzionamento idroelettrico, l'acqua arriva dal bacino del Moncénisio, da un invaso di circa 300 milioni di metri cubi, gestiti con l'Edf francese. La struttura di Venaus è automatica. Ed è proprio qui che, dopo aver verificato l'impossibilità di ricevere energia dalle altre due linee ad alta tensione, è stata aperta la terza «via», ovvero la linea d'emergenza che porta energia, appunto da Villarodin, e che ha fatto arrivare in Valle di Susa una «scarica elettrica» che, a quanto sembra, ha mandato in tilt il sistema, facendo calare il buio su tutto lo Stivale. Il «traffico» fra Italia, Francia e Svizzera è «modulato» da Torino, dove c'è la postazione che dirige i flussi di corrente. Ed è da quest'avamposto del Gestore rete di trasporto nazionale dell'energia, controllato 24 ore su 24 da personale specializzato, che è stato schiacciato il pulsante per dare corrente a Venaus. Cos'è accaduto? «Probabilmente si è trattato di un sovraccarico, ma non possiamo dare inf ormazio, ni senza certezze», dice un addetto. Sta di fatto che l'impianto di Venaus è e resta uno fra i più efficaci. «Ogni mese - spiegano all'Aem, l'Azienda energetica metropohtana di Torino - da quella centrale entrano ed escono 2 mibardi di Kwh, pari a quanto produciamo noi in un anno. Si tratta di una centrale di punta, perché, di fatto, si ferma quando i carichi energetici sono bassi, mentre torna a funzionare non appena c'è bisogno che i flussi dell'alta tensione salgano». Di punta. «E' stato un ingorgo nell'unica linea : : rimasta efficiente Molte ore di lavoro per tornare alla normalità»

Persone citate: Borello, Brun, Enrico Borello