Maio, il «pararigoro» fa volare il Canavese di Paolo Accossato

Maio, il «pararigoro» fa volare il Canavese ROSSOBLU' IN TESTA GRAZIE ALLE DUE PRODEZZE DEL PORTIERE Maio, il «pararigoro» fa volare il Canavese «Non esageriamo con i complimenti: bravo io, ma sento meno la pressione di un attaccante». Tifa Napoli, il suo idolo è Buffon Paolo Accossato Un detto americano, a proposito del football «a stelle e strisce», dice che l'attacco fa vendere i biglietti ma è la difesa quella che ti permette di vincere le partite. Rapportata al calcio, l'affermazione calza a pennello per quello che è accaduto nelle ultime due partite alla formazione del Canavese. In vantaggio di un gol a tempo praticamente scaduto sia nel match di Novara contro lo Sparta che in quello intero contro il Trino, i rossoblu si vedono fischiare contro, in entrambe le occasioni, un calcio di rigore che potrebbe decretare il pari degli avversari e cambiare volto al match. In porta, nel Canavese, c'è però Antonio Maio, da quest'anno alla corte del tecnico Milani, che negli anni si è conquistato la fama di pararigorì. E così Lazzaro dello Sparta Novara e Andric del Trino si fanno ipnotizzare dal numero uno canavesano che respinge i due penalties e regala alla squadra di patron Ferraris la bellezza di quattro punti e il primato in classifica a quota 6 invece di essere invischiato nelle zone basse della graduatoria. Maio, 22 anni e mezzo, ha sempre militato in squadre canavesane (Vallorco, Castellamonte, Ivrea ed ora Canavese) sfiorando la promozione in C2 due anni or sono con gli eporediesi e centrandola la scorsa stagione anche se è stato in panchina. Alla fine dell'annata appena finita si è anche laureato campione d'Europa nella selezione piemontese che ha partecipato alla Uefa Region's Cup. La fama di portiere pararigorì si è diffusa in un baleno al punto che adesso agli attaccanti, quando sistemano la palla sul dischetto, tremano le gambe. «Non esageriamo - dice Maio -, perché quando un portiere para un rigore è anche demerito dell'attaccante. Poi c'è l'abilità dell'estremo difensore che deve intuire il tiro ed essere esplosivo con le gambe per arrivare nell'angolo se la palla è piazzata. Io non ho particolari segreti, guardo se l'attaccante è destro o mancino e cerco di rimanere in piedi fino all'ultimo momento. Poi non è da sottovalutare l'esperienza: Andric due stagioni or sono mi calciò un rigore nella stessa maniera e domenica me ne sono ricordato». Quando era a Ivrea, Maio intercettò a Rota del Borgosesia, sempre negli ultimi minuti, un tiro dal dischetto che servì agli eporediesi per raggiungere lo spareggio con il Savona. «In effetti i rigori sono la mia specialità. Fin dalle giovanili ho avuto questa dote, naturale, visto che non eseguo particolari esercizi in allenamento con il nostro preparatore Barbatella, che è tra i migliori della categoria. Nn dimentichiamo però la pressione psicologico, che è decisamente mag¬ giore sull'attaccante che non sul portiere, soprattutto quando si avvicina il novantesimo ed il rigore diventa decisivo». Nella vita di tutti i giorni Maio aiuta il padre dietro i banconi del bar di famiglia, tifa Napoli e il suo modello resta Buffon: «L'ho conosciuto due anni or sono in un'amichevole che abbiamo giocato contro la Juve e devo dire che, oltre ad essere il miglior numero uno del mondo, è anche un ragazzo molto simpatico. Ma stimo moltissimo anche Luca Bucci, altro ottimo portiere e persona squisita». Il portiere Malo in azione: dopo i due rigori parati, gli attaccanti adesso lo temono

Luoghi citati: Castellamonte, Europa, Ivrea, Napoli, Novara