Di qui non si passa, firmato Dida

Di qui non si passa, firmato Dida AL MiliAN ESORDÌ CON MNA BAPERÀ E IL PASSAPORTO FALSO, POI HA CONQUISTATO S. SIRO. CONTRO L'AJAX L'IMPRESA PIÙ BELLA Di qui non si passa, firmato Dida Dai rigori di Coppa alle parate impossibili: così è diventato mito personaggio Nino Sorniani MILANO DA signor nessuno a numero uno di ruolo e di fatto. Quella del portiere brasiliano De Jesus Silva Nelson detto Dida, nato il 7 ottobre del 1973 nello Stato di Bahia, la terra di Jorge Amado, è una storia zeppa di traversie sportive e giudiziarie, fino almeno all'incoronazione del 28 maggio scorso quando, a Manchester, parò i rigori degli juventini Trezeguet. Monterò e Zalayeta e, sotto braccio a Shevchenko, autore del penalty decisivo, consegnò al Milan la sesta Champìons League della sua epopea. Dall'Old Trafford a San Siro l'incantesimo non si è spezzato. Anzi. Martedì sera, contro l'Ajax, Dida si è esibito in una parata che definire la più bella, spettacolare e diffìcile della carriera non è poi così blasfemo. Con e dopo il go di Filippo Inzaghi ha messo la firma e il lucchetto sulla vittoria, la prima al debutto nella nuova Champìons. Si era già agli sgoccioli del recupero e Van der Vaart, liberato da una svirgolata di Ibrahimovic, ha «sparato» da due passi, a colpo sicuro. Dida è «saltato» sulla sua sinistra come un tappo di champagne, opponendo i gloriosi pugni a quello che sembrava un gol fatto. E così i tifosi rossoneri l'hanno acclama- tifosi rossoneri l'hanno acclamato più a lungo dì quanto non avessero fatto con Inzaghi, sei gol in quattro gare, 46 in totale a livello europeo, consolidato il primato italiano, raggiunto il madridista Santillana, avvistato quel mostro di Alfredo Di Stefano (49, tutti in Coppa dei Campioni). «Che serata, sono troppo felice, ma non è solo merito mìo: il nostro è un grande gruppo, è la vittoria di tutti. Ogni giorno lavoro con i compagni Abbiati e Fiori e il preparatore Vecchi per migliorarmi, il mìo gesto tecnico è frutto di questi allenamenti. Cerco sempre dì fare la mìa parte. Il mìo segreto? Affrontare ogni partita come se fosse una finale», afferma Dida, commosso dai tanti complimenti appena ricevuti. Su tutti quelli di Dino Zoff, campione del mondo nel 1982: «È stata una sua prodezza, non un gol sbagliato da Van der Vaart. Forse l'olandese poteva alzare maggiormente lo traiettoria. Dida, però, è stato straordinario. Ha mostrato reattività ed esplosi¬ vita, doti non sempre comuni in vità, doti non sempre comuni in un giocatore alto oltre un metro e 90». Il suo preparatore, William Vecchi, ex portiere del Milan, aggiunge: «Queste sono le parate della disperazione, quelle impossibili. Dida in questo anno e mezzo ha fatto molto bene. Chi viene al Milan è già un bravo portiere, ma luì sì è proprio guadagnato un posto sul podio. Anche fuori dal campo è sempre disponibile e puntuale, difficile che prenda sotto gamba un consiglìo, una dritta, un rimbrotto». Il vicepresidente Adriano Gallianì non ha perso tempo, suggerendo (solo?) a Medìaset di allestire uno spot pubbUcitario che leghi il rigore «juventino» di Shevchenko al miracolo di Dida. Così, tanto per unire i momenti cruciali dell'anno del Diavolo. Acquistato dal Cruzeiro nell'estate del 2000, Dida aveva cominciato l'avventura al Milan nel peggiore dei modi. Arrivato come vice di Abbiati con un passaporto comunitario rilasciato in Portogallo, il brasiliano, nella prima stagione, disputò una sola partita stagione, disputò una sola partita dì campionato (Parma-Milan 2-0 il 10 novembre 2000) e in Champìons incappò nella clamorosa papera dì Leeds, tiro di Bowyer sfuggito alla presa, Milan ko. E dal momento che le disgrazie non vengono mai sole, ecco l'anno successivo lo scandalo dei documenti taroccati. In estrema sintesi, il suo passaporto comunitario era falso. Il calcio lo squalifica per 6 mesi, la giustìzia ordinaria gliene infligge uno in più. Il Milan prende atto e, pur di farlo giocare, lo rispedisce in Brasile, in prestito al Corinthians: otto presenze. Toma alla base nell'estate del 2002. Riparte come vice Abbiati ma, strada facendo, gli strappa la magha di titolare. Al termine, saranno 30 i gettoni. Il suo contratto, in scadenza nel 2004, aveva solleticato l'appetito di molte società europee. GaUiani l'ha convinto: accordo fino al 2007, al modico prezzo di 2,5 milioni a stagione. Trovatelo voi un brasiliano che vive per i gol, sì, ma per non farli fare. De Jesus Silva Nelson detto Dida è nato il 7 ottobre del 1973 in Brasile nello Stato di Bahia. Al Milan dal 2000, dopo un inizio difficile ha preso il posto di Abbiati

Luoghi citati: Brasile, Manchester, Milano, Parma, Portogallo