Commiato con Sibelius di Leonardo Osella

Commiato con Sibelius TORINO MUSICA Commiato con Sibelius La London Symphony diretta da Colin Davis in chiusura di rassegna il 20 e 21 al Lingotto i kUONA usanza, quella di LSettembre Musica, di chiu'dere il grande banchetto concertistico con un'orchestra di primissimo piano. Anche questa edizione rispetta le abitudini e perciò il sigillo al Festival numero 26 verrà apposto dalla London Symphony Orchestra; e anzi la festa sarà doppia, dato che il prestigioso complesso inglese si esibirà in due serate, sabato 20 e domenica 21. Gli appuntamenti sono alle 21 all'Auditorium del Lingotto e vedono sul podio Sir Colin Davis. I musicisti londinesi concedono ampio spazio, in queste tappe torinesi, a Jan Sibelius. Il compositore finlandese è infatti presente con ben tre lavori: il 20 con il poema sinfonico «Le Oceanidi» e la «Terza Sinfonia in do maggiore op. 52», il 21 con la «Settima Sinfonia op. 105», nella medesima tonalità. «Le Oceanidi» fu scritto per essere eseguito in America, al Festival di Norfolk, e Sibelius vi si recò di persona per presentarvi anche altri suoi lavori. Esso non indulge agli effetti descrittivistici: il suo, sottolinea Ferruccio Tammaro, «non è un mare di superficie visto nel respiro della sua luce e dei suoi colori come "La mer" di Debussy, ma è im mare di profondità, costituito da invisibUi correnti di vita, quelle stesse invisibili correnti che permeano il mondo vegetale. Sibelius infatti, come altrove chiama in causa fiori e piante non per il loro colore o profumo, ma per il principio esistenziale che anima le loro linfe, cosi vive il mare non nella maestosità dell'orizzonte e della sua forma, quanto nella fluidità silenziosa dei suoi fondah». Anche la «Sinfonia n, 3» è impostata su basi di espressività interiore, abbandonando l'inclinazione fino allora palesata verso il folclore finlandese. La «Settima», consiste in un'unica arcata, sia pure articolata in episodi, nella quale prevalgono accenti fieri ed eroici. La serata del 20 si chiude con un'altra pagina legata all'America, la «Sinfonia n, 9 "Dal Nuovo Mondo"» di Dvorak, in cui dietro suggestioni tematiche «rubate» a quei lontani popoli emerge il più schietto spirito slavo. Invece la proposta di domenica 21, oltre alla sibeliana «Settima», prevede due Concerti. Così entra in gioco la violinista Sarah Chang per eseguire il «Concerto in re maggiore op. 61» di Beethoven, giocato tra le effusioni del canto ed un occhio di riguardo alla vivacità di canti e danze popolari. Il secondo brano concertante è «Worlds Ransoming, per corno inglese e orchestra», opera dello scozzese James MacMillan, che vede come solista Christine Pendrill, Composto tra il 1995 e il 1996 e eseguito per la prima volta in Italia nel 2000 alla Biennale Musica di Venezia, si sviluppa attraverso un richiamo a Bach e persino alla purezza del canto gregoriano, ma con venature che riportano alle tradizioni della Scozia. Leonardo Osella Sarah Chang per II «Concerto in re maggiore op. 61 » di Beethoven Sir Colin Davis sul podio del Lingotto

Luoghi citati: America, Beethoven, Italia, Jan Sibelius, Scozia, Torino, Venezia