Milano festeggia la moda e sogna I museo Gehry

Milano festeggia la moda e sogna I museo Gehry DOPO BILBAO, IL GRANDE ARCHITETTO RIDISEGNA LA CAPITALE DEL DESIGN Milano festeggia la moda e sogna I museo Gehry Nove giorni in passerella, inaugurati con un grande party nella redazione di «Vogue». Stilisti, imprenditori e top model insieme, in un clima di fiducia ritrovata. «Siamo alla vigilia di una stagione più positiva, con nuove idee» reportage Chiara Beila di Argentine MILANO IL dolce di cioccolato non è stato ancora servito quando nella stanza indicata con il numero 6, sull'invito per la cena organisizata in onore del grande fotografo Bruce Weber dal direttore di Vogue, Franca Sozzani, e dal presidente di Deutsche Bank, Gianni Testoni, entrano - tendendosi per mano Miucda Preda, collier antico e capottino da sera di mikado rosa, Donatella Versace, in lungo sexy bianco e Tom Ford, l'americano che ha rilanciato il marchio Cucci e, da alcune stagioni, disegna anche l'alta moda pronta di Yves Saint Laurent. I tre famosi stilisti, per ima volta comphci, festeggiano Franca Sozzani, una minuta signora, in lungo nero e orecchini di rubini antichi,la bionda eminenza dello stile italiano. Dai due tavoli neri apparecchiati con sottopiatti d'argento partono gli applausi di Diego Della Valle e Sergio Loro Piana, delle stupende modelle Eva Erzigova con il fidanzato Gregorio Marsaj, della magica danese Rie Rasmussen, in raso nero e stivali, di linda Evangelista con il fidanzato Ugo Brachetti Peretti, del neo amministratore delegato della Rcs libri, Ferruccio De Sortoli, e di alcune signore, tutte in abito lungo, alcune molto chic, come Giuha Puri Negri, Barbara Prua, Noris Orsi Morano, Cecilia Rossi Colussi. Francesco, il giovane figlio di Sozzani, con la sua macchina fotografica digitale immortala l'abbraccio del terzetto a mammà. In giro ci sono molti fotografi ma è questa la vera immagine allegra e benaugurante della serata che ha inaugurato ufficiosamente Milano Moda, ben nove giorni di passerelle, quasi cento sfilate (40 in Fiera), delle collezioni di alta moda pronta per la primavera-estate 2004. Un appuntamento delicato per un settore stategico della nostra bilancia commerciale che è in sofferenza da molti mesi. I dati del secondo trimestre di quest'anno sono stati infatti eoa negativi che gli analisti hanno ritoccato, ancora una volta verso il basso, la previsione del fatturato dell'industria della moda per il 2003 (meno l,507o). Più di due anni di crisi e la minaccia di un'invasione di prodotti a basso costo dai Paesi asiatici, soprattutto la Cina, non permettono a nessuno, neanche ai marchi più consolidati, neppure a un colosso come Giorgio Armani, che navigando controcorrente e insistendo sul suo ormai codificato e famoso stile, riesce a far fronte megho di altri alla congiuntura, di dormire sonni tranquilli. In questo clima e alla vigilia di una settimana intensissima di preparativi per le sfilate, di appuntamenti per interviste, di riunioni con i compratori e anche di feste (la più attesa, mercoledì sera, quella per il nuovo prive di Armani in via Manzoni; la più esclusiva quella die darò Emmanuelle de Benedetti perKrizia; la più allegra quella peri 50 anni della griffe Missoni) quelli del circo della moda, in particolare gli stilisti, sono a dir poco stressati. Avanti tutta con relax e allegria. La sera di venerdì 26 settembre, in piazza Castello, sede di «Vogue», la rivista che detta legge nel mondo della moda,eclita dalgruppo Condé Nast, di SI Newhouse per la mostra di Weber (le bellissime foto invadono le pareti di uffid e corridoi) Sozzani ha aperto a 350 invitati la palazzina della sua redazione. Sarà perché nel terzo