Anguria dai semi rossi è tempo di raccolta

Anguria dai semi rossi è tempo di raccolta SAPER SPENDERE Anguria dai semi rossi è tempo di raccolta Simonetta SCATTA il tempo di raccogliere i frutti per gli oltre mille lettori che hanno coltivato l'anguria bianca da semi rossi. Fioccano le telefonate (il numero è 011-6565^226, lunedì e venerdì, ore 10,30-14,30): «Alcune sono diventate grosse solo come meloni» - «Ne ho tre tra i 10 e i 15 chili» - «Le piante e le angurie sono beUisime e la gente si ferma a ammirarle» -«Ho litigato con mio marito che me ne ha staccate alcune dalle piante troppo presto e troppo piccole, ne ho salvate altre che stanno crescendo, ma quand'è il tempo della raccolta?». E moltissimi chiedono la ricetta della, marmellata: «Purtroppo l'abbiamo persa». Abbiamo nominato fin dall'inizio come nostro esperto «anguriologo-zuccologo» (ormai si definisce scherzosamente così anche da solo) il dottor Luigi Malandrà. Molti lettori, per tutta l'estate, gli hanno telefonato a casa (anche se noi per rispetto della privacy non diamo mai numeri di telefono di lettori come di esperti). Il dottor Malandra è uomo cortese e disponibile, allegro e ironico, ma è un medico che esercita la sua professione con impegno: la coltiva- zione è un hobby riservato al suo tempo libero. Ecco i suoi consigli: «Tra fine settembre e la pnma metà di ottobre le nostre angurie dovrebbero proprio essere mature e di qualunque pezzatura sono, seguendo la ricetta, si può fare la marmellata; meglio però ricordare che la dottoressa Mina Novella, autrice di molti libri di cucina, consiglia di far 'riposare' il frutto staccato dalla pianta per uno o due mesi, controllandolo. ((A chi ha ottenuto frutti piccoli penso di poter dire che questa zucca-anguria richiede moltissimo azoto e che qydndi va ben concimata, meglio se con letame». In realtà, un coltivatore esperto, che ci prega di non citare il suo nome (anche lui sottoposto al fuoco di parecchie telefonate) ci aveva detto che se ci sono troppi frutti sulla stessa pianta bisogna sfoltirli per favorire la crescita giusta di quelli più grossi e rigogliosi. Tutti consigli che avevamo già pubblicato a primavera quando distribuivamo i semi rossi. Spazio ora alle ricette. PtlflU RHITTA BASE. Tagliare a cubetti la polpa privata dei semi, lasciarla macerare per 12 ore nello zucchero (400 gr per ogni chilo di polpa) con la scorza e il succo di un limone e mezzo baccello di vanigha. Mettere poi sul fuoco e fare addensare con il normale procedimento per la marmellata. Variante: invece del limone, usare la scorza e la polpa di due arance pulite dalla pellicina bianca e tagliate a pezzetti senza il mezzo baccello di vanigha. SECONDA RICETTA BASE. Tagliare la polpa a tocchi, unire 300 gr di zucchero per ogni chilo, un limone intero tagliato a pe 'zi, lasciare in infusione per 3-4 ore. Mettere sul fuoco e cuocere per molte ore finché si sarà inspessita. Passare al frullatore, rimettere su fuoco molto basso e fare riprendere la bollitura. Invasare bollente chiudendo subito i barattoli. Variante: si può anche non frullare e mettere direttamente neibarattoli con i pezzi interi; sarà un ottimo dessert da servire con il gelato. ORIGINALE FRANCESE. Lavare e spaccare in grossi pezzi la zucca, togliere i semi, metterla in forno a calore medio alto farla asciugare e cuocere per circa un'ora e mezzo. Tenere la polpa e aggiungere lo stesso peso di succo d'arancia, ima radice di zenzero fresca lunga 15 cm e spessa due dita, sbucciata e grattugiata fine. Mescolare o frullare. Aggiungere tagliata a pezzi la scorza ben lavata, priva della pellicina bianca, di ima grossa arancia e - a freddo - 500 o più gr di zucchero e una busta di pectina. Mescolare. Accendere il fuoco, portare a ebolhzione e fare bollire per 5-6 minuti. Invasare bollente. DAL MONFERRATO. Un chilo di anguria a pezzi, due o tre pere mature, 300 gr di zucchero, un baccello di vanigha e un limone (scorza grattugiata e succo) ogni 3 kg. In infusione per 12 ore, cuocere da 4 a 5 ore, unire un bicchierino di grappa, invasare a caldo. simonetta.conti@lastampa.it

Persone citate: Luigi Malandrà, Malandra