Cento candeline per la scuola del Villaggio
Cento candeline per la scuola del Villaggio LA STRUTTURA CONSERVERÀ' ANCORA LE CLASSI DELLE ELEMENTARI E SI TRASFORMERÀ' IN ECOMUSEO Cento candeline per la scuola del Villaggio Venne fondata nel 1903 dall'industriale Leumann a Collegno Patrìzio Romano COLLEGNO Era il 1903 quando veniva costruita la scuola elementare, con annesso asilo, nel Villaggio Leumann a Gollegno. E un secolo dopo la scuola tornerà come nuova. Conserverà all'interno 5 classi delle elementari, e si trasformerà in Ecomuseo. «Per noi rappresenta un elemento significativo, un luogo importante spiega Stefano D'Errico dell'associazione Amici della scuola Leumann -, anche perché è stata la prima scuola di Collegno. Poi, ancora oggi, continua a essere un punto di riferimento». E per lui in modo particolare, dato che tra quelle mura ha giocato nell'asilo, poi ha studiato alle elementari e oggi vi insegna. Proprio per non perdere questo «monumento» cittadino, verrà investito circa un milione e mezzo di euro, di cui un terzo da parte del Comune e il rimanente dalla Regione Piemonte attraverso il Docup. «Quello di Leumann è uno dei più bei villaggi operai esistenti oggi in Italia - afferma il sindaco Umberto D'Ottavio -. Ne esistono altri due, a Schio e a Crespi D'Adda, ma il nostro si è conservato meglio di tutti». E per non far smarrire un pezzo della propria storia, visto che molti sono stati gli allievi di quella scuola, si metterà in piedi l'Ecomuseo: dove raccoghere memorie e documenti. «Se al primo e secondo piano continueranno a esserci i bambini della scuola - dice D'Errico -, al pianterreno ci sarà l'archivio di questo Villaggio, nato per volontà di Napoleone Leumann». Foto, testimonianze di chi vi ha vissuto e lavorato, tesi universitarie, studi storici e anche tutti i registri scolastici verranno conservati nell'Ecomuseo. «Sono tracce del passato che non devono essere perse - sostiene D'Errico -. E ne faremo un laboratorio multimediale di storia». Non solo. «Ci sarà poi un salone per convegni e dibattiti e anche per mostre. Infine una caffetteria dove discutere con gli amici». Dopo il recupero della «stazionetta», che un tempo era la fermata del trenino che collegava Torino a Rivoli, questo è un altro passo nel tentativo di conservare parti del passato cittadino. «Il Villaggio è un monumento storico - confessa il sindaco -, per questo voghamo che vi siano, per ogni elemento importante, delle paline segnaletiche che raccontino la storia degli edifici: quando furono costruite e a cosa servivano». Dalla palestra all'ambulatorio, dal convitto delle operaie ai bagni pubblici, ' dalla chiesa di Santa Elisabetta al teatro: a Leumann non mancava nulla. Un piccolo paese, nel paese. «La nostra associazione organizza delle visite guidate - dichiara D'Errico -, ma così tutti, arrivando potranno girarlo e apprezzarlo». Intanto ancora oggi il Villaggio accoglie circa 300 residenti. «Solo 4 o 5 sono proprietari delle villette - riferisce -, la maggior parte sono affittuari dell'Afe». Operai, più o meno come quelli che vi vivevano alla fine dell'Ottocento, (piando Napoleone Leumann decise di dare una casa ai dipendenti del suo cotonificio. «E' un luogo prezioso, per la bellezza e per la sua straordinaria unicità - conclude l'assessore Francesco Casciano -, conservarlo è il nostro impegno per le generazioni future». Foto d'epoca del villaggio Leumann
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