«Casa Gariglio», vendita sospetta di Antonella Perotti

«Casa Gariglio», vendita sospetta IL PM PADALINO HA APERTO UN FASCICOLO. IL COMUNE: «OPERAZIONE REGOLARE E CONVENIENTE» «Casa Gariglio», vendita sospetta Muova indagine sul sindaco di Pino Torinese Giorgio Ballarlo Antonella Perotti PINO TORINESE Le indagini della magistratura sulle irregolarità edilizie di Pino Torinese si estendono anche a «Casa Ganglio», l'immobile in pieno centro cittadino bruciato nel '97 e acquistato tre anni dopo dal Comune per 875 milioni di vecchie lire. Il pm Andrea Padalino, che sta già coordinando gh accertamenti dei carabinieri su presunti abusi compiuti dal sindaco Antonio Pecorai! e dai vertici dell'ufficio tecnico, nelle scorse settimane ha aperto un fascicolo anche sulla compravendita dell'edificio. La Procura vuole verificare se il prezzo pagato dal Comune agli eredi della famiglia Ganglio fosse davvero congruo oppure, come sostengono alcuni consiglieri di minoranza, gonfiato ad arte per favorire i venditori. Tre giorni fa due consiglieri di Forza Italia usciti dalla maggioranza, Enrico Cistaro e Riccardo Ruà, hanno anche presentato un'interrogazione in cui chiedono al sindaco di fornire spiegazioni sulla vicenda. In particolare Cistaro e Ruà pretendono chiarimenti sulle delibere che hanno autorizzato l'acquisto, sulle perizie dell'ufficio tecnico comunale e domandano al primo cittadino di Pino se esistano valutazioni da parte dell'Ufficio Tecnico Erariale (Ute) dell'effettivo valore catastale dell'immobile. «Nel 2000 ero assessore al Bilancio - spiega Cistaro - e ho sempre avuto l'impressione che il Comune stesse pagando troppo per quell'edificio ormai ridotto a un rudere». La «Casa Gariglio», situata all'angolo fra via Molina e via Polis, proprio alle spalle dell'ufficio postale, andò in fiamme quando ormai era in stato di semiabbandono. I proprietari provarono invano a vendere ciò che restava dei muri e il teneno di 1.400 metri quadrati per una cifra vicina ai 600 milioni di lire, ma dopo un anno l'immobile risultava ancora invenduto. Nessuno fra gli impresari e le agenzie immobiliari della zona si era fatto avanti. Nel 2000 il sindaco Pecorari propose alla giunta l'acquisto dell'area per edificare un nuovo centro polivalente, destinato a ospitare la biblioteca, una sala riunioni e la sede di varie associazioni pinesi. La trattativa con gh eredi della famiglia Gariglio fu abbastanza breve e nel giro di pochi mesi il Comune entrò in possesso di «Casa Gariglio» pagando 875 milioni di lire. L'antica casa è stata quasi completamente demolita l'anno successi¬ vo e in attesa che partano i lavori di costruzione del centro polivalente (in ritardo sui tempi previsti), sul terreno è stato realizzato un parcheggio pubbhco. «Non l'abbiamo affatto strapagata - replica il sindaco Pecorari - i proprietari chiedevano un miliardo e 200 milioni e alla fine abbiamo spuntato un prezzo equo, dato che si tratta di un'area in pieno centro cittadino». I consigheri Cistaro e Ruà e un gruppo di dissidenti della lista Indipendente di Edoardo Benedicenti sostengono invece che a suo tempo venne fatta una perizia che valutava l'immobile ben diversamente, si parla di una cifra intomo ai 560 milioni di lire. Che fine ha fatto questa consulenza? Risponde il responsabile dell'ufficio tecnico, Sergio Ciccarelli: «La perizia è agli atti, ho valutato personalmente il valore di "Casa Gariglio" e ho stimato un prezzo intomo agli 830 milioni». La gara d'appalto per il centro polivalente dovrebbe partire il mese prossimo: è previsto un investimento di oltre un milione di euro. «Casa Gariglio» al centro della nuova bufera giudiziaria e politica

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