Eurostat, «i corrotti dovranno pagare» di Enrico Singer

Eurostat, «i corrotti dovranno pagare» STASERA L'AUDIZIONE AL PARLAMENTO EUROPEO. LA LINEA DI PRODI Eurostat, «i corrotti dovranno pagare» Due le inchieste sui 900 mila euro mancanti e sulle eventuali responsabilità politiche. L'esecutivo dell'Ue: «Tolleranza zero» Enrico Singer inviato a STRASBURGO L'ora X è fissata per questa sera alle 21. Come in un'azione di guerra. Anche il segreto che circonda ogni dettagho dell'operazione è degno di uno stratega militare. Dalla sala dove i capigruppo del Parlamento e i componenti della Commissione di controllo del bilancio riceveranno una prima sintesi scritta dei risultati delle inchieste sullo scandalo Eurostat è sparita anche la fotocopiatrice. E nessuno potrà uscire con la sua copia dei rapporti. La parola d'ordine è: evitare le fughe. Evitare che il contenuto delle due indagini inteme e di quella dell'Ufficio anti-frodi della Uè filtri all'esterno prima dell'incontro con Romano Prodi che è in programma - anche questo a porte chiuse per domani pomeriggio alle 15,30. La posta in gioco è alta: non tanto i 900 mila euro che sarebbero spariti, me le eventuah responsabilità pohtiche del caso. Da quando, nel maggio scorso, questa vicenda è emersa in tutta la sua gravità e la Commissione ha sospeso il direttore generale di Eurostat, Yves Franchet, e il suo vice, Daniel Byk, tutti e due francesi, si sono intrecciate le voci più incontrollabili. Compresa quella delle dimissioni del commissario - o dei commissari - a cui spetta gerarchicamente il controllo dell'ufficio della Uè. Nomi eccellenti: il commissario agh Affari economici, Pedro Solbes, quello incari¬ cato della riforma dell'amministrazione europea, Neil Kinnock, e quello del Bilancio, la signora Michaele Schreyer. Ipotesi che potrebbero portare la Commissione Prodi sull'orlo di una crisi in un momento davvero dehcato: a pochi giorni dall' avvio della Conferenza di Roma sulla Costituzione e a pochi mesi dalla campagna per le prossime elezioni europee del giugno 2004. Ma nel Parlamento di Strasburgo non si respira lo stesso clima del 1999 quando un altro scandalo portò al crollo della Commissione guidata dal Lussemburghese, Jacques Santer. L'esecutivo di Romano Prodi, sin dal primo giorno del suo incarico, aveva dichiarato «tolleranza zero» contro ogni forma di corruzione e adesso vuole tenere fede all'impegno. «Il presidente informerà i deputati sui risultati delle inchieste senza nascondere alcun dettagho», ha detto ieri il portavoce di Prodi. Che ha anche avvertito: «L'audizione non sarà un big bang che conclude tutto, perché le inchieste andranno avanti per accertare ogni responsabilità». E per sgombrare il campo da altre illazioni ha precisato che gh illeciti commessi a Eurostat attraverso un sistema di contratti esterni gonfiati sono «isolati» perché nelle altre direzioni della Commissio- ne non ci sono state irregolarità. Lo afferma una nota dei commissari Kirmock e Schreyer che lascia immaginare la linea che Prodi potrebbe sostenere di fronte ai capigruppo del Parlamento. Il portavoce del presidente ha detto che «dall'inizio del man¬ dato di questa Commissione non risulta che pratiche come quelle verificatesi a Eurostat siano estese ad altri settori». Che la riforma interna «ha dato buoni risultati» e che «uno dei pilastri» di questa riforma è proprio «la responsabilità di fronte all'opi¬ nione pubblica dei direttori generali». In altre parole, se ci sono alti funzionari corrotti sono loro a dover pagare. La linea della responsabilità amministrativa basterà all'Europarlamento? Anche i capigruppo non si sbilanciano. I toni, comunque, non sono esasperati. «Taghare le teste prima di ascoltare non è una buona pohtica», ha detto il socialista Baron Crespo. «Non è importante, né opportuno chiedere ora delle teste», gh ha fatto eco il presidente del Ppe, HansGert Poettering. I presidente della Commissione Europea Romano Prodi

Luoghi citati: Roma, Strasburgo