Arreso l'ex ministro della Difesa di Saddam di Maurizio Molinari

Arreso l'ex ministro della Difesa di Saddam Arreso l'ex ministro della Difesa di Saddam Ma gli americani ammettono: guerriglia più sofisticata. Battaglia di due ore a Tikrit Maurizio Molinari corrispondente da NEW YORK L'ex ministro della Difesa di Saddam Hussein si è arreso agli americani nei pressi di Tikrit al termine di una trattativa durata settimane, mentre la guerriglia ha firmato a Uja l'attacco più sofisticato finora compiuto. In cambio della resa, Sultan Hashim Ahmad ha ottenuto dagli alleati garanzie sulle condizioni di detenzione e la promessa che non sarà detenuto a tempo indeterminato. Dalla cattura dell'ex titolare della Difesa il trentottesimo catturato, più due morti, dei 55 gerarchi a cui gli alleati danno la caccia - i comandi americani sperano di ottenere un consistente aiuto contro la guerriglia. Non solo per quanto concerne le informazioni sui movimenti e le cellule dei feddayn, ma per l'influenza che lui può esercitare sui clan della zona di Tikrit affinché non diano aiuti e rifornimenti alla guerriglia. Il generale David Petraeus, coordinatore delle attività militari a Nord di Baghdad, ha rilevato nelle ultime 48 ore un significativo perfezionamento logistico degli attacchi contro le forze della coalizione. Uja, luogo natale di Saddam nei pressi eh Tikrit, è stata teatro eh una violenta battaglia iniziata giovedì notte e terminata all'alba di ieri. Tutto è iniziato quando un camioncino bianco ha aperto il fuoco contro un posto di osservazione. Subito dopo è scattato un attacco con lanciagranate contro la pattuglia che ha subito tre vittime e, contemporaneamente, altri gruppi hanno assaltato due basi americane usando granate e mitragliatori pesanti «Si è trattato degli attacchi contro di noi più intensi e meglio coordinati da quanto siamo arrivati in questa aerea in aprile» ammette Jocelyn Aberle, portavoce della IV divisione di fanteria. Gli americani sono riusciti a catturare 58 combattenti ed James Hickey, comandante della I brigata della IV divisione descrive cosi lo scenario: «Avevamo v'sto attacchi coordinati ed imboscate multiple, ma mai nulla di simile, l'impressione è che i fedelissimi di Saddam Hussein stiano tentando di mantere l'influenza su clan e tribù locali». La battaglia di Uja, luogo di sepoltura dei due figli di Saddam uccisi dagli americani, inoltre ha coinciso con l'agguato portato giovedì a Khaldiyah contro due convogli militari, degenerato in una battaglia di due ore ad Ovest della capitale nella quale due soldati sono rimasti feriti. La cattura di un iracheno con 15 kg di esplosivo a Erbil e due violente esplosioni ieri sera a Baghdad fanno temere che i feddayn stiano preparando un colpo spettacolare. Se le tribù sunnite filo-Saddam combattono, gli imam moltiplicano i sermoni contro la coalizione. In occasione della predica del venerdì nella moschea di Ali a Najaf lo sceicco Sadreddin Kubbanji ha duramente condan- nato come «blasfemi» i programmi radio e tv trasmessi dopo la fine del regime, mentre l'imam della moschea sunnita Abu Hanifa di Baghdad si è scagliato in particolare contro «Politicai Science», la canzone di Randy Newman con il verso «Sganciamo la bomba e non resterà nessuno che potrà criticarci» in passato più volte additata dal Baath a simbolo dell'aggressività Usa. Sul fronte diplomatico il Segretario generale dell'Orni, Kofi Annan, preme sui membri del Consiglio di Sicurezza per raggiungere un'intesa sulla nuova risoluzione Onu. Il cancelliere tedesco Gerhard Schoeder ha pubblicato sul «New York Times» un articolo nel quale offre cooperazione nella ricostruzione lasciandosi alle spalle le differenze passate e Washington spera che quest'approccio di Berlino spinga la Francia a rivedere le proprie posizioni. Con un editoriale sul «Wall Street Journal» il Segretario di Stato, Colin Powell, ha ribadito che la richiesta di Parigi di un immediato ritiro americano non può essere accettata: «Resteremo quanto sarà necessario per un passaggio dei poteri ad un governo eletto che non degeneri in caos». Con la Russia di Vladimir Putin defilata e la Germania che ammorbidisce i toni, il nodo resta il rapporto fra il presidente americano Bush e il collega francese Chirac: i due si vedranno al Palazzo di Vetro martedì. Bush intanto ha telefonato al premier giapponese Junichiro Koizumi per chiedergli impegno al tavolo della conferenza dei donatori che si aprirà a Madrid in ottobre. L'ex ministro iracheno della Difesa Sultan Hashim Ahmad