IL COSTO DELLE RISSE di Franco Bruni

IL COSTO DELLE RISSE IL COSTO DELLE RISSE Carlo Bastasin Franco Bruni LA qualità del dibattito politico italiano continua a peggiorare. E' inutile precisare: l'insulto e la delegittimazione dell'avversario prevalgono sui ragionamenti e sulla discussione costruttiva, come non succede in nessun altro Paese europeo. Questo modo di fare arreca danno all'Italia. La percezione di ciò è diffusa e non manca chi, anche autorevolmente, raccomanda di smetterla. Meno chiaro è quali siano questi danni e quanto profonde le loro conseguenze. Il primo danno è la perdita di "produttività" interna del sistema politico. In un clima avvelenato diventa infatti più difficile costruire il consenso e prendere decisioni politiche, soprattutto in ambiti che non tollerano conflittualità laceranti. Gli esempi più importanti sono la politica estera, oggi cruciale per via dell' evoluzione dell'Ue e del grave momento geopolitico, e le riforme istituzionali. Fra queste ultime particolarmente delicato è il processo di decen- tramento federalista che in un clima di confusione e ostilità istituzionale può finire per balcanizzare il Paese invece di aumentarne l'efficienza politico-amLo mimstrativa. Lo stesso sistema maggioritario, per irrobustirsi e diventare proficuo, richiede un' adeguata civiltà politica che permetta un dialogo e un confronto produttivi anche all'interno di ciascun polo. In Italia il maggioritario è stato concepito da poco e, ancor prima di essere accettato in modo fisiologico dal Paese, rischia di abortire fra nostalgie di centrismo e proposte di ritorno al proporzionale. Più in generale, la qualità dell'attività politica e della produzione legislativa finisce per diventare secondaria rispetto all'utilità polemica. C'è, in secondo luogo, una vasta categoria di danni che interviene nella trasmissione delle politiche pubbliche ai cittadini e alle imprese. La credibilità dei politici (e delle loro decisioni) decresce quando i loro pronunciamenti appaiono solo polemici 0 strumentali, quando non c'è la percezione che le decisioni siano concepite per il bene comune. Anche provvedimenti meditati e meritori vengono accolti con scetticismo e disattenzione, perché sono sopraffatti dai toni«AL WTO TUTL'Ue preoccupaa rischio la liberMaurizio Molinarì AE UN INTERVENTO DI T scomposti di uno scontro politico continuamente presentato come radicale e decisivo. Il cittadino non crede che le misure annunciate saranno realizzate e pensa che comunque potrebbero venir revocate per ripicca al primo cambio di governo. Nella polemica quotidiana si perde inoltre la coerenza di un progetto d'insieme. Ciò diminuisce l'efficacia del legislatore e incoraggia gruppi anche piccoli di interessi speciali a mettersi di traverso senza scrupoli e ostacolare il perseguimento dell'interesse generale. Anche la reciproca propensione allo scontro di politica e magistratura ha gravi conseguenze: la rissa incide sulla credibilità dell'amministrazione quotidiana della giustizia civile e penale, uno dei fattori fondamentali per il funzionamento dell'economia di mercato. Vi sono infine danni diretti sul settore privato che, perfino nel migliore dei casi, intimidito dalla prospettiva di rissa continua, si astiene dall'investire sul lungo termine e talvolta perfino dal consumare. Ma nel peggiore dei casi, pur non gradendo le risse fra i politici, è portato a imitarle, deteriorando la qualità dei rapporti economici e civili. Con un processo che coinvolge anche il peggioramento del linguaggio, la competizione diventa ovunque conflitto irrispettoso e prepotenza. Il mondo politico sembra dirci che la reputazione non è più cosa che conti molto, che la gara per il potere e l'esercizio di responsabilità non richiedono attenzione né per lo stile né per l'etica. Ne consegue una minor ricerca di reputazione, stile ed etica anche nei rapporti fra i privati. Non è assurdo pensare che fenomeni quali l'evasione fiscale, il sommerso e perfino un po' d'inflazione dipendano da un'aggressività op'portunistica di cittadini che contano poco sulla qualità e la stabilità della loro relazione con gli altri cittadini. Se l'Italia torna a essere un luogo dove è più rischioso che altrove investire, progettare o ricercare, è anche per la natura selvaggia del dibattito pubblico. E' come se gli italiani - nostalgici di quando, prima dell'euro, stavano fallendo - si fossero ricostruiti una nuovo «rischio paese» usando risorse di cui dispongono da sempre in abbondanza: faziosità e aggressività polemica. TI SCONFITTI» ta dopo Cancun alizzazione 2005 PAGINA18 ullio Regge A PAG. 24 «AL WTO TUTTI SCONFITTI» L'Ue preoccupata dopo Cancun a rischio la liberalizzazione 2005 Maurizio Molinarì A PAGINA18 E UN INTERVENTO DI Tullio Regge A PAG. 24

Persone citate: Carlo Bastasin, Maurizio Molinarì, Tullio Regge

Luoghi citati: Italia, Pagina18