Scorte, è di nuovo guerra a Palermo

Scorte, è di nuovo guerra a Palermo POLEMICHE PER UNA CIRCOLARE DEL VIMINALE Scorte, è di nuovo guerra a Palermo I parenti dei magistrati non possono viaggiare sulle auto blindate Lì rio Abbate corrispondente da PALERMO Si riapre la questione scorte e la polemica riparte dai magistrati di Palermo ai quali è stato sottoposto un «accordo di protezione» che li obbliga a non portare mai nell'auto blindata coniugi e figli. Si tratta di un contratto tra forze dell'ordine e tutelati, previsto da una circolare del Viminale, firmata dal capo della polizia, Giovanni De Gennaro, e diramata in questi giorni. Viene applicata, così, la legge 133 del2 luglio 2002 e il conseguente decreto, firmato dal ministro dell'Interno, Giuseppe Pisanu, il 28 maggio scorso. D'ora in poi, in base all'accordo che ciascun pm o giudice tutelato dovrebbe firmare, gli spostamenti dovranno essere comunicati «con congruo anticipo», per poterli organizzare meglio. Ma soprattutto sulle auto blindate non si potranno trasportare «altre persone», nemmeno «gli stretti coniugi conviventi»; si farà eccezione solo «in casi assolutamente straordionari», previa valutazione del caposcorta e solo se l'auto è «di pertinenza del protetto». L'applicazione rigorosa di questa disposizione equivale a dire che sulle blindate potranno salire solo i tutelati e non i loro familiari. La circolare spiega inoltre che «è sconsigliabile effettuare spostamenti o soste in luoghi nei quali il servizio di protezione non posa essere garantito o svolto con piena efficcacia». E fa due esempi di spostamenti «sconsigliabili»: le «escursioni private in mare e in montagna». Nel provvedimento firmato da De Gennaro si sostiene che «la protezione delle persone a rischio costituisce un dovere istituzionale, ma non può sfuggire l'importanza che il soggetto tutelato presti la più ampia collaborazione». E' per questo che «la persona interessata» dovrebbe sottoscrivere l'accordo di protezione «con il quale dà formale adesione alle regole di comportamento necessarie per la sicurezza». «I criteri - ribadisce Massimo Russo, presidente dell'Anm di Palermo - sono in parte condivisibili, ma vengono espressi in modo troppo rigido. Mi chiedo quanto possano essere applicate regole così predeterminate e non affidate al buon senso». L'associazione magistrati: «I criteri sono condivisibili ma sono applicati in modo troppo rigido»

Persone citate: De Gennaro, Giovanni De Gennaro, Giuseppe Pisanu, Massimo Russo

Luoghi citati: Palermo