Fuser: «Sono sempre un ragazzo del Fila»

Fuser: «Sono sempre un ragazzo del Fila» DOMENICA SERA HA DATO LA VITTORIA AL TORO CONTRO IL GENOA Fuser: «Sono sempre un ragazzo del Fila» «Non sono tornato in granata per fare la vecchia gloria altrimenti avrei smesso di giocare per godere i frutti di tanti anni di carriera Il gol? Emozione forte: da qui, forse, non me ne sono mai andato» Aurelio Benigno Un'immagine d'altri tempi. Tutto il «Vecchio cuore granata» in un fotogramma. Quando l'arbitro Farina ha fischiato la fine della partita Diego Fuser, dopo aver ricevuto l'ideale abbraccio della curva Maratona, ha cercato con lo sguardo Roberto Graverò ed Ezio Rossi. Si sono ritrovati tutti e tre aggrovigliati in mezzo al campo. Sono loro il nuovo Toro. Subito dopo è arrivato anche Renato Zaccarelli e così il quadro era completo. Non sembrava vero, al popolo granata, di vederli così abbracciati, come ai bei tempi, quando Fuser era un esordiente e Zaccarelli e Graverò si avvicendavano come capitani di un Toro che lottava con l'unica arma su cui poteva contare, quella che non tradisce mai: il cuore. Diciotto anni dopo è tornato al Toro. Ha indossato maglie gloriose, ha vinto tutto quello che c'era da vincere: scudetti, Ghampions League, Goppe Intercontinentali, coppa Uefa e coppa Italia, un palmarès da fare invidia a chiunque, una carriera gloriosa e soprattutto incontaminata da retrocessioni o campionati di serie B. Poteva vivere di gloria Diego Fuser, poteva soprattutto tentare l'avventura del calcio inglese o addirittura continuare ad essere una star nel calcio miliardario del Qatar che gli apriva le porte con invitanti contratti. Invece, Diego Fuser, l'ex ragazzo di Venaria, ha deciso di tornare proprio da dove aveva cominciato: nel suo Toro.- E in una partita dove ha deciso proprio il «Vecchio cuore granata» non poteva che realizzarla lui la rete della vittoria. Non solo, Fuser non poteva che scegliere la porta davanti alla curva Maratona: «Mi vengono ancora i brividi adesso - sottolinea un emozionatissimo Fuser - ho fatto quello scatto sentendo l'urlo e la spinta della 'mia' curva, sono stati loro a guidarmi verso quel pallone che Tiribocchi mi ha toccato lanciandomi in quello spazio bellissimo. Quante volte e in quante maglie ho vissuto quell'attimo sulla fascia, nel Milan, nella Fiorentina nella Lazio, nel Parma, nella Roma, ma in quel momento è stata un'emozione unica. Ho ricevuto da quella spinta tutta la forza per calciare: non potevo fallire». Un gol bellissimo, che Fuser ha sognato fin dal giorno in cui Zaccarelli e Graverò gli hanno proposto il contratto annuale: «Ricordo che nella maggior parte delle vostre domande c'era un velo di scetticismo nei miei confronti, forse dettato dalle esperienze passate di alcuni ex granata di ritomo da lunghe e stressanti carriere in giro per l'Italia e l'Europa». «E io rispondevo allo stesso modo: non sono venuto al Toro per fare la Vecchia Gloria, altrimenti avrei smesso di giocare, mi sarei dedicato alla casa in costruzione nei pressi di Asti e goduto i frutti di quasi vent'anni di carriera. Invece, quando Zaccarelli e Graverò mi hanno chiamato, io sapevo perfettamente che in granata avrei fatto la mia parte, che potevo essere ancora utile». E' stato un capolavoro la scelta di Zaccarelli e Graverò. Sapevano che a questo gruppo, non potendolo più fare loro, serviva una guida speciale, un «ragazzo del Fila» che potesse anche essere da esempio. Detto e fatto: «Una cosa fantastica: realizzare il primo gol stagionale al "Delle Alpi" che regala una vittoria sofferta al Toro proprio sotto la Maratona. Ho alzato le braccia davanti a loro: quei diciott'anni di carriera mi sono sembrati un sogno, forse non me ne sono malandato...». Fernandez e Tiribocchi festeggiano Fuser (al centro) autore del gol al Genoa nella sfida del Delle Alpi

Luoghi citati: Asti, Europa, Italia, Lazio, Qatar, Venaria