«Sceriffi» contro i pirati del web di Claudio Laugeri

«Sceriffi» contro i pirati del web CORSI DI «ASSOSECURITY» PER FORMARE TECNICI ANTISABOTAGGI AZIENDALI «Sceriffi» contro i pirati del web Claudio Laugeri IL motto è «sicuri e informati». L'ambiente di riferimento è l'universo dei computer, con gli intrecci delle autostrade informatiche, le comunicazioni virtuali e i pericoli della «grande rete». Bisogna far crescere la cultura della sicurezza legata all'informatica» sentenzia Antonio Lioy, docente del Politecnico e presidente di «Assosecurity», società «non commerciale e senza fini di lucro» fondata da Politecnico e Università di Torino, Csi Piemonte, Centro supercalcolo piemontese (Csp), Istituto superiore Mario Boella e Istituto di informatica e telematica (lit) del Cnr di Pisa. «Già da tempo la normativa impone alle aziende di avere un responsabile della sicurezza informatica, ma entro i primi mesi del 2004 il livello di competenza dovrà essere più elevato. E questo, sempre a norma di legge» spiega ancora Lioy. L'«Assosecurity» ha sede a Villa Gualino e da qualche giorno ha anche raccolto la prima adesione: «Condividiamo gh scopi e riteniamo importante questo lavoro, sia per noi sia per i nostri iscritti» dice Guido Bolatto, segretario generale della Camera di Commercio di Torino, punto di riferimento per 210 mila imprese registrate in archivi informatici. Dati preziosi, canali d'accesso altrettanto importanti che possono diventare «bersaglio» di pirati informatici. O magari soltanto ((teste di ponte per attaccare altri obiettivi» spiega ancora Francesco Bergadano, anche lui docente del Politecnico, che terrà assieme al collega lioy e ad altri insegnanti a un corso di formazione per «sceriffi anti-sabotaggio» aziendah, incaricati di scovare i «virus» oppure di allestire allarmi «anti-intrusione» per segnalare i tentativi di accesso non autorizzati: le lezioni sono previste per il fine settimana dal 29 al 31 ottobre, a Villa Gualino. «Non possiamo permetterci grandi spese, anche perché i nostri unici finanziamenti consistono nelle quote di 5 mila euro versate da ciascun associato aggiunge Lioy -. E' un vincolo che ci siamo imposti, per evitare di sovrapporci ad analoghe iniziative a sfondo commerciale. Per questo speriamo di aumentare il numero di iscritti». Assieme alla «cultura della sicurezza», 1'«Asso¬ security» vuole anche diffondere la «cultura degh "standard aperti"», i sistemi informatici che consentono inserire perfezionamenti studiati anche al di fuori dalla cerchia degh ideatori originari. Oltre alle aziende, però, ci sono anche i privati. ((Anche il computer di casa può essere utihzzato come "testa di ponte" dai pirati informatici, all'insaputa del proprietario della macchina - spiega ancora Lioy -. Negli Usa, sono già state avviate le prime cause civili contro persone diventate strumento inconsapevole dei "pirati". E' stato sufficiente dimostrare che non avevano approntato le contromisure più elementari, come un "antivirus" aggiornato». A utilizzare il metodo dei «computer paravento» ci sono anche i pedofili. Un esperto informatico che lavora per un istituto bancario torinese racconta: «E' accaduto a me di scoprire un "ponte" di quel tipo sul mio computer di casa. Ho segnalato l'episodio alla PoUzia postale, che ha avviato un'indagine». L'esperto ha svelato l'inganno. Ma a un utilizzatore «normale» di computer, quell'accesso clandestino sarebbe di certo sfuggito.

Persone citate: Antonio Lioy, Francesco Bergadano, Gualino, Guido Bolatto, Lioy

Luoghi citati: Csi Piemonte, Torino, Usa