Anche il Vaticano nega le «verità» di Marini

Anche il Vaticano nega le «verità» di Marini Ài MÀGJSTRAfr TORINESI HA RIBADÌfoLE ACCUSE Al LEADER DEL CENTROSINiSTRA " ~ '' " r"' ' ", ^ l' ""|, .i . ii.... .•..j—^ii . .i .- - ,,, j ,. ,,-..il-. .:, , -■.— ,.., Anche il Vaticano nega le «verità» di Marini Secondo il faccendiere l'Istituto delle Opere di Religione avrebbe trattato il certificato di possesso di un rubino del valore di 320 carati Alberto Caino TORINO Smentito anche dal Vaticano. Il «conte» Igor Marini si accreditava ai tempi belli come un uomo dello lor, l'Istituto per le Opere di Religione, cassaforte della Santa Sede. Ora si ha notizia che la Segreteria di Stato, attraverso la diplomazia vaticana, ha fatto pervenire a Torino la risposta alla richiesta di chiarimenti indirizzatale dal procuratore capo Marcello Maddalena. Il contenuto della nota stronca le passate fatiche del «conte» per salire e scendere le scale dei palazzi vaticani fingendo di recarsi a fare im'offerta aU'«elemosineria» per poi ricevere nei paraggi l'interlocutore di turno con l'atteggiamento di chi è uscito un momento dal proprio ufficio e deve rientravi in tutta fretta. Una perfetta sceneggiata alla «Totò truffa». Marini spendeva continuamente nomi di prelati (monsignor Ante Jule, padre Zorza) e di dirigenti lor (il cavalier Guglielmo Palermini, ormai famoso perché la sua firma compare a mo' di scarabocchio su alcuni dei falsi ordinativi di pagamento della banca vaticana in una della truffe rimbalzate neUe indagini torinesi). Si inventava tutto, fuor- che lo scenario, e in un paio di casi pure quello. Già nell'ordinanza di custodia cautelare di inizio lugho il gip Francesco Gianfrotta scrive: «Tornato in Itaha, il Santomo (Rosario, mediatore d'affari intervenuto per trattare il certificato di possesso, per un anno, di un rubino da 320 carati di proprietà di un cinese, ndr.) apprese allo lor che non esisteva presso la banca vaticana un funzionario di nome Palermini, che aveva apparentemente sottoscritto l'impegno dello lor per il pagamento deUe somme pattuite per il rubino. Inoltre, non esisteva la via dell'Arcangelo Apostohco, indicata sui docu- menti lor presentati per la trattativa sul titolo, e neppure esisteva l'intestazione "lor Istituto Opere di Religione", dal momento che "l'ufficio che emetteva quel genere di documenti era tutt'altro"...». Del fantasma Palermini il «conte» ha parlato diffusamente anche alla commissione parlamentare d'inchiesta. Audizione del 7 agosto, carcere torinese delle «Vallette». Il presidente Enzo Trantino (An) domanda al «superteste» chi sia questo «signor cavalier...». Marini non si fa pregare : «Per due mesi e mezzo è stato U mio istruttore ad un programma specifico che io chiamo "balzo e rimbalzo", cosa che ho imparato da lui direttamente con un corso che ha tenuto per me dentro l'Hotel Columbus, in via della Conciliazione a Roma». Ventuno pagine dopo del resoconto stenografico il sen. Roberto Calderoh (Lega) ritoma a bomba: «Signor Marini, ha intrattenuto rapporti professionah con lo lor». E qui, Marini, completa una versione più modesta dei suoi rapporti con le finanze vaticane: il cavaliere è sempre il suo tramite, il corso balzo e rimbalzo (la stessa tecnica da lui utilizza ta per riciclare il denaro nella sua fanta-ricostruzione del percorso della tangentona Telekom Serbia verso Prodi, Fassino e Dini) lo attrezza professionalmente e poi... Dice testualmente: «Mi è stato proposto un contratto come freelander sotto l'egida del dottor Palermini, il quale aveva tutti i documenti di altoiiinzionario dello lor. Lavoravo con lui per essere assunto nello lor». Pur con qualche necessaria attenuazione della sua statura di genio finanziario (ma dal portafogUo vuoto). Marini continua imperterrito con l'accusa ai leader dell'Ulivo. L'ha fatto pure ieri nel confronto con il croato Zoran Persen che aveva individuato come il braccio della finanza belgradese nel riciclaggio della tangente. L'altro ha alzato la voce più volte: «Bugiardo, sei un bugiardo». Da copione, il legale di Marini ripete: «Siamo usciti vincitori». Di tono diverso il commento del collega Fabrizio De Silvestri: «Restiamo agli antipodi. Marini ha ripetuto meccanicamente la sua storia». In mattinata - mentre si aveva notizia che le perquisizioni dei giorni scorsi hanno riguardato un notaio romano e un cliente nella compravendita di un immobile (forse l'acquisto di un castello in cui avrebbe avuto un ruolo Antonio Volpe) - a Palazzo di Giustizia si è svolto l'interrogatorio di garanzia di Erik Watten, collaboratore del civilista romano Fabrizio Paoletti pure lui agli arresti. AI termine, l'avvocato Titta Castagnetti, difensore di entrambi, ha dichiarato: «Mi sembra che ormai la battaglia si giochi su altri fidi. Marini è un bugiardo e pesa sulla questione il sospetto di sue complicità con altri, ignoti e noti». pi tetekùmmilM La sede dì Telekom Serbia a Belgrado

Luoghi citati: Belgrado, Marini, Roma, Serbia, Telekom Serbia, Torino