La poesia in castigo di Maurizio Cucchi

La poesia in castigo PERCHÉ MOLTI FESTIVAL LETTERARI LA DIMENTICANO? La poesia in castigo Maurizio Cucchi IN un suo intervento sul Corriere della Sera del 23 settembre, Sebastiano Vassalli faceva notare come i libri, oggi, servano anche per ritrovarsi in piazza, per sostituire, con salamelle e dibattiti, le feste dell'Unità (che pure continuano) o dell'Avariti di una volta. Così accade, spiega, nel famoso, «ormai mitico» festival di Mantova, e in qualche modo anche nel per ora meno famoso «Parolario» di Como. Nel vuoto della politica, il libro si inserisce, dice Vassalli: si vende poco, ma almeno fa parlare di sé e crea aggregazioni più o meno pittoresche. Parlare di Mantova e dei suoi libri, sappiamo, è diventato quasi un obbligo, anche se è difficile stabilire dove finisce il libro e dove cominciano mondanità e chiacchiere. Il merito di chi lo ha organizzato è stato certo quello di portare alla gente grandi autori, di dare ampio risalto al libro. Però, tanto per dime una: si chiama Festivaletteratura - e sottolineiamo letteratura - ma di poesia c'è poco o niente. Io sono senza dubbio un soggetto interessato, visto che mi occupo di poesia, ma come mai, trattandosi di letteratura, la poesia, anziché essere centrale - come è di fatto, appunto in letteratura, sempre - viene messa quasi in castigo, a Mantova? Era presente quest' anno, d'accordo, eppure in minima parte, quasi invisibile, anche se per fortuna quel poco che c'è stato era buono, con la presenza nel programma di Giovanni Raboni, e anche della Franca Grisoni, la brava poetessa dialettale del Lago Maggiore. Ma, con tutti i libri di qualità usciti quest'anno, si poteva, si doveva, fare molto di più. «La poesia si contamina», era il titolo di questa micro-serie di incontri. Perché poi deve contaminarsi? Con che cosa? Abbiamo paura a mostrarla per quello che è, perché non fa mercato? E allora a Mantova dovrebbero cambiare nome, chiamare il festival, che so, festivalnarrativa, o festivaleditori. Del resto, proprio a Mantova, qualcuno ha pensato a un'integrazione significativa, tanto è vero che qualche giomo dopo la chiusura del festival la APT del mantovano, il cui presidente è un poeta, Stefano Prandini, ha promosso un reading (la star era Franco Loi) nella Casa del Mantegna, dove erano esposte sculture-libro (con incisi versi di Luzi, Zanzotto, Spaziani) di Marco Nereo Roteili. Sensi di colpa mantovani? Evento riparatore? Forse, speriamo. La mo- Ma l'interedel pubblicsoprattuttoquello dei e i versi si rall'arte sse o aumenta iovani: accostano- stra sarà spostata a Pienza, dov'è di casa Luzi, ilio ottobre. In ogni caso non si tratta di un'eccezione, anzi. Infatti in questo periodo le manifestazioni che hanno avuto la presenza forte dei poeti sono o sono state parecchie, segno di evidente ripresa di interessi. Letture ogni sera alla Festa dell' Unità di Milano. A metà settembre, a Riccione, si è volto il primo Festival della poesia giovane, organizzato da una ragazzapoetessa di 25 anni, Isabella Leardini, con illustri partecipanti (Milo De Angelis, Davide Rondoni), oltre ai poeti delle ultime leve. Una delle non poche alternative a Mantova è stata poi «Pordenonelegge» (tra i curatori il poeta Gian Mario Villalta e il narratore Mauro Covacich), e anche qui la poesia non l'hanno lasciata a casa. Hanno letto e discusso i poeti trentenni (Stefano Raimondi , Andrea Gibellini per esempio) sono intervenuti poeti-critici come Ermanno Krumm e Franco Buffoni tra gh altri. Vassalli, poi, se la prendeva bonariamente con «Parolario», dove hanno messo insieme una non-stop poetica di 24 ore. D'accordo, la notte porta languore e la mattina presto non è il massimo per la poesia. Ma non sono mancati affatto gh interventi vivi e la manifestazione cresce. Certo, cultura e mercato si confondono e se si parla di libri senza poesia prevale il mercato. Ma se il panorama non è solo di mercato e non esclude la poesia, come troppo spesso accade per ignoranza o per scaltrezza, perché non mescolare ai libri le stesse salamelle? Quello che conta è che i convenuti sotto 1 tendoni e attorno ai libri siano lettori anziché non-lettori, che il varietà, per quanto divertente, non prevalga insieme al librospazzatura. La poesia è per sua natura una garanzia contro la confusione culturale, e da più parti se ne sente un bisogno non sempre troppo oscuro. Lo si vede anche dalle manifestazioni che ho citato. Lo si vede da alcuni degh aspetti più interessanti di questo insieme di eventi, che mi sembrano tre: un deciso, indiscutibile interesse per la poesia da parte dei più giovani (i ragazzi nati negh anni 70 e ormai anche '80), una maggiore richiesta diffusa di visibilità per la poesia contemporanea, e infine il suo febee riaccostarsi all'arte, come dimostra il percorso di Mantova con Marco Nereo Roteili, e come anche conferma il recentissimo libro a quattro mani Manfred: versi di Patrizia Valduga e immagini del pittore Giovanni Manfredini. Ma l'interesse del pubblico aumenta soprattutto quello dei giovani: e i versi si riaccostano- all'arte