Sull'Iraq Putin si riallinea con cautela a Bush di Paolo Mastrolilli

Sull'Iraq Putin si riallinea con cautela a Bush GRANDE CORDIALITÀ' AL VERTICE DI CAMP DAVID MA RESTANO ALCUNE DIVERGENZE Sull'Iraq Putin si riallinea con cautela a Bush I capo del Cremlino: però voglio prima leggere il testo della risoluzione Usa Paolo Mastrolilli NEW YORK Si capiva anche dai gesti del presidente Bush e del cohega Putin, dopo il vertice a Camp David, che Usa e Russia intendono collaborare per riportare la stabilità in Iraq. Ma l'accordo definitivo ancora non c'è, nonostante Washington stia aprendo alla possibilità di dare all'Onu un ruolo pohtico più significativo. Infatti il Pentagono ormai ha perso la speranza di ricevere rinforzi stranieri in breve tempo, e mentre sul terreno continuano gh attacchi contro i militari americani, ha deciso di mobilitare altri 10.000 riservisti e metterne 5.000 in preavviso. Il riavvicinamento tra Mosca e Washington è emerso dal vertice tra Bush e Putin, venerdì e ieri a Camp David, non solo perché George ha assicurato ai giomahsti che «Vladimir è un buon compagno con cui passare un po' di tempo». Il capo del Cremlino ha detto di voler collaborare alla normalizzazione dell'Iraq, chiarendo che «abbiamo differenze sulla maniera di affrontare il problema, ma ci intendiamo sulla sua essenza». Però ha aggiunto che prima di decidere l'eventuale invio di truppe e aiuti, vuole leggere la nuova risoluzione che gh Stati Uniti hanno proposto al Palazzo di Vetro per autorizzare una forza multinazionale: «Il livello e le dimensioni della partecipazione russa verranno determinati dopo aver conosciuto i parametri del testo». L'intesa resta legata anche al rispetto da parte di Washington degli interessi commerciali e petroliferi di Mosca in Iraq, compresi i crediti vantati col regime di Saddam prima della guerra. Putin ha concordato con Bush che la Corea del Nord deve rinunciare in maniera verificabile alle armi atomiche, ma ha detto che in cambio Washington dovrebbe dare garanzie sul piano della sicurezza e l'assistenza economica. Quindi ha promesso di mandare all'Iran «un segnale chiaro ma rispettoso affinché ' aumenti la collaborazione con l'Aie a», che ha dato tempo a Teheran fino alla fine di ottobre per dimostrare che l'uranio arricchito trovato in due località non rientra in un programma per costruire bombe nucleari. Il capo del Cremlino, però, non ha garantito di interrompere le forniture tecnologiche da 800 milioni di dollari per la centrale di Bushehr, che secondo gh americani vengono utilizzate allo scopo di sviluppare armi. Invece ha ottenuto da Bush il riconoscimento che la Cecenia fa parte della guerra cominciata l'il settembre: «I terroristi - ha detto il cap: usila Casa Bianca - devono essere contrastati ovunque diffondono caos e distruzione, inclusa la Cecenia». Un tema che potrebbe diventare terreno di scambio sull'Iraq, dopo che proprio alla vigilia del vertice i russi avevano accusato gh americam di trattare in segreto col rappre- sentante dei ribelli Zelimkhan Yandarbiyev. Fonti diplomatiche dicono che Washington potrebbe presentare la nuova risoluzione corretta già la settimana prossima, e hanno aggiunto che è disposta ad aumentare il ruolo pohtico deU'Onu. Ma anche se questi passi, sommati alla scadenza di sei mesi per scrivere la costituzione, convincessero la Francia ad appoggiare la risoluzione, il Pentagono ormai pensa che i rinforzi stranieri non arriveranno comunque in tempo per consentire la rotazione deUe truppe. Perciò ha mobilitato 10.000 riservisti della 30th Infantry Brigade della North Carolina e della 39th Infantry Brigade deh'Arkansas, che si presenteranno in caserma il primo e il 12 ottobre, mentre ha avvertito 5.000 uomini della 81st Army National Guard Infantry Brigade di Washington che subito dopo potrebbe toccare a loro. Si tratta di civili richiamati per almeno 18 mesi, a dimostrazione del fatto che i capi militari pensano di restare sul terreno almeno fino a tutto il 2004, nonostante ieri Bush abbia usato il discorso radiofonico del sabato per soUecitare altri paesi stranieri a mandare truppe. In Iraq, del resto, continuano le violenze. Ieri tre razzi sono stati lanciati contro l'hotel al Rashid di Baghdad, già sede dei media durante la guerra del 1991, dove alloggiano molti soldati americani. Le granate non hanno fatto vittime ma hanno preso di mira uno dei simboli dell'occupazione. A Fallujah, invece, è avvenuto un altro scontro dai contomi incerti. Gh americani dicono di aver risposto al fuoco proveniente da un furgone, uccidendo due persone, mentre gh abitanti sostengono che hanno sparato senza ragione contro ima macchina, uccidendo quattro civili. Mosca concede un richiamo a Teheran e a Pyongyang per i programmi atomici e incassa una condanna del terrorismo ceceno Senza aiuti dagli alleati Washington mobilita altri 10 jTìila riservisti Il presidente iraniano Khatami Bush e Putin durante una passeggiata a Camp David: il presidente russo non ha fatto offerte precise sull'Iraq