Clamoroso a Highbury L'Inter senza Vieri fa tre gol all'Arsenal

Clamoroso a Highbury L'Inter senza Vieri fa tre gol all'Arsenal CANCELLATE LE OMBRE DEL CAMPIONATO CON UNA PROVA ESALTANTE Clamoroso a Highbury L'Inter senza Vieri fa tre gol all'Arsenal A segno nel 10 tempo Cruz, Van der Meyde e lo scatenato Martins Toldo para un rigore a Henry, Moratti in tribuna finalmente si diverte Giancarlo Laurenzi Inviato a LONDRA Uno schiaffo orgoglioso alla storia, Cuper gradisce gli inglesi, affondando le loro navi come non seppero fare i connazionali nella battaglia delle Malvinas. Champions, che goduria per l'Inter. Quattro gol lo scorso anno a Newcastle, tre ieri ad Highbury (e nessuno subito) in una notte consegnata alla leggenda: nessuna italiana ci aveva mai vinto e quando riuscì alla Fiorentina segnò Batistuta ma si giocò a Wembley. Oltre a Moratti in tribuna («Se non dà retta alle chiacchiere questa truppa arriverà lontano») si esaltano gli attaccanti, in assenza di Vieri. Vantaggio di Cruz, terza rete di Martins. In mezzo il raddoppio da urlo di Van der Meyde, che liberatosi del fardello Luciano ha arato la prediletta fascia destra. Ciclopi anche gli altri: dallo Zanetti italiano che sotterra Vieira, a quello argentino che umilia lo sciovinista Pires. Una mano ce la mette anche Toldo: la sinistra, che intercetta il rigore di Henry, dardo pronto a innescare la rimonta (si era ancora sul 2-0). Cuper ha mantenuto la promessa: giocarsela alla pari, puntando sulla qualità. Meglio cercare un pertugio per infilare un gancio in più, anziché raccomandarsi l'anima per prendere uno in meno. Affezionato al suo 4-4-2, il tecnico argentino non l'ha tradito innaffiandone le radici a secco di immagine dopo due turni di campionato: niente Maginot, difesa alta, due fasce finalmente piene dei tornanti giusti con i piedi educati. A destra Van der Meyde, a sinistra Kily. In attacco la velocità di Martins alternata alla ricerca della sponda di Cruz, appoggiato a Campbell come a una balaustra di hockey. L'Arsenal s'è illuso per 10 minuti (i primi, gli unici) nei quali il calcio-champagne importato da Wenger (che è francese come 5 dei suoi titolari) s'è infilato nei budelli come una palla di biliardo: uno-due tocchi, quindi il lampo verticale. Cannavaro s'è affaccendato a spostare in avanti la linea ideale della quadriglia difensiva e quello sbarramento psicologico si è trasformato in carta moschicida per Ljungberg e Pires, prigionieri di Cordoba e Javier Zanetti. Henry non trovava così assistenza: né quando s'avventava palla al piede verso l'area, ibernandosi tra le giunture di Materazzi, né quando aspettava di ricevere cadeau dai compagni, inutilmente richiamati a voce per uscire dal letargo. Passata la ventata d'ottimismo gh inglesi perdevano la bussola e il tackle da kamikaze con cui Cristiano Zanetti abbatteva Vieira, dirimpettaio e totem nemico, diventava il manifesto dell'inversione di marcia del match. Due squilli nerazzurri, per farsi sentire: Javier Zanetti bucava la fascia e a Martins non riusciva la deviazione sottoporta (IT): ancora il puffo moro in fuga, anticipato miracolosamenmte (14'). L'Arsenal si credeva invincibile, tocchettando come in allenamento ed era così che al 15' Ljungberg ed Henry si ostacolavano goffi al momento di fare sul serio, la palla ciondolante in mezzo all' area. Gh unici lamenti dell'Inter nascevano dal rendimento di Kily ed Emre, prudenti ad affondare sull'out sinistro. Cuper gli ripeteva il dettato e dal compito ben eseguito nasceva il primo dieci in pagella: da Cordoba un invito che la testa di Martins allungava verso Cruz, infine abile a scavalcare in diagonale l'uscita di Lehmann (22'). Due minuti e dallo stesso lato mancino partiva Kily: il lungo traversone (sfiorato da Tourè) trovava l'impatto volante di Van der Meyde, Lehmann era di nuovo in ginocchio. L'Arsenal, un leone ferito. La reazione, una diretta conseguenza: testa bassa e denti in fuori. Materazzi spingeva Ljungberg, l'arbitro concedeva il rigore, agevolando la rimonta senza ricordarsi di Toldo. Ipnotizzato Henry, penalty deviato in angolo (32'). Su quel corner Gilberto saliva il cielo ma l'impatto si perdeva in curva. Chi non si perdeva d'animo era Martins. Tourè lo aveva acciuffato due volte, mentre era sgattaiolato oltre la trequarti; il bebé nigeriano ha così atteso che Emre lo ispirasse al limite dell'area per beffare l'energico guardiano in un fazzoletto. Al 41': sberla vincente, partita a nanna. Della ripresa non c'è sugo: Wenger ha buttato dentro Bergkamp e Kanu e sarebbe stato preferibile evitarlo. Il nigeriano sbagliava un gol fatto, sparando su Toldo (36'); l'olandese si distingueva solo per il tentativo di azzoppare Materazzi. L'unico brivido restava un tiro di Henry, alzato da Toldo al 35'. L'Inter poteva dilagare, volendo. Cruz reclamava un rigore al 27', e trovava le mani di Lehmann sulla punizione a foglia morta al 30'. E nel recupero Kallon timbrava il palo, solissimo dentro l'area. La quaterna non sarebbe stato un eccesso. In tribuna, finalmente, Moratti poteva sorridere: si è divertito un sacco, ieri sera. (4-4-2) Lehmann 5; Lauren 5, Tourè 5, Campbell 5,5, Cole 5,5; Ljungberg 5,5, Vieira 5,5, Gilberto 5 (19' st Kanu 4), Pires 5,5 (19' st Bergkamp 5,5); Wiltord 5 (33' st Parlour sv). Henry 6. AH. Wenger 4. (4-4-2) ** Toldo 8; J. Zanetti 7,5, Cannavaro 7,5, Materazzi 7; Cordoba 7; Van der Meyde 7,5 (25' st Helveg sv), C. Zanetti 7,5, Emre 6,5 (20' st Lamouchi 6), Kily 6,5; Cruz 7 (39' st Kallon sv), Martins 7,5, Ali. Cuper 8. Arbitro: Mejuto Gonzalez (Spagna) 6 Reti: pt: 22' Cruz, 24' Van der Meyde, 41 ' Martins Note: al 32' pt Toldo ha parato un rigore di Henry Spettatori: 32mila. Massimo Moratti ha ritrovato il sorriso nella serata più difficile: senza Vieri, una partita perfetta

Luoghi citati: Highbury, Londra, Newcastle, Spagna