Nuovi guai nel pianeta banche tedesco Il pollo Arena a lezione di alta finanza di Valeria Sacchi

Nuovi guai nel pianeta banche tedesco Il pollo Arena a lezione di alta finanza NOMI E GLI AFFARI Nuovi guai nel pianeta banche tedesco Il pollo Arena a lezione di alta finanza Valeria Sacchi La vigilia è da guerre stellari. Eurex, il mercato svizzero-tedesco dei derivati, si prepara a sfidare direttamente a casa loro il Chicago Mercantile Exchange e il Chicago Board of Trade, suoi grandi rivali. Rudi Ferscha, amministratore delegato di Eurex, ha infatti annunciato che a febbraio il «New Eurex Us», completamente elettronico, diventerà operativo a Chicago, offrendo option e future sui titoli del Tesoro Usa e contratti di compravendita su tassi di interesse e sulle valute, oltre che future sui principali indici azionari europei. Il tutto a prezzi assolutamente concorrenziali e bloccati per 5 anni. Intanto, a New York, un altro mercato vive una delicata fase. E' lo Stock Exchange, rima¬ sto acefalo dopo le dimissioni del suo presidente storico Richard Grasso, messo sotto accusa dal collega della Sec William Donaldson per essersi fatto assegnare, in tempi di vacche magre, scandalosi superstipendi. Il dopo-Grasso si profila tuttavia burrascoso per le contrapposizioni di poteri all'interno del Nyse. I rappresentanti delle banche d'affari che siedono nel consiglio hanno a loro volta annunciato che lasceranno' entro dicembre l'incarico (forse per aver approvato le supergratifiche, o per non averle viste?) mentre si profilano duri bracci di ferro sulla riforma delle regole dic/ovemance e sulle ipotesi di ripartire le responsabilità di vertice tra un presidente e un amministratore delegato. Prova ne sia che, a pochi giorni dall'uscita di Gras¬ so (avvenuta dopo 35 anni di servizio), la rosa dei candidati alla leadership del Nyse è ampia. In testa ci sono l'ex sindaco della Grande Mela Rudolph Giuliani e il finanziere miliardario Warren Buffett. E' stata negli ultimi anni al centro di mille desideri, ambita da gruppi bancari come il Sanpaolo Imi presieduto da Rainer Masera, il Montepaschi e Unicredit, per non parlare del Bilbao. Ora Bnl ha deciso di stare «da sola» e lo ribadisce, un giorno sì e uno no, il presidente Luigi Abete. Il quale, nel frattempo, si è però rafforzato con nuovi soci privati: il padrone di Tod's Diego Della Valle e l'immobiliarista romano Danilo Coppola. Entrato in agosto con il 207o, Coppola ha appena annunciato di aver portato la sua partecipazione al 50Zo, diventan¬ do il terzo azionista dopo Bilbao {1507o) e Generali (7,40Zo) e ha lasciato capire che potrebbe perfino arrivare al IC/o. In Bnl resta tuttavia aperto un problema: si dice che il governatore Antonio Fazio prema per la nomina di un amministratore delegato, dopo l'uscita di Davide Croff. Finora Abete è riuscito a resistere, convinto che l'attuale direttore generale Mario Girotti basti e avanzi, ma la questione è ormai sul tappeto.Il boom del mercato immobiliare e la corsa alla casa hanno spinto l'amministratore delegato di Unicredit, Alessandro Profumo, ad acquistare per 65 milioni di euro la filiale italiana dell'inglese Abbey National, che porta in dote una rete agguerrita, un portafoglio che sfiora i 4 miliardi di euro e ima quota di mercato del 3,2Dzi. Un altro giovane imprenditore entra nel settore del credito: Rocco Benetton, il più piccolo dei figli di Luciano. Rocco, passate esperienze come industriale (ZeroRh-l-), finanziere {private banking) e manager sportivo (è stato amministratore delegato di Benetton Formula 1), ha comperato il 407o della Banca del Gottardo Italia, guidata da un amico: Giuseppe Decio. Ed è già entrato nel consiglio dell'istituto. A Francoforte è nei guai il nuovo presidente della Deutsche Bank Josef Ackermann: verrà processato a Dusseldorf per «distrazione di fondi» in relazione alla cessione di Mannesmann all'inglese Vodafone decisa dall'allora Ceo della casa tedesca Klauss Esser. All'epoca, Ackermann era nel supervisory board che autorizzò l'operazione. Sempre a Francoforte si prospettano - forse - giorni difficili per Commerzbank (che già non sta bene di suo). Potrebbe rifarsi viva Cobra, finanziaria che tra il 2000 e il 2001 aveva rastrellato il 1707o di Commerz a fini speculativi, convinta di riuscire a spingere il gruppo a un merger. Fallito il tentati¬ vo, pareva scomparsa. Ma ora Clemens Vedder, azionista di Commerz, sostiene che Cobra non ha rinunciato al progetto. Henry de Castries, presidente del gruppo assicurativo Axa, rilancia negli Usa con un'offerta su Mony. L'acquisizione, che sarà interamente finanziata con un aumento di capitale legato all'emissione di obbligazioni rimborsabili anche in azioni, consentirebbe al colosso francese di rafforzare la propria presenza negli States, soprattutto nelle aree di San Francisco e Phoenix. Sempre che un concorrente non alzi il prezzo soffiandogli l'affare. In dimensioni più casalinghe, ma non meno interessanti, ecco il Italia il pollo Arena lanciare un'Opa sulla Roncadin (pizza surgelata e gelati). Mossa «obbligata» dopo che il padrone di Arena, Dante di Dario, con l'acquisto in Borsa del 2,6507o della Roncadin ha sfondato il tetto del 3007o che gh impone di lanciare l'offerta pubblica. Ma anche mossa «concordata» con la famiglia Roncadin, che gh aveva ceduto mesi or sono il 2907o della società e gh ha ora passato l'ultimo 2,6507o. L'opera¬ zione, che dovrebbe chiudersi con lo sbarco in Borsa di Arena attraverso la quotata Roncadin, ha certamente una valenza sinergica sul piano industriale, come conferma l'amministratore delegato di Arena Giovanni Barberis. E i Roncadin - è stabilito - resteranno soci di minoranza. Sempre nel settore alimentare la Yomo, controllata dalla famiglia Vesely e guidata da Francesco Pugliese, vuole mettere ordine nei debiti vendendo alcune attività, come quelle legate ai rami Pettenicchio (mozzarelle) e Merlo (formaggi). Due marchi per i quali sono in corsa diversi pretendenti, tra cui Granarolo e Auricchio. Continuano le concentrazioni nel settore della birra tedesca, anche perché in Germania il consumo di questa bevanda è in calo. Così il colosso belga Interbrew non ha avuto difficoltà a conquistare la bavarese Spaten. In Italia, dove la birra va forte, la multinazionale belga tratta invece con la famiglia Penna, proprietaria della Birra Castello, un accordo che le consentirà di spostare nel Nord Est parte della produzione.