L'Islam rivoluzionario del terrorista Carlos

L'Islam rivoluzionario del terrorista Carlos IN CELLA HA SCRITTO UN LIBRO PRO BIN LADEN L'Islam rivoluzionario del terrorista Carlos il terrorista CarlVincenzo Tessandori IERI l'oriente rosso fuoco, oggi l'Islam. Ma com'è, l'Islam? O meglio: come lo vede Carlos? Rivoluzionario, è la semphee risposta; il detonatore di una rivolta globale, l'arma per abbattere gh Usa, l'ultimo impero dopo la caduta di quello sovietico. «L'America è certo oggi al culmine della sua potenza materiale e tecnica, cosa che le permette di credere di poter imporre la sua legge a l'umanità. Ma ormai non potrà più rivendicare abusivamente il privilegio di essere la madre della democrazia e della morale. Se dopo l'il settembre l'America ha potuto per un certo periodo coprirsi con i sudari delle vittime, ben presto l'opinione pubblica mondiale ha cominciato a scoprire che le "vittime" non erano poi così innocenti». Parole di Ilich Ramìrez Sànchez. Le pessime abitudini sono le più difficili a evaporare e lui le sue si guarda bene dal perderle. Come non rinuncia al nome di battaglia, garanzia di lutti: conosciuto come Carlos, lo chiamavano «Sciacallo», superfluo domandarne la ragione. Nel carcere francese dove sembra essersi arenata la sua rotta di terrorista intemazionale comprato e venduto, ha scritto L'Islam révolutionnaire, Editions du Rocher, Parigi. Quando ideava gh attentati, non si fidava di nessuno, ma mettere su carta le proprie idee, o forse quelle altrui, è un affare più complicato che catturare qualcuno o farlo saltare con una bomba. Così, in questo esordio letterario lo ha aiutato il giornalista Jean-Michel Vemochet e la testimonianza getta un cono di luce sul mondo underground di quel terrorismo che chissà se richiama a qualche, seppur remoto( ideale. Di famiglia venezuelano-rivoluzionaria, visto che a Caracas e dintorni la rivoluzione era un'utopia, emigrò a Mosca dove os, \o Sciacallo l'lfrequentò l'università Patrice Lumumba per poi venirne espulso. Era il tempo in cui l'ombra del Kgb «flottait partout», ricorda Carlos senza disagio ma lui, più che in quell'ombra, si tuffò nei petrodollari. Cominciò così la carriera di un ambasciatore del terrore. Il capolavoro, se così si può chiamare, il 21 dicembre 1975, una domenica. A Vienna sono riuniti gh undici ministri dell'Opec, l'organizzazione dei Paesi esportatori di petroho. Sei terroristi arabi fanno irruzione durante la discussione sul prezzo del greggio: 2 i morti e 70 gh ostaggi fra cui il ministro saudita, lo sceicco Zhaki Yamani. Il commando viene circondato, ma c'è il rischio di un bagno di sangue, così i terroristi ottengono un aereo che, 48 ore più tardi, h porta ad Algeri. Quello che dava gh ordini, se ne avrà più tardi conferma, era Carlos. «Mi ero convertito all'Islam alla vigilia del mio ventiseiesimo compleanno, ai primi di ottobre del 1975», ci racconta ora. «Pare ieri, e sono passati 27 anni, in un campo di addestramento yemenita del FPLP (il fronte popolare), presso Ja'ar nel governatorato di Abyan. Mi ero preparato a questo passaggio insieme con i combattenti arabi che dovevo guidare, poco dopo, in un raid assai percoloso nell'Africa orientale. Erano tutti musulmani e mi avevano chiesto di diventare uno di loro, di dividere la loro fede perché, in caso di bisogno, potessi guidarli io stesso in paradiso». Vent'anni di latitanza, un inafferrabile, ma a questo mondo tutto ha un prezzo e il suo fu pagato dalla Francia al Sudan, nel 1994. La galera non gh ha fatto cambiare una radicale posizione anti-Usa. «La pax americana equivale alla terza guerra mondiale». L'eco nelle parole di un altro signore del terrore: Osama bin Laden. Ecco, ieri l'oriente rosso fuoco, oggi il terrorista Carlos, \o Sciacallo

Persone citate: Bin Laden, Osama Bin Laden, Patrice Lumumba, Rocher, Tessandori, Yamani

Luoghi citati: Algeri, America, Caracas, Francia, Mosca, Parigi, Sudan, Vienna