LA BELL'ITALIA DI «LE MONDE» di Cesare Martinetti

LA BELL'ITALIA DI «LE MONDE» IL QUOTIDIANO DEDICA UN SUPPLEMENTO AL NOSTRO PAESE LA BELL'ITALIA DI «LE MONDE» Cesare Martinetti ., C I alzi in piedi chi non ama l'Italia, se osa! Nessuno, certo, ** O avrà questo coraggio». Il direttore di Le AloHfli? Jean-Marie Colombani (cognome italiano, origini corse, vita francese) non nasconde i suoi sentimenti. «Noi amiamo l'Italia da sempre, d'istinto, come la Francia», scrive nell'editoriale con cui il quotidiano francese apre un supplemento di grande gusto e grande cura: «Désir d'Italie» che sarà presentato giovedì' a Milano. Inevitabili le citazioni di Stendhal che il 26 settembre 1816 passeggiando sulle nostre strade scriveva: «Provo una specie di ebbrezza». E il 18 gennaio 1817, constatava: «Ho scoperto tra le donne di Bologna due o tre generi di bellezza e di spirito che non immaginavo nemmeno». Inevitabile Carla Bruni in copertina, «immigrata dello charme». Le Monde, tra i grandi giornali de mondo, ha una lente d'ingradimento sempre puntata sul nostro paese, con una suscettibilità così acuta che solo, appunto, una passione profonda può giustificare. Come se quello che accade da noi, li riguardasse più ancora che da vicino. E anche per questo che la svolta politica italiana («Berlusconi, hélas», ahimé) è nel mirino di Le Monde che del presidente del Consiglio ha raccontato vita e «miracoli» con spirito girotondista, come fu nel supplemento in occasione del Salone del Libro 2002. O con un'inappellabile condanna come è stato nell'editoriale pubblicato all'inizio della presidenza italiana della Uè: «In questo momento l'Europa, che deve molto all'Italia, avrebbe potuto sperare di essere guidata da un uomo con una leadership morale e politica indiscutibile: non sarà così». L'Italia temuto paradigma e laboratorio politico. Salvo poi scoprire, alle ultime elezioni, che se a noi toccavano i veleni del conflitto di interessi, la Francia danzava altera e inconsapevole sull'abisso nero di Jean-Marie Le Pen. Ma un conto è la ragione, un'altra la passione. Ecco dunque l'Italia che piace a Le Monde: Venezia, Firenze, Siena, Roma, il barocco siciliano, i designer, gli stilisti milanesi. L'architettura, la pittura: «Pochi paesi possono aver l'orgoglio di un tale patrimonio». Naturalmente la cucina. E la vita che batte dietro le vecchie pSléti-è: «Un'Italia insolente, moderna, dinamica». Stile, raffinatezza, gusto per il bello: «Désir d'Italie», confessa Colombani, desiderio di Italia. Tutti i francesi amano l'Italia almeno quanto gli italiani coltivano il mito di Parigi. Marc Lazar, per esempio, il maggiore esperto francese di politica italiana, racconta che amici e colleghi gli chiedono spesso notizie sull'Italia, non per sapere lo stato della democrazia, ma per trovare una casa in Toscana. E infine l'Italia del lavoro, «quest'Italia - scrive con ammirazione Colombani - industriosa e prospera del Nord, dalle Marche alla Lombardia, che è ormai la regione più ricca d'Europa, dove il lavoro è una virtù, dove ogni minimo angolo di territorio è utilizzato per produrre ed esportare nel resto del mondo». Proprio quell'Italia «insolente» che ha generato Berlusconi.

Persone citate: Berlusconi, Carla Bruni, Colombani, Marc Lazar, Marie Colombani, Stile