Il compleanno faraonico di Peres di Fiamma Nirenstein

Il compleanno faraonico di Peres Il compleanno faraonico di Peres Cnticfie al premio Nobel: vuole solo celebrare se stesso Fiamma Nirenstein GERUSALEMME Ogni dignitario ha il suo tappeto rosso srotolato che lo aspetta al Dan Hotel di Tel Aviv, e in camera la sua torta personale di cioccolata con sopra una colombina bianca di zucchero. Fiori rigorosamente bianchi ovunque, festoni e drappi al teatro più grande di Tel Aviv, Ehal ha Tarbut, dove si terra stasera la celebrazione centrale con 30 premi Nobel, due primi ministri, vari re, attori, sindaci delle città più importanti del mondo, incluso il nostro Veltroni da Roma, Clinton, Gorbaciov, De Clcrk, Kofi Annan, Nelson Mandela, Barbra Streisand, Steven Spielberg, e via di seguito così. Ci sarà anche Sharon, e forse Abu Ala. Tutto questo, oltre a cifre incredibili spese in banchetti, per celebrare l'ottantesimo compleanno di Shimon Peres, che ha pregato di non fargh regali. Ma questo segnale di ritegno è lungi dal frenare i critici del pantagruelico banchetto. Peres è un eroe internazionale, ma molto controverso; l'immagine d'Israele che proietta è vasta, perché l'ottuagenario capo della sinistra è un uomo di guerra e di pace, un israeliano totalmente patriottico ma pieno di spirito del mondo; è colui che ha costruito la bomba atomica e l'aviazione israeliana capendo già negli anni '50 che Israele doveva in fretta dotarsi di un sistema strategico deterrente; è lui l'uomo che autorizzò i primi insediamen¬ ti nel West Bank, con Rabin, dopo la guerra di difesa del '67; ma è anche e forse soprattutto colui che strenuamente ha perseguito la pace interpretandola come un dovere nazionale primario di Israele, senza mai per questo rinunciare alla lotta al terrorismo; è un tessitore politico temuto, che si è seduto in tutte le poltrone importanti del governo, da quella di Primo Ministro a quella di ministro degli Esteri, e oggi è segretario di partito. Soprattutto è l'alter ego di Rabin e poi il prosecutore della sua opera per tutto quello che concerne l'accordo di Oslo, il suo trionfo e il suo tragico fallimento. Ed è proprio qui il vero nodo delle critiche che vengono portate alle faraoniche celebrazioni: poiché Shi¬ mon non è uomo privato, ma simbolo del processo di pace inteso come processo di Oslo, tutto questo festeggiare dopo mille morti ebrei in tre anni di attacchi terroristi non appare sensato da parte dell'opinione pubblica. Dice per esempio Caroline Click, la più importante editorialista del Jerusalem Post: «Il gala mostrerà l'immensa distanza fra il mondo in cui viviamo e quello in cui vivono Peres e i suoi amici. Nel mondo reale, ogni promessa di pace e di un Nuovo Medio Oriente non solo è stata rotta ma ci è scoppiata in faccia». Fuori del teatro a Tel Aviv, dove la polizia è dispiegata in un'imponente operazione di sicurezza, ci saranno vari gruppi di contestatori. Uno, è quello delle Doinne in Verde, un gruppo di destra molto agguerrito la cui leader Ruth Matar spiega che questa è una festa per un fallimento: «Peres dette ad Arafat i fucili per una forza di polizia che doveva secondo i suoi piani proteggerci dagh attacchi terroristici. E' stato certamente il primo leader di un paese che abbia armato il suo nemico aspettando di guadagnare in sicurezza». E aggiunge che il 20 agosto (vera data del compleanno di Peres) di dieci anni anni fa Abu Ala, oggi primo ministro palestinese, gli sorrise caldamente e gh disse: ecco l'accordo, è il tuo dono di compleanno, «ed era il cavallo di Troia che Peres ha candidamente portato a casa». Ma se si chiede a Peres stesso, egli risponde che Oslo è un successo, perchè ha affossato per sempre l'idea di ima Grande Israele e ha convinto anche Sharon del fatto che occorre uno Stato palestinese. Come arrivarci, Peres non lo sa, ma «la pace prevarrà - assicura - Oslo alla fine rimane l'unica opzione cui dovranno accedere ambedue le parti prima o poi». L'unica assente stasera, Sonia Peres, compagna di Shimon dalla prima gioventù.