Amiantifera, nessuna irregolarità sulla messa in sicurezza della cava di Gianni Giacomino
Amiantifera, nessuna irregolarità sulla messa in sicurezza della cava DOPO IL BLITZ DELLA FINANZA A BALANGERO. IL SINDACO: GESTIONE NELLA MASSIMA TRASPARENZA Amiantifera, nessuna irregolarità sulla messa in sicurezza della cava Gianni Giacomino BALANGERO Sui lavori di bonifica e messa in sicurezza dell'ex Amiantifera di Balangero non ci sono ombre. Il risultato scaturisce da più di due anni di indagini condotte dalla Procura della Repubblica e dagli agenti della Guardia di Finanza. L'inchiesta era partita dopo una denuncia per abuso di atti d'ufficio presentata nei confronti del sindaco di Balangero Franco Fenocchi da una società torinese che smantellava i capannoni nella cava. Il primo cittadino era accusato di aver emesso un'ordinanza che obbligava 12 ditta a bonificare una parte del sito. «Noi dovevamo solo smontare e portare via delle strutture, mica bonificare», si difesero i titolari della società. E da lì partì la macchina investigativa. Nel maggio di due anni fa con un blitz le Fiamme Gialle sequestrarono tutti i documenti dalla sede della Rsa (la società che si occupa del risanamento dell'ex Amiantifera). Gli inquirenti vollero capire se erano stati rispettati i tempi di realizzazione delle opere all'interno della cava, perché erano ancora presenti 6 mila tonnellate di fibra lavorata, come erano stati impiegati i dieci milioni di euro stanziati dal governo. Analizzarono stipendi, gettoni di presenza e cariche all'interno della Rsa. Dopo il blitz salì lungo i tornanti di San Vittore anche la commissione Ambiente del Senato per verificare lo stato dei cantieri. Improvvisamente sembrava che dal 1994, l'anno della sua costituzione, l'Rsa avesse fatto poco o nulla. «Per fortuna, dopo tutte le verifiche, gli investigatori hanno capito che non è così facile mettere in sicurezza e bonificare ima cava di amianto visto che è il primo intervento del genere che viene realizzato in Italia - dice oggi più rilassato Franco Fenocchi, il sindaco di Balangero e vicepresidente della Rsa -. Io sono sempre stato molto sereno perché non avevo nulla da nascondere e adesso non rimane che lavorare sodo». «Infatti - ammette Corrado Scapino, il presidente della Rsa dopo la situazione di stallo abbiamo chiesto ai tecnici del ministero dell'Ambiente di garantirci di poter procedere tranquillamente alla bonifica, senza la paura di dover sempre incorrere in irregolarità anuninistrative». Prosegue: «Ora vogliamo risolvere la questione legata alla proprietà dell'ex miniera che de¬ ve assolutamente diventare pubblica prima che arrivino degli "avventurieri" ad occupare il sito». Intanto proprio in questi giorni sono in fase di cantieraggio le opere di risistemazione idrogeologica sul versante di Corio Canavese (per i quah è stata stanziata una prima tranche di quasi 6 milioni di euro) dove da diversi anni franano poco alla volta su prati e pascoli milioni di metri cubi di scarto del minerale. «E poi continueranno i corsi di educazione ambientale per gli alunni delle scuole elementari e medie ma anche per gli adulti termina Massimo Bergamini, consulente della Rsa -. La gente verrà sempre più coinvolta per decidere quale futuro dare a tutta l'area». Scapino: «Adesso vogliamo risolvere la questione legata alla proprietà dell'ex miniera» In questi giorni si stanno allestendo i cantieri perlarisistemazione ' idrogeologica sul versante di Corio Canavese Per la bonifica dell'Amiantifera si attendono ulteriori risorse
Persone citate: Corrado Scapino, Franco Fenocchi, Massimo Bergamini
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