trimestre dell'anno gli operatori della moda hanno cominciato a raccoghere qualche debole segnale di svolta del ddo congiunturale; sarà perché dal mercato Usa arriva finalmente qualche lieve, incoraggiante segnale di una ripresa di fiducia dei consumatori; o anche perché la crisi ha smussato tanti inutiHprotagonismiecapricd tra le primedonne del made in Italy; o ancora, sarà perché «Franca è una maga», come dice Beppe Modenese, il padre fondatore delle sfilate milanesi; il risultato, comunque, è una festa come non si vedeva da tempo nella noiosa Milano. La magnifica Naomi Campbell in raso rosa con Matteo Marzotto, il presidente deU'Ibm, Elio Catania e la moglie Mercedes, Francesco e Arma Maria Micheli, Sonia Tato, Gerardo ed Elena Bragiotti, il presidente di Max Mara, Luigi Maramotti, Lapo Elkann, Edoardo Teodorani Fabbri con Francesca Nardi, coda di cavallo bionda sull'abito rosa, la bella Roberta Annani, top di paillettes insieme al marito. Angelo Moratti. Uomini in smoking, ragazze in mini e stivali punk; champagne per l'aperitivo e cena ai tavoli numerati, disposti sui due piani della redazione. «Un clima eoa corale e caloroso non me lo ricordo dai primi anni Ottanta», commenta Modenese. Tutti insieme, finalmente, prima di scendere in passerella, sono così sfilate griffe storiche della moda come la tenera coppia Missoni; la coriacea Mariucda Mandelh; Gianfranco Ferrè con spilla d'oro all'occhiello; Carla Fendi in raso turchese e acquamarine, ton sur ton; Alberta Ferretti, la stilista preferita da Afef Tronchetti Provera, in lungo nero; il sempre più magro e nerovestito con catenelle, Karl Lagerfeld e, festeggiatissimi, Domenico Dolce e Stefano Gabbana, la coppia della moda supertrend del momento per i loro abiti da sera, i tailleur dal taglio perfetto, le scarpe bicolori con tacco a spillo per donne che voghono essere femminili e sensuah anche in pantaloni (quello stesso pomeriggio la loro boutique in via della Spiga sembrava un salotto, a fare shopping tra buyers giapponesi e top-model dai jeans «giropube» e i capelli lunghi con la bandana, c'erano Paola Ferrari, giornalista Rai e moglie di Marco De Benedetti; la bionda Fiona Swarovski e Afef con un'amica libanese). Certo, solo una sera di festa. Ma anche il giorno dopo, sabato, a sfilate iniziate in Fiera, con i primi dati sugli accrediti di giornalisti e buyers stranieri che fanno ben sperare, Franca Sozzani commenta: «Credo che siamo alla vigilia di una stagione più podtiva per la moda». Più cauto. Luigi Maramotti,presidente del gruppo Max Mara, annota: «due anni di crisi hanno aiutato tutti noi, imprese e stilisti, a essere più rigorod, più profesdonali. Ma il panorama è sempre difficile, non c'è da essere ottimisti.Per essere davvero competitivi bisogna puntare sul nostro vero punto di forza, la creatività». Ci voghono nuove idee, insomma, e anche nuovi talenti e nuovo sangue vitale per un sistema moda che sembra a volte un corpaedone un po' vecchio, un po' anemico che produce oggetti troppo cari. Certo, per avere una borsa di Cucci molte signore sono in waiting-list; e c'era una ressa di fan all'apertura a Milano di Jimmy Choo, che fa scarpe supersexy e per il nuovo negozio Burberry, dietro via Montenapoleone ma, follie modaiole a parte, è più chic, e comunque è con il caro vita d'obbligo, la sobrietà. Così la vera novità nella capitale della moda è l'apertura di megastore a prezzi imbattibili, dopo lo spagnolo Zara, sbarca in via Torino, Mango e in corso Vittorio Emanuele,il colosso svedese H&M (prezzo di una cintura di Strass, 18 euro). Una sfida non da poco per i nostri marchi che possono contare solo sulle loro forze. In tempi di tagli nessuno si aspetta da Roma