Coinvolto Magrini: favoreggiamento di Grazia Longo

Coinvolto Magrini: favoreggiamento Coinvolto Magrini: favoreggiamento Il presidente dei politrasfusi: «Gli ho solo dato due cellulari con le schede» Grazia Longo I due telefonini con le schede? «Non erano destinati a Michele, ma al figlio Pietro». L'uso dei cellulari da parte del professor Di Summa? «Mai avuto un sospetto del genere». Angelo Magrini, presidente dell'Associazione Politrasfusi, strappato alla morte da Michele Di Summa nel '97 in sala operatoria, si difende dall'accusa di favoreggiamento per cui è stato indagato dalla Procura torinese. Secondo i giudici, Magrini «aiutava Di Summa ad eludere le investigazioni dell'Autorità» offrendogli due telefonini - ricevuti da Vito Glionna, titolare del negozio di telefonia Vimar - convinto che non fossero sotto sorve|lianza. In questo modo lei avrebbe consentito al professor Di Summa di comunicare con i suoi collaboratori, nonostante il divieto imposto dagli arresti domiciliari. «Ma nemmeno per sogno. Figuriamoci se ero così stupido da scivolare su una simile buccia di banana. Ero bene consapevole dell'obbligo di Michele a non poter parlare con nessuno, tranne la moglie e i figli». Eppure lei gli ha consegnato i due apparecchi teleforici. «Innanzitutto io non li ho Uv.ù a Michele, non l'ho neppure visto, perché li ho lasciati nelle mani di sua moglie Lidia. È andata così: ho suonato il campanello del citofono, ho aspettato che lei scendesse e glieli ho dati. Tutto qui». E perché mai, scusi, ha agito in quel modo? Perché la signora Di Summa aveva tanto bisogno di prendere i telefonini proprio da lei? «Ma non erano per lei». Per chi allora? «Per il figho, Pietro». La questione non cambia: perché il ragazzo aveva bisogno di un nuovo cellulare? «Era già successo altre volte. In altre occasioni io gli avevo offerto, per conto di Vito del negozio Vimar, un telefonino o una scheda». Converrà anche lei, però, che è quanto meno singolare far arrivare in casa di un arrestato domiciliare un mezzo di comunicazione diverso da quello che già possiede e che probabilmente è sotto il controllo degli inquirenti. «L'idea non mi è nemmeno passata per la testa. Condanno Michele per le tangenti, ma lo difendo sia come uomo che come chirurgo. Un professionista dalle mani di fata per il quale ho fondato anche un Comitato di difesa, ma per cui non ho commesso alcun illecito». Angelo Magrini, presidente Politrasfusi

Persone citate: Angelo Magrini, Di Summa, Magrini, Michele Di Summa

Luoghi citati: Vito Glionna