CIAMPI, LA DIPLOMAZIA DEL DIALOGO di Cesare Martinetti

CIAMPI, LA DIPLOMAZIA DEL DIALOGO VISITAAPARIGI E UNESCO CIAMPI, LA DIPLOMAZIA DEL DIALOGO Cesare Martinetti corrispondente da PARIGI CARLO Azeglio Ciampi sarà domani a Parigi per inaugurare l'assemblea generale dell'Unesco e aprire la grande mostra che il museo del Senato francese dedica a Bottìcelli. Tra i due appuntamenti, una colazione all'Eliseo, inizialmente non prevista. Ma Chirac per ricevere il presidente italiano ha rinviato un viaggio in Giappone e decìso uno strappo al protocoUo dell'EUseo che prevede incontri ufficiali solo con i capì di governo. Due vecchi e grandi protagonisti dell'Europa come Ciampi e Chirac hanno indubbiamente molte cose da dirsi. La Francia è impegnata in un braccio dì ferro con Bruxelles sul patto dì stabilità, argomento che Ciampi conosce bene essendo stato uno degli artefici dell'euro. E tra pochi giorni sì aprirà a Roma la Conferenza intergovernativa che dovrà approvare il testo definitivo della Costituzione europea. Ciampi è anche il primo capo dì Stato italiano in visita alla sede dell'organizzazione delle Nazioni Unite che lavora per tenere aperto il dialogo nel mondo attraverso l'educazione, la scienza, la difesa e la diffusione del patrimonio culturale. Solo Luigi Einaudi, nel 1950, partecipò ad un'assemblea generale Unesco che si tenne però a Firenze. Un appuntamento dì prestigio, un segno di attenzione verso l'Italia, che sarà anche una grande ribalta politica. Quasi un'assemblea paraUela a quella dell'Onu. Domani, infatti, l'Unesco celebra un passaggio storico: gli Stati Qnitì rientrano nell'organizzazione che avevano abbandonato vent'annì fa. A rappresentare la Casa Bianca ci sarà la first lady Laura Bush. Gli Usa se ne erano andati per ragioni politiche (sull'onda Itmga della guerra del Vietnam, Washington si trovava sistematicamente boicottata in un'assemblea dove il voto di ogni stato conta per uno) e rientreranno per ragioni politiche che erano state annunciate da Colin Powell al ministro degli Esteri Renato Ruggiero l'indomani dell'11 settembre: «Nei prossimi anni perderemo consensi nel mondo...». Stava cominciando la guerra in Afghanistan e già si intuiva quella contro Saddam. L'Unesco diventa così una specie di camera di compensazione dell'Onu: qui sì prova a riparare ciò che di là si rompe. La squadra italiana all'Unesco, guidata dall'ambasciatore Francesco Caruso, partecipa a progetti di conservazione del patrimonio e diffusione della cultura in Afghanistan e Iraq; in Palestina ha un programma per nuovi libri di testo per le scuole, rivolti ad entrambe le parti. Quasi una politica estera parallela. Anche per questo il messaggio di Ciampi non sarà formale. Il Presidente sosterrà ì valori della pace, della tolleranza e del dialogo tra le culture, in linea con la tradizione italiana. Il rifiuto dello «scontro dì civiltà», qui, nella capitale del no alla guerra e di fronte agli Usa che vogliono rituvare il volto umano in un'assemblea universale.