più nulla ed è già quad un miracolo che Daniela Santanché, pierre e deputata di An, da riusdta a ottenere un po' di soldi per il progetto del museo della moda nell'area dell'ex Varesine. Alla serata di «Vogue» Santanché, (in lungo nero quasi austero rispetto al suo look abituale) ha procurato la Deutche bank, come sponsor. Ma, nonostante tanto attivismo, non è stata certo la protagonista della serata. Il fatto è che a Milano si parla da infiniti anni di creare un museo della moda : nessuno ormai ci crede più. Intanto ogni stilista si è comprato la sua area dismessa per farsi il proprio spaziomausoleo mentre ad Anversa, dove lavorano gli stilisti più di tendenza, un bellissimo museo è stato già inaugurato. Idee perchè non basta per reggere la competizione la nuova mega Fiera o i meganegozi che fanno salire i prezzi degli immobili alle stelle. «Per il sistema moda abbiamo bisogno che Milano sia m Sono molte le mostre legate al mondo del fashion, dedicate ai bottoni, alla plastica, alle tovaglie, alla creatività indiana. Interessante la location (il padiglione reale della stazione centrale) dell'esposizione «Il bottone - Storia, arte e moda», che ripercorre tre secoli di costume proprio attraverso questo piccolo, indispensabile, accessorio una capitale economica ma anche culturale», avverte Maramotti. E viene da pensare a quali enormi danni d'immagine sta provocando la cria ai vertici della Scala, un tempo teatro unico al mondo. Oltre le beghe sempre più da provincia in cui annaspa Milano la speranza, allora, è che il nuovo sia provocato da chi non vive nella stretta cerchia deiNavigh. Ed è proprio questo il vero scoop di Franca Sozzani. Nella stanza numero 4, della cena chez Vogue, al tavolo con i Missoni, Antonella Camerana, Carla Sozzani e Marco Testa, c'era Frank O.Gehry, l'architetto che ha progettato tra l'altro il fantastico Museo Guggenheim a Bilbao,la Walt Disney Concert Hall a Los Angeles, il California Aerospace Museum. Finalmente un grande, finalmente non d parla solo di come saranno lunghe le gonne la prossima stagione. Non solo. Arrivato con Gehry a Milano, al suo stesso tavolo, sedeva Gerald D. Hines, fondatore e chairman a Houston, Texas, di una delle più grandi real estates companies del mondo. H multimiliardario Hines, grande amico di George Bush senior, è un costruttore famoso per credere che la bellezza del progetto sia un fattore che favorisce il business; oltre a Gehry (hanno lavorato insieme alla nuova sede della Dz bank a Berlino) fa disegnare i suoi grattadeli che hanno cambiato lo skyline di tante città (a cominciare dalla sua Houston, con il Permzoil Place) a nomi come Philip Johnson e Cesar Pelli. Chiedo a Ftanca Sozzani se è vero che Hines dopo Barcellona e Parigi (area ex Renault) ha comprato a Milano, un'area vicino a corso Como e ha chiesto Frank Gehry il progetto per ridisegnare la zona. Uffici, negozi e un museo per la capitale della moda. «Sì», conferma Sozzani che è consulente del progetto, «ma, attendone, pensiamo a un museo dell'immagine, della fotografia. Anche a corsi per i giovani studenti. Non voghamo certo un vecchio museo con un po' di vestiti apped».Tutto il resto sono i permessi, le inevitabili polemiche ma, speriamo, che come è già successo a Bilbao il segno visionario di un grande architetto regali a Milano una nuova stagione. Tre secoli di costume «raccontati» dai bottoni Continua lo sbarco dei megastore a prezzi imbattibili. Dopo gli spagnoli di Zara debutta il colosso svedese H&M A sinistra Dolce e Gabbana [servizio fotografico di Stefano Guindani] Alato Karl Lagerfeld e Franca Sozzani direttore di Vogue Tom Ford con Liz Hurley e Donatella Versace, sopra una foto scattata da Weber