Buzzurri e balordi del Texas più nero
Buzzurri e balordi del Texas più nero Buzzurri e balordi del Texas più nero Piero Sorla QUELLO di Christopher Cook è un esordio davvero notevole: il suo Robbers (ottima la traduzione di Luca Conti) è una sorta di canone esemplare del noir violento, allucinato, capace di fondere l'insensata, ignorante brutalità dei suoi protagonisti con la disperante desolazione del paesaggio che li ha forgiati ad immagine e somiglianza: un dna zotico ed amorale che segna vite, comportamenti, aspirazioni e da cui è quasi impossibile sottrarsi nonostante alcuni lampi di pentita lucidità. Eddie e Ray Bob sono due balordi usciti dal grembo paludoso di quel Texas orientale che si nutre di zanzare e miseria lungo le marcite e i bayou di una terra di delta popolata da mezzisangue, cajun, e bianchi che detestano il blues e tutte quelle «merdate da negri». Sono assieme da appena una settimana, reduci da una miserevole apoteosi di rapine, furti, galere e fughe prive di senso e meta. Stanno zingarando in cerca di guai, senza cercarne uno in particolare, ma disponibili al caso che per loro ha il sapore eccitante dell'avventura e dalla vera libertà. Dei due è Ray Bob, il rosso, il più scatenato. E' tuttavia Eddie ad accendere, quasi involontariamente, la miccia del Male. Succede in un malandato supermercato sui bordi di Austin. «E' questa la situazione dell'arrivo dei due marginali burini di frontiera, dritti da chissà che cazzo di periferie, le più invisibili e dimenticate. Arrivano in città per vedere che aria tira e prendono un'espressione ebete, mica tanto impressionati. Due tipi come tanti, stranieri tra loro, giovani e disoccupati e senza un dollaro, che si trascinano dietro la noia. Che guardano su e giù per la strada, che passano davanti ai fast food e ai banchi di pegni a bordo di una Eldorado decapottabiie smarmittata. Quand'ecco che Rai Bob dice, Molla una cicca, amico. Eddie ripescò il pacchetto dal taschino della T-shirt, ne fece una palla e lo lanciò fuori della macchina. Finite, disse, Buttati in questo 7-Eleven». E' Eddie a entrare, in verità privo di cattivi progetti. Ha quattro dollari. Ma per un pacchetto di Carnei ci vuole un centesimo in più. E il commesso, «un indiano coglione» è irremovibile: «No cent, no cigarette». Addio. Senza rendersi conto che, improvvisamente, la sua vita arriva a valere proprio quel misero centesimo. Questione di flessibilità mentale. Una pallottola in testa e l'affare è risolto. Senza ira e senza rimorsi: solo una piccola, infantile cocciutaggine punita. E che la faccenda sia tutta lì sta nel fatto che Eddie non si sogna assolutamente di ripulire il negozio. Anzi. Nella sua bacata innocenza d'animo, lascia sulla cassa i quattro dollari e se ne va. Onestamente, a parte il morto. Ma Ray Bob è marcio dentro e non la vede così. Quel cadnvere è come una molla: gli fa scattare in testa l'idea di un nuovo gioco: ammazza e incassa. E, anche se non è stato il suo dito a tirare il grilletto, sarà lui a tornare sui passi dell'amico per arraffare l'impossibile. Quasi una prova generale per il futuro e per la striscia di sangue che d'ora in poi si lascerà dietro, con Eddie indifferente e mai complice della sua perversione. Secco, un linguaggio che mescola parole e pensieri senza mai indulgere alle tradizionali interruzioni del dialogo, accennato solo da maiuscole che si insinuano nelle descrizioni. E un mare di inquietanti coprotagonisti, a partire dal Ranger Rule Hooks per arrivare a Della Street, altra assassina per caso. Notevole esordio di Christopher Cook il cui «Robbers» è una sorta di canone esemplare del noir violento e allucinato, capace di fondere l'insensata, ignorante brutalità dei suoi eroi con la disperante desolazione del paesaggio in cui si muovono Christopher Cook Robbers traduzione di Luca Conti Einaudi Stile Libero pp. 444,e 14.50
Persone citate: Christopher Cook, Hooks, Luca Conti, Piero Sorla, Ray Bob
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